The Andersen Project è stato commissionato a Lepage dalla Fondazione Hans Christian Andersen per il bicentenario (2005) della nascita del celebre favolista danese.
Inizialmente restio ad accettare (“non ho mai avuto grande affinità con i racconti per l'infanzia”), l’artista si è lasciato convincere solo dopo aver letto il diario di Andersen, ritrovando tra le sue pagine una perfetta adesione a molti lati della sua stessa personalità: un uomo profondamente malato di solitudine, grande viaggiatore, convinto che la miglior maniera di ritrovare se stessi fosse di andare a conoscere l'altro.
Nasce così questo solo-show, scritto, diretto e interpretato dallo stesso Lepage per la compagnia Ex Machina, che dal 1994 elabora spettacoli in cui la componente tecnologica è sempre più rilevante (La Géometrie des Miracles, Zulu Time, La Casa Azul, The Busker’s Opera, La Celestina).
Nella finzione teatrale il personaggio semi-autobiografico di Frédéric Lapointe, autore di testi per canzoni rock del Québec, va a Parigi per creare su commissione del Teatro dell’Opera il libretto di un'opera lirica per l'infanzia tratta da un testo di Andersen, La Driade. La fiaba racconta di una ninfa, spirito di un albero, che rinuncia all'immortalità, spinta dal desiderio di conoscere Parigi.
È il 1867, anno della Grande Esposizione Universale, della fotografia, del telefono, del motore a scoppio, della rivoluzione industriale, della nuova pittura impressionista, del passaggio dal romanticismo al modernismo. Il soggiorno parigino di Lapointe si sovrappone così al viaggio che lo stesso Andersen compì per visitare l’Expo e si intreccia con il viaggio iniziatico che la Driade compie realizzando il suo sogno.
Il tutto avviene con una agilissima sovrapposizione di piani temporali e di personaggi, tutti impersonati da Lepage, sullo sfondo di una scenografia digitale che ricrea le diverse ambientazioni delle storie parallele.
E così avviene che la prigionia della ninfa dentro l’albero è quella di Andersen rispetto alla rurale e conservatrice Danimarca, e anche un po’ quella dello stesso Lepage-Lapointe dentro l'enclave del protezionismo linguistico e culturale del Québec, dentro il suo essere artista solitario.
Storia di prigionia e solitudine è anche quella del direttore-impresario dell'Opéra, ennesimo personaggio abilmente interpretato dall’attore, manager di successo, ironico, impetuoso, senza scrupoli, di cui pian piano si riveleranno i lati più umani.
In uno spazio scenico sempre in movimento, fra immagini virtuali, luci strobo, burattini e pochissimi essenziali oggetti, Lepage indaga in 125 minuti filati territori complessi ed intimi come la ricerca di se stessi, la sessualità, il desiderio di riconoscimento, le debolezze, il confronto tra passato e presente, tra nord e sud, tra l’arte ufficiale e l’arte underground, tra romanticismo e modernità.
L’eclettico attore-autore-regista si districa in questo intreccio con una fantasia inesauribile, mescolando di continuo poesia, ironia e drammaticità, e riuscendo ad essere credibile persino quando, da solo sulla scena, conversa con gli altri personaggi invisibili con una naturalezza tanto travolgente che sembra di sentire anche le loro voci.
“The Andersen Project”
Autore, regista, interprete: Robert Lepage
Compagnia Ex Machina
Roma-Auditorium della Musica
Musica per Roma e Romaeuropa Festival
27, 28, 29 ottobre 2006
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