DE CARLO ESPLORA IL MARE DELLE VERITA'. UN THRILLER POLITICO-RELIGIOSO
ANDREA DE CARLO

"E’ un documento scritto con la più totale sincerità e passione, che dimostra senza mezzi termini quanto sia criminale predicare accanitamente contro l’uso dei preservativi e stare a guardare mentre nel giro di venticinque anni siamo passati da qualche decina di casi a quarantotto milioni di sieropositivi o ammalati di Aids nel mondo. Di cui solo un milione ha accesso alle cure. E tre milioni ne muoiono ogni anno, mezzo milione di bambini".

di Daniel Tarozzi
Ho terminato da alcuni giorni di leggere l’ultimo romanzo di Andrea De Carlo e nell’accingermi a recensirlo ho aperto a caso una pagina ed ho trovato questo frammento di dialogo. Ho deciso di riportarlo perché ben riassume uno dei piani su cui si svolge la narrazione: quello del thriller politico-religioso usato come espediente per narrare e denunciare l’indifferenza o peggio l’interferenza del Vaticano nella vita di milioni di africani “condannati” a morire di Aids piuttosto che a praticare sesso sicuro.

Molti, comunque, i modi in cui si potrebbe definire questo romanzo: un thriller che è una storia d’amore. Una storia d’amore che è un thriller. Un libro sui rapporti familiari. Sulla perdita di un padre. Sulla difficoltà di riconoscere nel proprio fratello un individuo che ha preso una strada diametralmente opposta alla propria. Sul rifiuto dei valori vigenti nella nostra società. Sull’ipocrisia e la fragilità del mondo dei media, della politica, nonché della vita di tutti i giorni di milioni di noi. Sulle incongruenze e le difficoltà di molta della sinistra italiana.

E poi, sul più classico tra i temi “decarliani”: l’improvviso vuoto che coglie la vita dei suoi protagonisti, consci che tutto ciò in cui hanno creduto fino a quel momento è niente e che solo seguire l’impulso “nel momento” li potrà portare ad attimi di “pura vita”, unito ad un amore-odio per le città (questa volta è Roma lo spazio in cui si muovono i personaggi nella prima parte della storia) vista come aliena, soffocante, puzzolente, angosciante. In una parola disumana.

Ma definire un romanzo è sempre un’operazione parziale e ingiusta. Meglio allora cercare di trasmettere qualche spunto e qualche riflessione.

Questo “Mare delle verità”, non deluderà gli amanti dello scrittore milanese. Lo stile con cui cattura il lettore, infatti, è quello ormai collaudato negli anni. La novità (rispetto alle ultime pubblicazioni) è data dal tentativo di trasmettere contenuti propriamente politici, accanto a quelli più intimistici e personali. Il Vaticano, i mass media e i politici, sono qui visti come un unico grande “leviatano” che muove i suoi smisurati tentacoli per soffocare qualunque barlume di dissenso.

Tutto ha inizio quando “Lorenzo Telmari”, il protagonista delle vicende narrate, viene informato dal fratello della morte del padre. Mi sentivo in colpa per non essere già lì, indipendentemente dal suo tono, eppure non ho resistito a dare un paio di altri colpi con il bastone per liberare gli allori.

Subito emerge la maestria con cui viene descritta la reazione di fronte ad un evento luttuoso. Lo spaesamento che inizialmente ha la meglio. L’assurda contrapposizione tra quanto appena scoperto e il mondo attorno a sé (gli allori), che è ottusamente indifferente a quanto capitato.


Lorenzo parte alla volta di Roma, lasciando la sua casa umbra coperta dalla neve invernale. Giunto a Roma, si stabilisce a casa del fratello minore, Fabio, che ha intrapreso una brillante carriera politica nelle file del “Mirto Democratico”. (ogni riferimento è puramente casuale…)

La contrapposizione tra i due fratelli, oltre che dagli opposti stili di vita, è ben espressa dal modo in cui il mondo “esterno” definisce Lorenzo sui giornali: “Il figlio maggiore che ha buttato alle ortiche l’insegnamento della storia per dedicarsi alla sua passione per il mare”.

La visione di De Carlo sui nostri media e sulla nostra società emerge quindi netta e spietata. Seguire passioni non convenzionali, viene visto dai nostri simili come un clamoroso fallimento, un aver gettato alle ortiche ciò che “avremmo potuto e dovuto fare” per rientrare nelle comode e efficienti schematizzazioni con cui ogni giorno ci rapportiamo alla realtà.

Durante il funerale, comunque, Lorenzo incontra Mette, la ragazza che gli sconvolgerà la vita. Pian piano, egli viene infatti risucchiato in un vero e proprio thriller internazionale: un famoso cardinale, poco prima di morire, avrebbe scritto un memoriale in cui ammetteva di avere l’Aids e denunciava la politica del Vaticano sulla materia.

Esistono tre copie del memoriale e qualcosa o qualcuno è disposto a fare di tutto (anche uccidere) pur di distruggerle. La ricerca e la fuga di Lorenzo e Matte vivrà un crescendo continuo, trascinando entrambi per strada e per mare, fino all’approdo in Portogallo.

Lorenzo vivrà quest’esperienza in modo interiormente passivo, facendosi trascinare dagli eventi e guidare dai sentimenti, senza riuscire a comprendere se il suo agire per ottenere il memoriale sia puramente strumentale per arrivare alla ragazza di cui è innamorato o sia autentico. Il finale sorprende il lettore, perché giunge improvviso e inaspettato, seguito da poche brevi righe, che più che essere un finale potrebbero e dovrebbero essere di stimolo per un nuovo inizio nell'agire di tutti noi:

“Il 6 settembre 2006, quando è uscita la prima edizione di questo libro, la popolazione mondiale era di 6.648.3386.537 persone.

Il 6 settembre 2011, tra soli cinque anni, sarà di 7.143.813.888 persone.

Il 6 settembre, tra dieci anni, sarà di 7.679.196.663 persone. Vale a dire, un miliardo di persone in più rispetto ad oggi”
.



P.S. Andrea De Carlo partecipa alla campagna “Scrittori per le foreste” lanciata da Greenpeace. Questo libro è stampato su carta riciclata senza floro e non ha comportato il taglio di un solo albero.


(20/10/2006)