Gli Alisei, questo il segreto di Gran Canaria, la maggiore delle isole dell’arcipelago omomino.…
Grazie a questi venti, umidi, freschi, provenienti dall’anticiclone delle Isole Azzorre, l’isola gode durante tutto l’anno di un clima primaverile e, al tempo stesso, con una sola ora di macchina si può prendere il sole e fare un bagno sulla spiaggia o giocare con la neve sulle vette…
Gran Canaria è un’isola piena di diversità, a cominciare dalle sue spiagge: la cittadina Playa de Las Canteras – che costeggia la capitale Las Palmas – lunga quasi quattro chilometri, con la sua passeggiata ricca di bar, ristorantini e locali per tutti i gusti, negozietti più o meno tipici, arenile protetto dalla barra, uno scoglio vulcanico e il recentissimo Alfredo Kraus Auditorium – progettato dall’architetto Oscar Tusquets – che con le sue sculture tutte ispirate al mare testimonia il profondo legame dei canari (questo il nome degli abitanti dell’isola) con l’oceano.
Spiagge molto diverse dominano il sud dell’isola, dove il clima è più secco, a cominciare da Maspalomas, con i suoi 250 ettari di dune accanto al mare, e poi Mogán, Meloneras, Playa dell’Ingles, Puerto Rico da dove è possibile imbarcarsi su un catamarano alla volta dell’Oceano e, se si è fortunati, poter gioire di incontri strabilianti: nugoli di delfini guizzano giocherelloni da un lato all’altro del catamarano e, dapprima solo gli spruzzi poi, sempre più vicino, si avvista l’imponente danza delle balene…
Gran Canaria, però, non è solo spiagge, ma case rurali centenarie e recentemente restaurate, i barrancos, cioè gole profonde e verdissime, i camminos reales ovvero le passeggiate su sentieri rupestri recuperati negli ultimi tempi, il Giardino Botanico Viera y Clavijo, esteso su 27 ettari tra i barrios di Tafira Baja e Tafira Alta.
Passeggiando tra siepi e vialetti insospettabili cactus si dipanano lungo il terreno oppure si inerpicano verso il cielo in ramificazioni dalle molteplici forme. E ancora… i boschi di pino, i palmeti, Los Tiles di Moya, la riserva che contiene una delle ultime testimonianze della laurisilva di Gran Canaria con più di 50 specie di piante e alcune centinaia di invertebrati, alcune in pericolo di estinzione, come la chahorra (Sideritis discolor) o la cresta de gallo (Isoplexis chalcantha). Spiagge, mare, natura, oceano e storia…
La Casa Museo de Colon, in perfetto stile architettonico dell’isola, dai grandi cortili interni, dalle stanze con i pregiati soffitti a cassettoni di legno racconta, con magica atmosfera, le peregrinazioni di Cristoforo Colombo che sostò dal 12 agosto a 6 settembre 1492 proprio a Gran Canaria prima di “avvistare terra”, approdando a Guanahani…
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Il Museo Canario, situato nel quartiere Vegeta Triana, riporta immediatamente indietro nel tempo, alla civiltà preispanica e al modo di vivere dei guanchoS, i primi abitanti dell’isola così come le caverne del Cenobio de Valeron, granaio naturale in cui le popolazioni custodivano il raccolto distinguendo i diversi anfratti con disegni dalle forme e dai colori specifici per ogni famiglia.
La storia delle Canarie come luogo di benessere e salute inizia nella metà del XIX secolo, quando era nota ai medici europei che ne raccomandavano il suo clima e le sue acque minerali.
Essendo il luogo un vero paradiso per dimenticarsi dello stress, della stanchezza e per soddisfare la voglia di allontanarsi dal malessere dell’affanno quotidiano e, di conseguenza, presto di ebbe un grande incremento del settore turistico, in particolare quello legato al benessere.
Questo tipo di turismo si sviluppò, dapprima, sul versante della Capitale lungo la spiaggia di Las Canteras per proseguire, alla fine degli anni ‘60, a Maspalomas, Puerto Rico e Patavalaca nel comune di Mogan.
Oggi l’offerta benessere è amplissima: sono moltissimi, infatti, gli alberghi che hanno all’interno della propria struttura una spa dove poter usufruire di terapie che, abbinate alla vacanza prettamente marittima, fanno di un soggiorno a Gran Canaria un vero e proprio modo per riconciliarsi con se stessi.
Gran Canaria ci culla tra le sue dune e le sue onde spumeggianti, il suo sole ci accarezza la pelle, l’isola accoglie con l’abbraccio caldo ed avvolgente, con i suoi sapori, con gli splendidi vini locali da sorseggiare sbocconcellando papas arrugadas (patate di piccole dimensioni cotte con la buccia), pezzetti di formaggio tra i quali giganteggia il Flor de Guía, lavorato con il cardo, accompagnato da un chorizo di Teror – cittadina dell’interno dell’isola – salsiccia di sanguinaccio venduta anche sulle bancarelle del mercato…
Se, poi, gli assaggini hanno stuzzicato l’appetito, è bene lasciarsi trasportare in un viaggio tra i sapori canari a 360°, a partire dal gofio per passare al puchero canario, zuppa a base di zucca, patata, ceci teneri, pesce in salamoia o bollito il tutto servito col mojo, probabilmente l’elemento più tipico della cucina canaria.
Usati per accompagnare carni, pesci, patate, i mojos sono salse a base di olio, aceto, aglio, sale e diverse spezie, secondo il tipo: paprica per il mojo colorao, peperoncino piccante per il mojo picòn ed altri ingredienti per il mojo verde.
Preferite una zuppa o una minestra? C’è solo l’imbarazzo della scelta: la più famosa è la minestra di jaramago, pianta tipica dell’isola, molto simile alla foglia tenera di rapa. Non mancano, ovviamente, piatti di carne e di pesce e, per finire in dolcezza, l’immancabile gofio si accompagna al latte e allo zucchero per incontrarsi con le morcillas, dolci a base di zucchero e uva passa, il pan di papas (patate), la torta di banane, le ñame al miele, il tirijaras, cioè torrone di gofio...
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