GIORNO QUATTRO: LA FESTA E' ANCORA VIVA!
Molte le proiezioni e le star presenti anche oggi alla festa del cinema. In particolare, oggi è stato presentato il primo film di Corrado Guzzanti, Fascisti su Marte.
di Giancarlo Simone Destrero
Certamente oggi non era facile tenersi sui livelli cinematografici di ieri. L’evento della Festa del Cinema di Roma rimane sempre una grande attrattiva popolare, però gli addetti ai lavori ospitati ieri dalla kermesse non sono facili da eguagliare, come bravura e notorietà.

Comunque, la presenza del regista Luc Besson, dell’indiana Mira Nair e degli attori Viggo Mortensen ed Enrico Lo Verso hanno rammentato a tutti che la prima edizione della Festa non è ancora finita.

Inoltre oggi sono stati presentati dei film interessanti. Su tutti, la prima esperienza cinematografica di Corrado Guzzanti, Fascisti su Marte, idea nata dagli sketch che l’attore e la sua combriccola girarono per la trasmissione televisiva Il caso Scafroglia. Poi il film Alatriste di Agustin Diaz Yanez, presentato stamattina; un’opera in costume tratta dai romanzi di Perez Reverte.

Nel Teatro Studio invece, sempre in mattinata, è stato proiettato il film in concorso Fu Zi di Patrick Tam, un regista di Hong Kong che era fermo da 17 anni. L’opera racconta il difficile rapporto tra un uomo, abbandonato dalla moglie, ed il proprio figlioletto.

L’altro film in concorso di oggi è L’Heritage di Temur e Gela Babluani, un’opera georgiana che, attraverso gli occhi di alcuni personaggi francesi, vuole raccontare l’orrore dei risentimenti familiari che dilania le varie etnie dei paesi ex sovietici. Una vicenda metaforica sulle belligeranze medio-orientali, che sembrano destinate a non finire mai. Un film che è stato piacevole guardare e che dà molti spunti di riflessione.

Ma torniamo all’anomalo film di Corrado Guzzanti. Domani (nrd oggi) ci sarà la conferenza stampa col bravissimo comico romano. Intanto, oggi pomeriggio è stato possibile assistere alla proiezione del film. L’esperienza è stata davvero positiva. Non solo un’, ma anche un’intelligente riflessione sulle stupide limitatezze umane, italiane nello specifico.

Un gruppetto di gerarchi fascisti comandati da Gaetano Barbagli nel maggio del 39’ parte con un razzo navale per colonizzare Marte, il rosso pianeta bolscevico e traditor. La fantascienza si compenetra con la fantastoria ed il tutto viene raccontato come un vecchio cinegiornale di quel periodo. Come un falso documentario storico sulle imprese di questo gruppo di fascisti che vuole esportare la propria civiltà e sostituirla alla barbarie dell’ambiente marziano.

Come nei momenti più alti del Guzzanti televisivo, la satira politica è strepitosa, passando dalle estremizzazioni degli atteggiamenti di stampo dittatoriale alle allusioni della nostrana contemporaneità bipolarista. Inoltre, l’atteggiamento particolarista e conservatore -manifesto nell’ideologia fascista- che il film propone, serve anche come spunto di critica ad un certo stupido dogmatismo che, vincolando completamente la libertà di pensiero, riesce ad ottenebrare qualunque percezione cognitiva.

Per il gruppetto di gerarchi, quindi, le pietre del pianeta rosso saranno il popolo marziano da sottomettere al proprio squinternato imperialismo e gli alieni, che finalmente li avvicineranno, saranno visti solo come un branco di fastidiose donnette. Il film, tralaltro, è uno spasso anche dal punto di vista degli effetti speciali e del montaggio, con dei divertenti rimandi cinematografici a De Sica e Kubrick, la cui ricontestualizzazione rende irresistibili.


(17/10/2006)