SUL CONFORMISMO DI SINISTRA
FULVIO ABBATE

Sembrerebbe un libro di politica, ma in fondo non lo è, rappresenta più che altro una riflessione su acluni cardini portanti della nostra società. Virtù e difetti.

di Claudio Lugari
Fulvio Abbate, oltre ad essere uno scrittore, è un giornalista dell’Unità e, per capire la sua eccentricità goliardica, ricordo che nel 2003 ha ricostruito una sezione del Pci degli anni Settanta, presso la galleria «Il Segno» di Roma, per la presentazione della riedizione del suo romanzo d’esordio «Zero maggio a Palermo».

Da poche settimane è uscito il suo nuovo libro, che parla di sinistra e di politica in genere. Dalla premessa volutamente sottolineata si potrebbe evincere un’apologia del pugno alzato… e invece non è così.
“Sul Conformismo di Sinistra” parla, più che di politica, di ciò che alcuni esponenti, o presunti tali, di sinistra pensano, per comodità o faciloneria, a riguardo dei temi cardini della nostra società.

Il libro è un insieme di episodi che hanno contraddistinto gli ultimi anni politici, ovviamente analizzati dall’occhio critico di chi va contro un certo Conformismo di sinistra, come per esempio: La difesa ad oltranza di tutte le opere di Benigni, compreso Pinocchio, l’esaltazione a priori dei film di Moretti, le critiche e gli elogi sui fatti di Genova durante il G8.
Fulvio Abbate definisce il Conformista come colui che si conforma, che assume la forma dei contenitori esterni. Nell’incipit del libro lo scrittore cerca di far capire che non è una dote positiva, anzi il paragone con il camaleonte, che viene citato, è chiaro ed esplicativo.

”Il camaleonte si mimetizza lo fa però con l’intenzione di rendersi invisibile al predatore per pura sopravvivenza, il conformista di sinistra pretende che la sua adesione alle forme esterne sia chiara ed evidente, e non accetta che lo si possa scambiare per qualcos’altro”.
L’idea di base dell’opera di Abbate è interessante, è un punto fermo della società italiana, ovvero la dicotomia tra i comportamenti di sinistra e di destra.

Il giornalista si focalizza sugli aspetti comportamentali di una parte della sinistra, non proprio positivi come li sottolinea lui nel libro, riportando e citando anche i suoi trascorsi politici nella Federazione Giovanile Comunisti Italiani.
Il libro parte bene incuriosendo il lettore, poi però man mano che si dispiega si va a perdere in esempi troppo specifici e legati ad un’attualità che non c’è più, o forse rimossa per comodità.
La voglia di essere più liberi e coerenti a se stessi e a nessun’ altro traspare nelle righe del giornalista palermitano che però si focalizza su pochi argomenti e tende a tralasciare il discorso oggettivo e sociale.

Non è un libro contro la sinistra, ma un punto di vista differente e critico su un determinato comportamento di un certo tipo di pensiero sinistroide.
Un buon libro, veloce e a sprazzi frizzante, che lascia afferrare la vena artistica e culturale di Abbate che tende un pò troppo ad addentrarsi nello specifico, ma esprime nuove posizioni in un ambito così delicato come la politica, soprattutto in questo momento, dove si sentono appelli elettorali ritriti e i commenti urbani riportano il medesimo estenuante messaggio conformista: “Tanto chi voti voti, è la stessa cosa”…
Bah sarà… leggere per apprezzare un altro punto vista.

Edizioni Gaffi collana Pamphlet.


(06/04/2006)