IL RE E LA REGINA
TITOLO ORIGINALE: Rois et Reine REGIA: Anaund Desplechin CON: Emmanuelle Devos, Mathieu Amalric, Hippolyte Girardot, Maurice Garrel, Noèmie Lvovsky, Magali Woch, Jean-Paul Roussillon FRANCE 2005 GENERE: drammatico DURATA: 2h 30’ DATA DI USCITA: 19 Maggio 2006 VOTO: 5
di Emanuela Graziani
Nora (Emmanuelle Devos), donna complicata e affascinante, sta per sposare il suo terzo marito. L’agonia per la perdita improvvisa del padre, famoso scrittore francese, provoca nella donna il riaffiorare di ricordi perduti e sensi di colpa celati. Nora, colta da disperazione, decide di chiedere aiuto all’irrequieto Ismal (Mathieu Amalric), suo secondo marito e folle amore della sua vita…

Il nuovo film di Arnaud Desplechin, vincitore di selezione per la 61° Mostra del cinema di Venezia e in concorso per il Festival di New York e il Festival di Vienna, vuole essere un ritorno alle origini della filmografia francese, prettamente bizzarra e notevolmente elevata. Il personaggio di Nora, della donna che incarna alla perfezione l’amore e la parabola del senso di colpa, è interpretato dall’attrice Emmanuelle Devos, donna dalla bellezza eterea che ricorda le sembianza di una eccezionale Sharon Stone in Casinò.

Il film affronta il tema del riconoscimento, della paternità, dell’adozione e della ricerca di identità attraverso una complessa struttura narrativa. L’intreccio filmico non è però in grado di giustificare l’eccessiva presenza di monologhi e di parti recitate a due, ne consegue una concatenazione oppressiva delle scene e un montaggio serrato, chiuso all’apertura visiva. Il cinema di Desplechin è un cinema complesso per struttura e forma, un cinema incapace di semplificare il mondo, che attrae ma mai coinvolge veramente.

Il Re e la Regina è un film terribilmente disincantato e nello stesso tempo divertente e bizzarro. Il personaggio di Ismael, del secondo marito di Nora, è forse il punto luce dell’intera pellicola. Ismael è il cavallo di battaglia di Arnaud, è l’uomo farfalla, l’irresponsabile della situazione, l’appassionato sentimentale, l’eccentrico dal tono sarcastico e maledettamente attraente. Ismal, ricoverato per errore in una clinica psichiatrica nell’ospedale di Grenoble, si trova a dover affrontare i propri fallimenti di marito e così facendo ritrova se stesso più innamorato e appassionato di prima. Il suo tono irresistibilmente divertente dona allo spettatore ciò che l’intero film non è in grado di fare: semplicità, passione, negatività, abilità di movimento e di interpretazione.

Arnaud Desplechin parlando del film afferma: “Con Roger avevamo una sola regola: essere brutali. Al diavolo la malinconia o lo humor discreto! Volevamo essere brutalmente tragici e brutalmente comici”. La pellicola del regista francese si caratterizza per l’incapacità di rubare all’anima le emozioni più profonde, tuttavia ha il pregio di essere, nel bene e nel male, un film brutale.


(17/05/2006)