Il parco di divertimenti di Torvaianica, dopo aver aperto i battenti il 14 settembre scorso senza alcuna autorizzazione, come previsto dalla normativa vigente, festeggia oggi l’inizio della nuova stagione commerciale. Con la morte di uno dei suoi ospiti.
“A nemmeno un anno di apertura di Zoomarine annunciamo la morte di un giovane esemplare di delfino” – dichiara Ilaria Ferri, Direttore dell’associazione Animalisti Italiani Onlus – “La notizia, volutamente tenuta segreta finora mi è stata confermata invece dalla Asl di Pomezia.
Il decesso è avvenuto nei mesi scorsi e di certo riguarda un delfino giovane, visto che tutti gli animali detenuti non superano gli otto anni di età. Chi sarà il delfino che invece di essere così felice come narra furbescamente e in modo ipocrita la voce che accompagna la loro triste esibizione, è morto per cause che non sono state rese note? Sarà forse King, nato nel 2004 come Lua o Luna e Marco nati nel 2000 o Xinana nata nel 1999, oppure chi altro? Tutti esemplari giovani che ancora avrebbero vissuto con la loro famiglia di appartenenza se non fossero stati costretti, invece, a fare i pagliacci per poter mangiare!
L’equivalente di bambini costretti a lavorare e sottoposti per questo alla deprivazione alimentare, quella che i loro carcerieri definiscono “rinforzo positivo”.
Questa morte chiarisce e conferma che i delfini muoiono in cattività, che questa struttura tanto pubblicizzata perché avrebbe gli standard più elevati, invece non garantisce affatto la sopravvivenza di animali che non dovrebbero vivere in queste condizioni misere e tanto innaturali.
Il delfino morto entrerà nelle raccapriccianti statistiche per cui solo uno su quattro dei delfini in cattività raggiunge il primo anno di vita e il 50% di essi non raggiunge neanche i sette anni di età.
Di questo drammatico evento gli animalisti italiani ritengono anche responsabili le istituzioni competenti che non hanno impedito l’arrivo degli animali in una struttura che non possiede alcuna autorizzazione e licenza come previsto dalla normativa ed anche tutti coloro che, non segnalando volutamente all’ufficio CITES portoghese e spagnolo questo “piccolo” dettaglio della totale assenza di licenza, per la quale è stata infatti elevata dal CFS una multa di 30.000 euro, hanno invece consentito l’importazione dei cetacei e il loro sfruttamento.
Gli animalisti hanno richiesto che su questa morte venga fatta chiarezza, promovendo quindi interrogazioni provinciali, regionali e parlamentari ed ho invocato l’intervento immediato del Ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio.
Gli animalisti italiani giudicano vergognoso il silenzio delle istituzioni che negano anche il rispetto della legalità e l’omertà, nonché il vero e proprio comportamento mafioso che da più parti hanno consentito la nascita di una struttura nella quale il divertimento è solo di chi continua a lucrare sulla pelle di animali innocenti. MA I DELFINI VOLANO? NO, A ZOOMARINE MUOIONO!”.
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