The Air Is On Fire è la più ampia esposizione dedicata all’arte pittorica e visiva di David Lynch, uno dei registi maggiormente ispirati degli ultimi tempi. In scena le opere, le fotografie e i disegni creati dal maestro dal 1960 ad oggi, accanito pittore fin dalla prima giovinezza quando frequentava l’Accademia delle belle arti di Philadelphia. Quello presentato nella mostra di Parigi, che raccoglie più di 40 tele e 500 schizzi inediti al grande pubblico, è un viaggio sottile attraverso il lato intimistico dell’essere umano, un percorso in cui sono riproposti alcuni tra i temi più cari al mondo Lynchiano: l’autoanalisi e la contaminazione cognitiva.
Utilizzata come strumento di analisi e osservazione della realtà circostante, volutamente deviata per l’occasione dall’occhio dell’artista, la pittura diviene il mezzo attravesro il quale prende vita la costruzione dell’immagine filmica, una visione personalizzata di una nuova, irriverente natura sub-organica. L’ambiente ricorrente di moltissime tele è un interno casalingo, non sempre inquietante, ma realizzato con le tonalità del blu oltreoceano e del grigio ombrato. Con rari spazzi di marrone e di bianco, la pittura di Lynch si caratterizza per l’uso convulsivo di dense pennellate che sembrano voler plasmare la tela in qualcosa di maggiormente materico e tagliente. “Quelli di Lynch” afferma Chris Rodley, autore dell’apprezzato Lynch secondo Lynch, “sono quadri a grasse pennellate orizzontali che formano fondi corposi sui quali intervengono brevi, ma non per questo meno forti e arruffati segni stenografici di oggetti, persone, animali, insetti che ritraviamo nei titoli.”
L’esposizione parigina rivela inoltre un artista ancor più multiforme di quanto si possa immaginare. Nella seconda ala della galleria di vetro della Fondazione, progettata dall’architetto Jean Nouvel, si possono ammirare una serie interminabile di “nudi distorti”, 130 fotografie erotiche che Lynch ha rielaborato nel tenativo di deformarle nelle fattezze corporee. Il feticismo dell’autore è espresso con ardore in questa collezione fotografica che ripercorre l’intera carriera del regista, considerato il fondatore del cinema metafisico e cognitivo. Durante l’esposizione, che rimarra aperta al pubblico fino al 27 maggio 2007, verranno proiettati a rotazione i primi due e gli ultimi corti girati dal regista, dai mitici Six Men Getting Sick (1967), The Alphabet (1968), The Grandmother (1970), ai lavori più recenti, anche di animazione come la serie di Dumbland, diffusi da Lynch sul proprio sito ufficiale.
INFO
THE AIR IS ON FIRE
Parigi, Fondazione Cartier
Dal 3 marzo al 27 maggio 2007
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