VOYAGER: MA CHE STORIA E' QUESTA? IL CODICE DA VINCI E L'INCOMPETENZA
Una puntata dal sottotitolo-esca sul mistero del "Codice da Vinci" fa perdere tempo al telespettatore incallito.
di Daniela Mazzoli
C'é solo una cosa che si rivela di poco peggiore rispetto ai talk show del pomeriggio e ai reality di prima serata. E sono quelle trasmissioni para-scientifiche che hanno pretese documentaristiche e di approfondimento senza averne lo spessore e le competenze. Cosi' ieri sera e' andato in onda uno speciale sul "Codice da Vinci", e funziona in questi giorni come specchietto per le allodole, anche le più esperte, che preannunciava ogni cinque minuti quello che saremmo andati a sapere in breve. "Tra poco l'importante spiegazione… la incredibile rivelazione… la esclusiva scoperta…" e noi tutti -attratti finalmente da un approccio meno romanzesco e più accademico alle teorie 'strampalate' di Dan Brown- non abbiamo più potuto cambiare canale.

Un montaggio perfetto, una regia da National Geografic e un presentatore da Telepace: tutto per elencare una serie di titoli da sommario che non sono mai diventati capitoli veri e propri. Abbiamo cosi' certificato che Gesu' non e' mai stato sposato, e da chi siamo venuti a saperlo? Da un sacerdote e da un professore universitario che non ha avuto il buon senso di citare neppure un documento.

Lui, il professore, ha timidamente asserito che il bacio di Gesù a Maria di cui si parla nel Vangelo apocrifo di Filippo forse non era sulla bocca perché la parola bocca non si legge in modo chiarissimo sul rotolo (!) ma che se anche fosse avrebbe avuto un significato del tutto diverso da quello che noi oggi diamo allo stesso gesto. E si sentiva benissimo il suo imbarazzo nel pronunciare la parola bocca associata a una donna e a Gesù.

Il sacerdote, invece, dall'accento spagnolo con un rimando immediato all'Opus Dei, ha citato un paio di brani del Vangelo in cui i discepoli asseriscono che, visti gli obblighi del matrimonio, e' meglio non sposarsi e Gesù concorda, e un passo in cui i discepoli si stupiscono nel veder parlare Gesù con una donna.

Come a dire: non ha grande consuetudine a frequentare donne! Eppure il Vangelo e' intriso di episodi in cui Cristo non solo parla ma difende, giustifica, chiama le donne come compagne e testimoni della sua avventura terrena. Eppure, questo è certo, la società giudaica in cui i discepoli erano cresciuti e operavano, era chiaramente poco incline a riconoscere dignità e partecipazione nella vita pubblica al sesso femminile.

Tant'é. Un paio di considerazioni e tutto e' messo a tacere. Lo stesso accade, pero', per il grande dipinto di Leonardo su cui, un po' pretestuosamente, poggia il romanzo di Dan Brown e anche le tesi oppositorie di chi vuole svelarne l'inganno.

In primo piano a dieci centimetri dal capolavoro, il conduttore Roberto Giacobbo ci fa una rivelazione 'della Madonna': proprio così. Quella che vediamo parlare con Pietro nell'ultima cena non è la Maddalena (e' stato quindi dato per scontato che non sia più nemmeno Giovanni) ma la madre di Gesù, Maria. Perché? Perché, sostiene il divulgatore, il suo viso è proprio identico a quello di un altro dipinto di Leonardo che raffigura Maria nella Vergine delle Rocce. Ma -verrebbe da chiedere- non si potrebbe più semplicemente trattare dello 'stile' dell'artista? Da cosa si riconoscono Giotto, Renoir, Van Gogh, Modigliani? Il tratto, l'impostazione somatica delle figure… e' lo stile, per cui un viso si riconosce immediatamente. Quello e' un Modigliani, quel viso e' di Leonardo.

Ma la trasmissione, che si definisce un "magazine di divulgazione storico-archelogica che affronta temi originali (!) con studi e testimonianze spesso sconosciuti al grande pubblico" preferisce avallare l'ipotesi di un figlio che si porta dietro la mamma pure nell'ultima cena coi compagni di viaggio piuttosto che lasciare nel dubbio che si possa ragionevolmente trattare di una giovane donna molto presente nella vita adulta di Cristo.

Allibiti ci sorbiamo i fantastici scenari che fanno da cornice all'intraprendente divulgatore -che ha percorso tutto il mondo conosciuto per girare questo prezioso documentario e rivediamo, non senza turbamento, un inserto sulla storia dei templari già andata in onda nella stessa serie e riciclata senza i giusti punti di raccordo col nuovo argomento.

Alla fine, impotenti davanti allo schermo, e con l'istinto di chiamare qualcuno della redazione per urlargli un banale 'vergogna', ci riassestiamo sul divano facendo zapping tra Porta a Porta e Matrix (Berlusconi e l'infertilità del maschio occidentale) e tutto ci sembra tornato normale. Finalmente tra persone amiche, che fanno bene il proprio mestiere…


(23/05/2006)