ELOGIO DELLA VANITA'
VOGLIA DI FARSI GUARDARE

In passerella non c’è spazio per gli equivoci, solo fascino e vanità. Per l’uomo che sfila sulle pedane dell’Alta Moda, la voglia di farsi ammirare è il suo unico difetto...
di Paola La Manna
A Milano, finite le sfilate, una è la certezza: l’uomo vuole rinnovarsi, stupire piacere ma, soprattutto, piacersi. Tante sono state le tendenze emerse in passerella. Per esempio? Che tranne poche lodevoli eccezioni, i pantaloni normali sembrano banditi, fra modelli alla zuava, cavalli bassi, ghette e sperimentazioni varie. Persino un tradizionalista come Pignatelli si è lanciato nel modello con ginocchiere e stivale anche se si tratta di giocatori di polo…

Altra indiscussa certezza: i tessuti tecnologici e gli abiti con bagliori metallici abbinati a giacche, pullover e maglioni di nylon. Di rigore il nero, per il giorno e per la sera, da fascinoso, bel tenebroso o, sulla passerella di John Richmond diabolico e vampiresco, visto che la sua decorazione preferita è il teschio.

Ma la moda è anche spettacolo: da Meschino, bretelle e cravatte non sono che un effetto ottico, come la camicia da smoking, il gilet e gli abiti con le cuciture sartoriali disegnate. Una moda per un uomo ironico e romantico che non ha paura di indossare (o osare…?) un cappotto rosso o un papillon, nè di metter il suo cuore in bella vista (rosso su maglioncino nero o su camicia bianca), perché l’amore per lui è al primo posto.

Perfetto per Cortina o gli chalet del sud Tirolo, è l’uomo di Gucci, cappellino di pelle e spilla di piume di gallo Cedrone, maglione dolce vita. Montgomery e giubbotto di pelle. Ai piedi scarponcini da montagna con i lacci e giacche di maglia. Di rigore, per la sera, un abito di velluto o la giacca smoking di persiano con collo, naturalmente, di visone.

L’ultimo giorno dell’Alta moda ha rilanciato uno stile classico e portabile, ispirato a divi di Hollywood. Volete saper come si costruisce un successo di mercato, augurandosi ovviamente che il pubblico lo decreti come tale? Si prende un mito come l’attore Steve Mcqueen e si rieditano le giacche e gli abiti che indossava nei suoi film più di successo. Una vera operazione di marketing, quella della Belstaff, che ha riprodotto la sahariana originale indossata dall’attore, acquistata a 34 mila dollari a Los Angeles! Ma anche Valentino Rossi ha ceduto alla tentazione. Il motociclista ha prestato la sua immagine ad Imatra, una griffe destinata a un pubblico giovanile e ispirata a un altro mito, Jim Morrison.


Anche Hoogan punta sullo scrittore Jack Kerouac, un mito della vip generation degli anni ’60, interpretando l’uomo in giro per il mondo con la tracolla, la giacca di pelle e gli scarponcini con i lacci. Ed è in viaggio anche l’uomo di Trussardi che, per esprimere meglio il concetto, presenta i suoi modelli su un tapisroulante fra trolley, cartelle e 24 ore, a riprova che sono gli accessori a far lievitare i fatturati.

E visto che non c’è niente di più pratico della sahariana, per un uomo costretto a spostamenti continui, Fay la propone in velluto lavato, idrorepellente con ampie tasche a soffietto.

Praticità, comfort e tecnologia applicata alla moda, l’ultima proposta di Monclair è il piumino vitaminico in nylon laccato e intarsi a contrasto. Tecnologia anche sulla passerella di Calvin Klein che propone cardigan e giacche impacchettate nel pvc, forse per creare una barriera al freddo.

Mentre Gaetano Navarra, la neve che non c’è la crea con la bomboletta spray, spruzzando pantaloni, trench, maglioni e giacche. Una trovata divertente come il cappuccio da Polo Nord (immaginate un eschimese per intenderci!) e guanti da falconiere.

Gran finale di moda e spettacolo per il debutto di Lilang, il primo marchio cinese che arriva in Italia. Danzatori e modelli, in abiti rossi e gialli, verdi, neri ispirati ai guerrieri di terracotta di Xian. La Cina è sempre più vicina.
Quanto ai consigli da dare ai signori che vogliono sapere cosa andrà di moda il prossimo inverno, si vocifera di un’alternanza tra due classici: il bianco o il nero.


(26/01/2007)