ll mondo del design e quello della moda hanno mantenuto a lungo una netta separazione, dovuta all’estraneità delle professionalità operanti nei due settori. Per il primo, il mondo di riferimento era quello tecnico formatosi nelle scuole di architettura, mentre i professionisti della moda derivavano la propria formazione dall’apprendimento negli atelier.
Oggi, invece, moda e design sono note di un unico strumento, la creatività di uomini che condividono esperienze progettuali. Designer che sviluppano trame e colori di tessuti e stilisti che progettano elementi di design.
Questo binomio viene richiamato come simbolo dell’italianità nel mondo.Questa sinergia è quindi fondamentale per fare fronte comune sul piano della competitività internazionale.
Moda e design sono i mezzi per la comunicazione di emozioni, sogni e modi di pensare e offrono una cultura aggiornata del grande passato della nostra Italia; così arredi, accessori e abiti divengono i medium di una tradizione che ha radici profonde. Nei secoli sono rimaste tracce di coloro che con la loro arte hanno segnato il gusto estetico di intere generazioni.
Oggi Milano è il centro della moda, ma anche del design e l’unione di questi due mondi è reso sempre più evidente dalla collaborazione di importanti case di moda e grandi architetti come Miuccia Prada e Rem Koolhaas, Jean Paul Gaultier e Philippe Starck.
Si è dunque sviluppato un vero e proprio culto dell’oggetto che può diventare un pezzo unico anche quando è industrializzato come nel caso della sedia di Gaetano Pesce.
Inoltre, anche nelle scuole è evidente l’avvicinamento dei profili formativi per la creazione di una categoria professionale sempre più preparata ed integrata. È per questo motivo che a Roma, all’Università La Sapienza, nel 1995 è stata fondata la prima scuola di disegno industriale.
Eppure, oggi, ciò che è stato realizzato non è più sufficiente. La nuova sfida per i brand globali della moda e del design è l’imponente Cina, uno dei mercati più promettenti per un’Italia che deve mantenere saldi i valori della qualità e dell’innovazione.
Il 2006 è stato l’anno della promozione del made in Italy in Cina dove negli stand espositivi apparivano oggetti come le lampade di Castiglioni o le scarpe di Prada, simboli di una creatività che non ha barriere.
Nonostante ciò, siamo tutti consapevoli che non basteranno le capacità artistiche a fare vincere all’Italia la lotta per mantenere il primato di Paese all’avanguardia nello Stile. Per questo motivo ci auguriamo che il nostro Stato si impegni nella promozione di attività culturali legate alla produzione italiana contemporanea nei diversi settori: arti visive, teatro, danza, musica, letteratura, cinema, ma anche nella valorizzazione dell'artigianato e dei prodotti tipici regionali e ovviamente della scienza e della tecnologia.
E’ stato inaugurato lo scorso 19 marzo a Calenzano, tra Prato e Firenze, il primo museo del design industriale italiano . L'esposizione è stata organizzata nell'ambito delle manifestazioni del Genio Fiorentino. Vi sono raccolti oltre 100 pezzi tra i più classici e innovativi del made in Italy. L'Italia non aveva ancora un Museo del Design Industriale. L'idea di aprirne uno a Cadenzano è nata dalla collaborazione tra Università, Comune di Calenzano e fondazione AQ.
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