Prima di addentrarci nella seconda tornata di divi, soprattutto dive, acclamati ed idolatrati dalla folla presente all’Auditorium, come e più di ieri, parliamo un pochino di cinema. La presenza principale di oggi era sicuramente il maestro Otar Iosseliani, che accompagnato dal grande attore Michel Piccoli, ha presentato alla stampa il nuovo film Jardins en Automne, in uscita nelle sale italiane il 20 Ottobre. Mentre guardavo questo splendido ultimo lavoro del regista georgiano, una summa delle tematiche affrontate nella sua opera, non ho potuto fare a meno di pormi una domanda: Iosseliani è pazzo?
O almeno, c’è del metodo nella sua follia visionaria? La risposta è sicuramente insita in quel sottile legame tra follia e genialità che, a volte, non è facile da scindere. Chi vedrà il film potrà capire. La meravigliosa discesa di un uomo dalle stelle alle stalle e, allo stesso tempo, la rinascita essenziale dell’umore vitale e l’ascesa del proprio spirito dionisiaco.
La cosa che lascia affascinati è che il protagonista di questa altalena è un ministro, che perde la propria poltrona e rimane disoccupato. Una favola. Proprio perché quest’uomo rimane una persona onesta. Pur se con tutti i suoi vizi, fiumi di alcool e donne dappertutto, egli è una persona corretta.
E le persone corrette quando perdono un lavoro istituzionale, escono dalla porta del ministero e non vi rientrano dalla finestra. Pensiamo alla politica reale, almeno a quella nostrana, e già potremo apprezzare la purezza di un tale soggetto. Una favola, appunto, che solamente una mente particolare può immaginare.
A questo sfondo aggiungiamo tutto lo spirito della musica che il regista ha dichiarato di utilizzare nei suoi film. I protagonisti, l’ex ministro ed i suoi amici, sono tutti dei poveracci artistoidi, eppure proprio per questo riescono a godersi la vita riuscendo ad apprezzare le cose semplici, come un buon bicchiere, un prato, una passeggiata.
Il condimento barocco della messa in scena del regista, poi, riesce genialmente ad ordinare questo caotico divertimento, che è il mondo dei suoi film. Un mondo dove gli animali sembrano, saggiamente, aspettare gli uomini e questi ultimi, a loro volta, ritrovano la felicità solamente recuperando quell’animalità perduta nelle burocrazie umane.
Ma sentiamo cosa ha da dirci Iosseliani, su questo film e su questi temi: “Mi sono sempre interessate le vite dei poveri ed i particolare dei clochard, sin da quando ho cominciato a leggere di loro nei romanzi di Mark Twain. Quelle antiche novelle dove i poveri uscivano dalle strade, non si sa bene da dove, per poi incontrarsi nei giardini pubblici. E nel mio film succede proprio questo. L’ex ministro si ritrova nei giardini con gli altri amici di strada e, in un posto come quello, si viene sempre accettati, si ha sempre il piacere di condividere la sorpresa della vita, non ci si sente domandare perché si è lì o per quale motivo si è stati licenziati, ci si saluta affettuosamente, e questo basta. Penso che un’esperienza del genere possa far bene anche ai nostri politici occidentali, stando in Italia penso a Berlusconi…”.
E gli animali che, in questo film, sembrano avere la stessa centralità degli esseri umani? “Nella tradizione egiziana gli animali erano venerati, il gatto su tutti. Essi non hanno bisogno della parola per esprimersi, eppure si comprendono perfettamente tra loro e si lasciano comprendere da noi. Un po’ come quello che succede nel mio film, dove i personaggi pian piano non hanno più bisogno di spendere troppe chiacchiere, il film, a tratti, è quasi un film muto. Questo non è un fatto simbolico, è semplicemente una riflessione sul nostro attuale malessere.”
Il regista spiega anche il suo modo di lavorazione. “Più che legarmi ad un certo tipo di sceneggiatura tradizionale dove sai già come la storia andrà a finire, all’americana per intenderci, mi piace cercare la forma visionaria nello spirito della composizione musicale, ed è un modo che mi soddisfa perché rende omaggio all’eterna ignota sorpresa della vita”.
Alla fine insieme all’attore Piccoli, che qui interpreta esilarantemente la mamma del ministro, il regista si lascia andare a qualche divertente battuta sulla grandezza dell’attore francese e sul suo talento femminino. Un attimo meraviglioso che dura il tempo della visione e della conferenza stampa. E poi, di nuovo nel caos, nelle attese. Oggi i riflettori sono tutti per Monica Bellucci, interprete del film N(io e Napoleone) di Paolo Virzì e proiettato stamettina alla Festa.
E poi le ragazzine che urlano per Stefano Accorsi ed equilibrano gli uomini in visibilio per la Bellucci. L’altro film in concorso, oltre a quello di Iosseliani, presentato oggi è stato Nightmare Detective di Tsukamoto Shinya, un fumettone di genere trash con risvolti psicanalitici che al sottoscritto non è piaciuto per nulla.
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