SIAMO NATI PER LEGGERE? UN PROGETTO PER I PIU' PICCOLI
Da sei anni un progetto nato dalla collaborazione fra pediatri, pedagogisti e biblioteche promuove la lettura... presso chi ancora non sa leggere!
di Miriam Giudici
Trasmettere stimoli, conoscenze e un gesto d'amore: in un colpo solo. Questo in sostanza il risultato di una pratica semplice come quella di raccontare una storia al proprio bambino.

Pratica che risale alla notte dei tempi, ma che negli ultimi decenni è stata oggetto di studi da parte di psicologi e pedagogisti, ed è all'origine di un progetto che da alcuni anni – con la collaborazione dell'Associazione Culturale Pediatri, del Centro per la salute del Bambino e dell'Associazione Italiana Biblioteche – sta diffondendo una vera e propria cultura, incentrata sull'avvicinamento precoce dei bambini all'oggetto-libro e alla sensibilizzazione dei genitori riguardo i grandissimi benefici del piccolo rituale della lettura di un libro al proprio bambino. Un progetto che crede fermamente che tutti siamo nati per leggere.

Se un tempo era opinione diffusa che il linguaggio parlato e il linguaggio scritto fossero appresi secondo due percorsi differenti, e successivi, oggi si parla molto per i bambini di età prescolare di emergent literacy, ovvero di competenze preparatrici alla pratica della lettura e della scrittura.
E si tratta di competenze che emergono fin dai primissimi mesi di vita.

Un graduale avvicinamento ai libri e alla lettura può iniziare dai due mesi: già a questa età si possono mostrare al bambino fotografie o disegni di volti umani di grande formato, magari incollati su un robusto cartoncino in modo che possano successivamente essere manipolati.
A sei mesi inizia l'esplorazione tattile dell'oggetto-libro, che il bambino tende a prendere, maneggiare, “assaggiare”: è importante che i libri proposti al bambino siano resistenti, atossici, magari di forme particolari e stimolanti da tastare; ma non necessariamente deve trattarsi di “libri giocattolo” o di “libri da bagno”: si suggeriscono libri simili a quelli “dei grandi”, veri, cartonati e robusti. Le figure devono essere a colori vivaci e rappresentare oggetti familiari, persone, bambini.

A un anno i bambini iniziano a saper tenere il libro in mano, e provano a voltare le pagine; cominciano a rendersi conto se un volto disegnato è capovolto, e man mano imparano che devono guardare il libro secondo un certo orientamento.
A partire da 18-24 mesi il bimbo impara a girare le pagine sempre meglio, e apprezza le storie che parlano di esperienze di ogni giorno, in cui si può identificare, che fanno ridere.
Man mano che il bambino cresce, se il libro gli è stato letto molte volte, è in grado di seguirlo da sé, aiutato dalle immagini, ed è anche in grado di correggere gli errori di chi legge.

In questo processo di conoscenza del libro, associato soprattutto a stimoli visivi e tattili, c'è la fondamentale presenza del genitore e della sua voce: la lettura a voce alta è da anni considerata un modo di comunicare importantissimo, che influisce sullo sviluppo emotivo del bambino trasmettendogli affetto; ma è anche considerata fondamentale perché il bambino gradualmente acquisti le competenze necessarie per il successo nella lettura.


Attraverso la lettura il bambino inizia a imparare la lingua dei genitori e le sue strutture; cosa che gli serve per costruirsi anche le proprie strutture mentali e per capire i rapporti fra sé, gli altri, e le cose.
È provato che i bambini che hanno beneficiato di questa “esposizione alla lettura” nei primi mesi e anni di vita, arrivano alle scuole elementari con una maggiore predisposizione alla pratica vera e propria della lettura e della scrittura; hanno maggiore proprietà di linguaggio, una più alta capacità di concentrazione, e anche maggiore autostima e sicurezza.

Il progetto Nati per leggere dal 1999 ha l'obiettivo di diffondere l'abitudine alla lettura presso i bambini di età prescolare.

Lo fa concretamente tramite una vera e propria alleanza tra pediatri e bibliotecari, ciascuno con le sue specifiche competenze: i primi fanno opera di sensibilizzazione verso i genitori dei loro piccoli pazienti, e non di rado riempiono le sale d'aspetto dei loro studi, oltre che di giocattoli, anche di libri adatti alle più diverse fasce d'età. I secondi aiutano i genitori a orientarsi fra le tantissime proposte di lettura per bambini, ritagliando in biblioteca uno spazio dedicato ai più piccoli: comodo (sia per i bambini che per i loro genitori), tranquillo e con i libri suddivisi secondo le età a cui sono più adatti.

Molte biblioteche promuovono il progetto tramite conferenze, incontri, seminari, e anche specifiche lezioni di lettura ad alta voce, in cui i genitori imparano sia quali sono i momenti più adatti alla lettura, sia tecniche quasi attoriali, incentrate sulla respirazione e sul tono della voce.

Per sapere se il vostro pediatra o la vostra biblioteca hanno aderito al progetto Nati per leggere; se volete consigli sulle tecniche di lettura e sulle proposte bibliografiche adatte al vostro bambino; se volete approfondire aspetti scientifici; se volete sapere quali specifici progetti sono attivati nel vostro territorio... non vi resta che collegarvi al sito www.natiperleggere.it


E davvero non ci resta che augurarvi buona lettura!


(08/02/2007)