INTERVISTA A PAUL MCGUIGAN, REGISTA DI SLEVIN - PATTO CRIMINALE
Parla il regista del film campione d’incassi e vincitore del Cavallo di Leonardo al Milano Indipendent Film Festival.
di Emanuela Graziani
Il film Slevin – Patto criminale, nelle sale il prossimo 25 Agosto, che si è aggiudicato ben quattro premi speciali all’ultima edizione del MIFF, tra cui Premio del Pubblico, Premio per il Miglior montaggio, Premio per il Miglior attore protagonista e Premio per la Miglior sceneggiatura, in sole due settimane di programmazione in America ha incassato ben 24 milioni di dollari, imponendosi all’attenzione del pubblico. Con un cast di attori internazionali, tra cui spicca il premio Oscar Morgan Freeman e il candidato all’Oscar Bruce Willis, il film di Mcguigan è un’incredibile gangster movie dai dialoghi arguti e straordinariamente espressivi, un pellicola che nella classifica britannica è al primo posto tra i film più visti.
Abbiamo incontrato per voi il regista dell’attesissimo film, Paul Mcgugain.

Nel suo film compaiono nomi di attori internazionali come Josh Hartnett, Morgan Freeman, Bruce Willis e Ben Kingsley. Com’è stato lavorare con loro?

E’ incredibile l’energia che emanano. Una delle scene più memorabili del film è un tour de force recitativo tra Freeman e Kingsley, due premi Oscar, due dei migliori attori dei nostri tempi che condividono la scena per la prima volta in una sequenza di nove minuti senza battere ciglio. Tutto il cast è rimasto ipnotizzato. A tal proposito devo dire che lavorare con attori del calibro di Bruce significa ridefinire completamente l’assetto artistico del set. I veri attori sono coloro che amano fare buoni film, che hanno la pazienza e l’umiltà di entrare nel personaggio cercando di capirne la personalità, nel tentativo di esprimere l’interiorità di una persona. La verità è che all’inizio non ci aspettavamo di poter contare su attori come Morgan e Bruce ma poi, in sole otto settimane, abbiamo messo su un cast da sogno.

Slevin – Patto Criminale è un gangster movie che affronta la storia di un giovane che rimane coinvolto in una guerra tra bande. Perché ha scelto di girare un film sul crimine?

Il crimine accompagna l’uomo in tutta la sua storia evolutiva adattandosi, nelle forme e nei contenuti, alla mutevole realtà sociale. Nel mio film il crimine nasce dalle situazioni più assurde e non ha necessariamente una valenza psicologica gravosa; si può diventare delinquenti per mille ragioni e magari uccidere per nessuna di queste. Slevin –Patto Criminale è un thriller dai risvolti imprevedibili e con personaggi irriverenti. Nella pellicola i gangster non somigliano ad alcun clichè, sono molto più intelligenti e loquaci del solito. Il pubblico è trasportato dall’eccentricità e dai balzi di immaginazione dei protagonisti principali.

Per il suo film Bruce Willis ha accettato un ruolo da non protagonista. Cosa ha pensato quanto ha ricevuto la conferma da parte dell’attore?

Sono rimasto davvero sorpreso. La verità è che non pensavamo potesse interessarlo. Bruce nel film interpreta il ruolo di Goodkat, un killer senza scrupoli ma con un gran senso dell’umorismo. La cosa più straordinaria di Willis è che riesce ad essere assolutamente credibile quando uccide qualcuno, i suoi occhi diventano d’un tratto freddi e senza colore, quasi impenetrabili. La sua presenza nel cast è una conferma dell’interesse che gli attori hanno dimostrato nei confronti di un film dalla sceneggiatura complessa, difficile da interpretare perché particolare e innovativa. Ricordo che durante le riprese Bruce si sedeva accanto a me e osservava le prove di Freeman e Kingsley, era eccezionale nel suo ruolo da ammiratore.

Il personaggio principale del film è interpretato da Josh Hartenett che al Milano Indipendent Film Festival ha vinto il Premio per il Miglior attore protagonista. Perché questo personaggio affascina tanto il pubblico?

In origine la sceneggiatura raccontava la storia di un ragazzo incredibilmente sfortunato. Successivamente abbiamo arricchito il personaggio con una serie di elementi carismatici. Per interpretare il ruolo volevo qualcuno che avesse una straordinaria sensibilità, un ragazzo mite ma arguto, capace di addentrarsi nel mondo fantastico dei gangster per poi uscirne cambiato. Il personaggio di Hartnett affascina lo spettatore perché contribuisce alla creazione di quella medesima sensazione di impotenza e paranoia di un giovane che, nonostante tutto, rimane incredibilmente calmo e divertente. E’ la storia di tutti noi, della nostra rivincita sul mondo.

Ora che sta avendo un successo internazionale, cosa pensa del suo film?

Sono molto soddisfatto. Tra i lavori che ho fatto questo è forse il più completo e articolato. Un film che piace al pubblico; una pellicola che ti arricchisce e ti stimola da dentro.


(26/07/2006)