PALIO DI FERRARA. AD OGNI COLPO UN CAVALIER PER TERRA
Possibile che molte manifestazioni della goliardia umana debbano finire con degli animali uccisi? Possibile che l’uomo debba ancora divertirsi a discapito di altri? Possibile?
di Azzurra De Paola
Lo zoccolo destro di Bao Nero si gira, cade Grande Logica sbalzando via il fantino Andrea Mari, In Space si rompe l’arto anteriore destro, stessa sorte per Blasco.

Il 29 maggio a Ferrara si è svolto l’ennesimo palio insanguinato: tre cavalli morti, fantini feriti e risse fra i partecipanti.

Tutto questo è il palio. Poco dopo la partenza, subito cade il primo cavallo che rimane agonizzante e muore nel tempo che intercorre tra l’arrivo dei veterinari e il trasporto fuori della pista. Poco dopo, cadono altri due cavalli cui tocca la stessa sorte. Sembra sia colpa della pista, il terreno non era adatto alla corsa...

Il Regolamento per questi eventi recita testualmente che: “Il fondo del campo di gara deve essere sufficientemente soffice, privo di buche e bonificato da elementi (…) che potrebbero compromettere l’equilibrio degli animali o provocare lesioni (…).

In presenza di fondi duri, come l’asfalto (…) è indispensabile ricoprire la pista con uno strato di terreno di adeguato materiale e spessore (almeno 12 cm), il cui impasto e compattezza deve risultare omogeneo lungo tutto il tracciato (…) e definito tenendo conto del tipo di equide o altro ungulato ammesso alla corsa e quindi delle sue caratteristiche morfologiche”.
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Nelle prossime ore il consigliere regionale Antonio Nervegna verificherà che tali condizioni siano state rispettate. Ma se anche fosse, se anche le cadute fossero state accidentali, si potrebbe fare una lunga disquisizione etica in proposito.

La caduta e la morte dei tre cavalli non è una questione su cui soprassedere. Non è un argomento da accantonare. E non sta bene neppure che se ne scandalizzi solo la Lav o associazioni animaliste. E’ un problema che riguarda l’umanità tutta: il dramma dell’utilizzo di animali. Il circo, il palio, le sagre, la corrida.

Tutte queste manifestazioni sono diseducative, umilianti; un insulto alla sensibilità umana.

Ma non siamo stanchi di tutta questa paura che circola dietro i nostri divertimenti? Se anche le norme fossero rispettate, se anche la tradizione ha tramandato queste usanze, abbiamo tanti anni di sviluppo e scienza che dovrebbero dare al termine homo sapiens qualcosa di più che una semplice accezione teorica. Abbiamo gli strumenti intellettuali e culturali per porre fine ad ogni ingiustizia. Cosa stiamo aspettando?


(02/06/2006)