Quanto può essere esilarante una gavetta (ovviamente, a raccontarla!)? Allo spettacolo di Enrico Brignano si ride, e tanto. Si ride e si sorride per tre ore consecutive ascoltando il monologo dell'attore che, solo sul palcoscenico con il suo humor che non perde un colpo, racconta la sua favola personale, dall'infanzia trascorsa a Dragona, borgata degradata alla periferia di Roma, dove la sera si passeggia sul lungo marrana (un fosso attraversato da rifiuti e liquami dagli odori non esattamente gradevoli), alle luci della ribalta, quella vera, dove i riflettori e gli applausi sono proprio tutti per lui.
EVVIVA!, lo spettacolo che l'anno scorso aveva riscosso grande successo per oltre un mese al famoso teatro Sistina a Roma e successivamente nelle altre città toccate dalla tourneé, è in questi giorni al teatro Olimpico, di nuovo a Roma a grande richiesta.
Con questa esclamazione, così usata dai bambini e purtroppo quasi dimenticata dagli adulti pressati dagli impegni quotidiani, Brignano canta la sua felicità, accompagnato dai bravissimi ballerini che, nel corso dello spettacolo, intervengono a tratti con esibizioni tanto belle quanto simpatiche.
Ma il protagonista incontrastato è lui, Enrico, il "ragazzo prodigio" che infila una raffica di gag dopo l'altra, trasformando ogni boccone amaro che la vita gli ha offerto in un'occasione di divertimento sincero, imitando alla perfezione tutti i loschi personaggi con i quali si è dovuto confrontare nella sua scalata verso il successo, le loro parlate e le loro manie, nulla tralasciando delle umiliazioni lavorative subite per "arrivare", trascinando lo spettatore in un vero vortice di comicità.
Il protagonista passa, da vero "madrelingua", dal romanesco al siciliano, al sardo, al milanese, al siculo-americano, all'americano puro, fino ad uno show nello show a base di francese, tedesco, cinese, e chi più ne ha più ne metta, esaltando la comicità insita in tutti i dialetti e le lingue quando divengono l'espressione del personaggio tipico, che sempre scatena la risata.
Ma Brignano non cade mai nel virtuosismo fine a se stesso, sorretto da una trama ricca e "sentita" profondamente: la sua vita! Colpisce come in tre ore di one man show l'attore non ricorra mai, per divertire il pubblico, alla parolaccia, alla smorfia, al riferimento spinto, alla volgarità così diffusa tra i comici della tv, nè si addentri nei perigliosi meandri della satira politica, ma resti saldamente ancorato a quella comicità leggera, ma efficace, da ragazzo simpatico e allegro, un pò come certi compagni di classe che tutti abbiamo avuto e che ci facevano ridere a crepapelle semplicemente imitando i professori più antipatici, giungendo quasi, con il loro innato talento, a farceli amare un pochino, anche quelli più cattivi, perchè la potenza della comicità ci conduceva, senza che ce ne accorgessimo, a sentirne l'umanità, e a provarne perfino un pò di compassione.
Non dimentica, Enrico, l'omaggio al suo maestro, Gigi Proietti, nel cui laboratorio teatrale ha imparato a calcare le scene, ma è un ringraziamento senza piaggieria e diviene comico anch'esso quando a essere rievocate sono le grandi aspettative che quella formazione gli aveva instillato, e i tanti compromessi poi accettati per sbarcare il lunario, o l'unica battuta, ripetuta in una tourneè da duecentocinquanta spettacoli, recitata nel primo spettacolo al quale Proietti l'aveva invitato a partecipare.
All'uscita del teatro si vedevano solo sorrisi e allegria, la stanchezza della giornata era chiaramente dimenticata, l'umore decisamente su di giri. Veniva quasi voglia di gridare: EVVIVA!
Info
Teatro Olimpico
Piazza Gentile da Fabriano 17
00196 Roma
Tel. : 06 32 65 991
www.teatroolimpico.it
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