Genitori di tutto il mondo, prendete i vostri figli e consegnateli agli animatori più pazzi del pianeta per una colonia estiva che inizia nel luglio 1992.
Il protagonista, il giovane Vincent Rousseau, si trova a dover gestire, da capoanimatore, i colleghi “fuori di testa” che si azzuffano tra loro e ingovernabili bambini che incarnano gli stereotipi del cinema francese, tra cui il complessato (“nel mondo ci sono più vivi o più morti?”), che prima si piange addosso per non avere la ragazza e poi, con una performance canora, finirà in tenda con molte ragazze, il piccolo pazzo che assume Lexotan e l’arrogante (belga) che legge giornali d’economia, parla il politichese e fornisce consigli di seduzione ai suoi educatori.
È “Primi amori, primi vizi, primi baci”, film francese, prodotto in Italia da Filmauro, vincitore del premio Pubblico e Giuria Internazionale della Commedia dell’Alpe D’Huez 2006, la cui trama risulta scarna ma divertente.
Le figure senza dubbio più comiche sono quelle del cuoco di origine turca, che prepara i manicaretti della sua terra - non proprio leggeri - per la colonia, poi “apprezzati” dagli ispettori sanitari, e dell’animatrice timida che muterà il suo comportamento nel corso del film finendo per sposare Vincent.
Commediola leggera - è la definizione più giusta - nella quale si alternano scene tragicomiche e situazioni divertenti, in cui i protagonisti si scambiano le prime effusioni e si accendono le prime sigarette.
Il pregio della pellicola sembra stare nel far coincidere il mondo dei piccoli con quello degli adulti, quasi a voler sottolineare che certi aspetti, caratteri e comportamenti non sembrano destinati a cambiare con il passare del tempo.
Coloro che sono stati in colonia non scorderanno tanto facilmente questa esperienza, il film invece difficilmente lo ricorderemo.
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