UN ALTRO SCANDALO NUCLEARE
Ancora una volta il nucleare miete vite innocenti. E la colpa รจ delle compagnie che gestiscono queste centrali. La conduttura che il 9 agisto ha provocato 2 morti in Giappone non era controllata adeguatamente dal 1976.
di comunicato stampa Greenpeace
L’ultima notizia e’ che la Kansai Electric Power Company (la compagnia proprietaria dell’impianto nucleare giapponese di Mihama) e’ sotto inchiesta con pesanti accuse di negligenza: la conduttura che ha provocato l’incidente mortale di due giorni fa non veniva adeguatamente controllata e manutenuta dal momento dell’installazione, nel 1976.

Ed e’ stata proprio una fuga di vapore a provocare la morte di quattro lavoratori dell’impianto e il ferimento di altri. Prima di questo incidente, negli ultimi anni in Giappone c’era gia’ stata l’esplosione nell’impianto di Tokaimura nel 1999, con due operai morti, molti feriti e centinaia di cittadini contaminati. Sempre a Tokaimura, nel 1997, un’esplosione aveva disperso in atmosfera gas radioattivo. Due anni prima, a Monju, un grave incidente al reattore autofertilizzante aveva portato alla sua chiusura. Nel 1991 in un altro reattore dello stesso impianto di Mihama si era verificata una grave perdita di radioattivita’.

Il Giappone e’ fortemente dipendente dal nucleare per la propria fornitura energetica. E mentre il Governo continua a sostenere incautamente l’industria nucleare, parallelamente cresce l’opposizione pubblica anche a causa dell’allarmante stato della sicurezza. Tokyo Electric Power Company (Tepco) sta ancora cercando di riprendersi dal recente scandalo sulle ispezioni sulla sicurezza falsificate, che imponevano la chiusura di tutti i suoi 17 reattori nucleari. Anche Kansai Electric Power Company, proprietaria dell’impianto di Mihama, e’ stata coinvolta nello scandalo.


Kansai Electric e’ stata anche al centro di un altro scandalo nel 1999, quando fu scoperto che il combustibile nucleare recapitato dalla British Nuclear Fuels riportava dati falsi: quella vicenda ha ostacolato i piani giapponesi di usare su larga scala il plutonio come combustibile dei reattori.

I reattori nucleari giapponesi stanno invecchiando: molti hanno circa 30 anni. Ma anziche’ incrementare le misure di sicurezza e chiudere i vecchi reattori, il governo sta facendo l’esatto opposto, riducendo le regole riguardanti l’industria. E visto che l’energia nucleare e’ molto costosa, le compagnie interessate hanno accumulato enormi debiti e per risparmiare tagliano innanzitutto sulle misure di sicurezza, senza alcuna cautela per gli addetti agli impianti e per le popolazioni circostanti.

Allo stesso tempo, sono stati cercati centinaia di miliardi di yen per coprire i costi del nuovo impianto di riprocessamento del plutonio a Rokkasho-mura nel nord del Giappone, enormemente antieconomico, ambientalmente pericolosissimo e a rischio di incrementare la proliferazione nucleare in Asia (www.greenpeace.org).

Questa evitabile perdita di vite umane arriva nel giorno del 59^ anniversario della bomba atomica americana su Nagasaki. Nonostante l’eredita’ di Nagasaki, questo incidente di Mihama, il terrificante stato della sicurezza dell’industria nucleare e la scarsissima fiducia da parte dell’opinione pubblica verso il programma nucleare del paese, il governo e l’industria giapponese vanno avanti con nuovi piani e impianti nucleari.

“Intanto le energie alternative, quali solare e eolico, non solo sicure ma anche piu’ pulite e assai meno costose dell’energia nucleare, non vengono considerate. Le vicende giapponesi – sostiene Roberto Ferrigno, responsabile delle campagne di Greenpeace – devono essere un monito per quanti in Italia, Governo ma anche opposizione, industria e qualche pezzo di sindacato, continuano a proporre un irresponsabile ritorno al nucleare, senza peraltro considerare il netto rifiuto delle popolazioni locali interessate: un’ipotesi insostenibile dal punto di vista ambientale e sociale, oltre che dal punto di vista economico”.

Per informazioni: ufficio stampa 348.3988607




(11/08/2004)