Il personaggio più importante al quale gli Abruzzi abbiano dato i natali è stato indubbiamente Gabriele D’Annunzio, ebbene proprio alla figura del Vate è stato creato un itinerario culturale ed enogastronomico che parte dalla città natale del poeta, Pescara, e che arriva a Francavilla al Mare, dove vide la luce il suo romanzo più famoso, Il Piacere.
In omaggio all’estetismo raffinato del romanzo, il percorso si articola e si snoda lungo il territorio della provincia di Chieti attraverso un universo di profumi e di sapori legati in particolare al vino. La prima tappa del viaggio è Miglianico, un centro che sorge sulla sommità di una colle che domina il territorio circostante, coltivato a vigneti e a uliveti; in paese, all’interno della parrocchia di San Michele Arcangelo si trova un affresco che ispirò D’Annunzio nella stesura di una delle Novelle di Pescara.
Spostandosi ancora di più verso l’interno si giunge a Guardiagrele, soprannominata da D’Annunzio la “terrazza d’Abruzzo” (ma anche la “città di pietra” per l’abbondante utilizzo di pietra della Majella nella realizzazione della chiesa di Santa Maria Maggiore) e che raggiunse il proprio periodo aureo sotto la famiglia degli Orsini; oggi la cittadina è famosa per le lavorazioni del rame e del ferro battuto, i cui manufatti sono in vendita in numerose botteghe del centro storico.
Voltando verso la costa, Crecchio è una paese circondato da uliveti il cui museo locale ospita una quantità impressionante di reperti archeologici datati al periodo bizantino e medievale. Il seguente centro di Canosa Sannita è un importante centro agroalimentare dove si coltivano la vite, gli ulivi e gli alberi da frutta, mentre Tollo è conosciuta come la “città della vite” tanto che un recente progetto di ristrutturazione del centro storico prevede che le case vengano ridipinte esternamente con i colori dell’uva e del vino (qui si producono Montepulciano, Sangiovese e Trebbiano). La cittadina più grande del percorso è Ortona, uno dei principali centri archeologici della regione per la presenza di sepolcreti di età preromana dai quali sono stati rinvenuti reperti e iscrizioni in gran quantità.
In età bassomedievale Ortona fu un centro di primaria importanza per i traffici che da Venezia si dipanavano lungo l’Adriatico e quindi nel Mediterraneo, tanto che nel 1566 fu saccheggiata e data alle fiamme da parte dei turchi. È obbligatoria una visita all’enoteca regionale e alla cattedrale cittadina dedicata a San Tommaso per vedere lo splendido portale in stile gotico; immediatamente fuori dal centro storico si trova il cimitero di guerra dei canadesi, dove sono sepolti circa millequattrocento soldati caduti nel secondo conflitto mondiale.
Il giro della provincia si conclude a San Vito Chetino, che sorge su uno sperone roccioso (che D’Annunzio citò nei suoi scritti come il Turchino) e che fu citata nel X secolo come porto di Gualdo (successivamente il toponimo fu mutato in quello attuale per la presenza della chiesa omonima). Qui D’Annunzio scrisse la tragedia Il trionfo della morte e trascorse qualche tempo in una propria residenza davanti al mare tra piante di ginestre, di ulivi e di aranci.
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