Tre danzatori vestiti di nero, una scena altrettanto nera, un misterioso personaggio avvolto in un enorme mantello peloso percorre il palcoscenico flessuoso e lentissimo. Così comincia a fluire il mondo oscuro ed enigmatico di “Black Water”, dove l’invisibile diventa visibile.
In un continuo flusso di luci ed ombre (le luci sono curate meticolosamente dallo stesso Teshigawara) che creano ipnotici effetti chiaroscurali, il buio fagocita i corpi dei danzatori, poi li staglia in contrasto, poi ne delinea, misteriosi e sfuggenti, i profili e le dinamiche.
Il tutto è intensamente accompagnato da pagine di Mozart e Debussy che si alternano a un sostrato sonoro di gocciolii d'acqua, sciabordii di onde, silenzi, respiri, suoni emessi dalla frizione dei piedi sul pavimento.
Teshigawara, insieme alle straordinarie Kei Miyata e Rihoko Sato e alla loro tecnica portentosa, danno vita ad una danza che è tensione, azione, impulso, respiro, armonia e disarmonia, bruttezza e bellezza insieme. Un ossimoro che genera dinamiche lineari e contorte, velocissime e lentissime.
Le performance della compagnia Karas (corvo), fondata nel 1985 dall’artista giapponese e dalla “fedelissima” Kei Miyata, spingono sempre a riflettere sul senso stesso della danza, questa specialissima arte in movimento e di movimento.
Coreografo, danzatore, artista visivo, scenografo, ideatore di luci, Teshigawara ha riconosciuto nella danza il terreno ideale per ricercare una nuova forma di bellezza, assoluta e priva di barriere formali e concettuali. Formatosi alla ferrea disciplina del balletto classico a Tokyo e appassionatosi allo studio delle arti plastiche, Saburo ha maturato nel tempo un'inconfondibile poetica del movimento, filtrata dalla millenaria tradizione del teatro giapponese del Noh e dalla filosofia orientale.
La tradizione del Noh traspare nella concezione dilatata e rispettosa del tempo, nel carattere plastico della danza, fatta di pose e sequenze piene di nobiltà, dignità e grazia, nel minimalismo, nella breve durata dell'azione scenica. Il corpo si muove vibratile a partire, soprattutto, dalla testa, dal busto e dalle braccia. L'espressione del volto è impenetrabile ed evocativa, anche quando si piega in smorfie che rimandano a una certa iconografia nipponica.
La ricerca della libertà ideale ed espressiva, il rifiuto di codici e schemi, la sperimentazione sul tempo e sullo spazio, l’amore per tutte le arti, sono i punti di partenza di un percorso poetico che fa di Teshigawara una delle figure più importanti nel panorama internazionale della danza contemporanea.
Invitato a firmare lavori in tutto il mondo, dal Ballet Frankfurt di William Forsythe (1999) al Nedherland Dance Theatre (2000), dal Bayerisches Staatsballet di Monaco (1999) al Ballet de l'Opéra National de Paris (2003), nel 2005 ha creato lo spettacolo “Scream and Whisper” su commissione della Fondazione Musica per Roma.
Augurandoci che Teshigawara sia ospitato in Italia sempre più spesso, ringraziamo intanto il Festival Equilibrio che da tre edizioni offre ad un pubblico sempre più vasto e appassionato una varietà di danza originale e significativa, sempre di altissima qualità, in un intreccio di scuole, linguaggi e tradizioni.
"Infinite quality is created from the purity and confusion of the body"
Saburo Teshigawara
“Black Water” di Saburo Teshigawara
Equilibrio-Festival della Nuova Danza
Roma, Auditorium Parco della Musica
Sala Petrassi, 13 e 14 febbraio 2007
Coreografia, regia, luci e costumi: Saburo Teshigawara
Interpreti: Saburo Teshigawara, Kei Miyata, Rihoko Sato
Scelta delle musiche: Saburo Teshigawara, Kei Miyata
Coordinamento luci e tecnica: Sergio Pessanha
Ingegnere del suono: Neil Griffiths
Coproduzione Karas, Teatro Comunale di Ferrara (in collaborazione con Civitanova Danza – AMAT); distribuzione e promozione: International Music con il supporto dell’Agency for Cultural Affaire Government of Japan – 2006
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