KALACHAKRA, UN’INIZIAZIONE PER LA PACE
Rinnovamento e trasformazione sono oggi all'ordine del giorno, nonostante la confusione dovuta alla caduta di certezze e schemi ormai passati...
di Giancarlo Tarozzi
Il momento storico che stiamo vivendo è estremamente ricco di fenomeni che testimoniano un processo di rinnovamento e di trasformazione, a livello sia sociale che interiore. La caduta di certezze e schemi del passato provoca spesso momenti di grande confusione.

Le stesse religioni organizzate non sembrano in grado di rispondere ad un’esigenza di crescita interiore basata soprattutto sulla riscoperta della propria interiorità e di un diverso rapporto con il prossimo e con il mondo.

D’altra parte, forse come conseguenza di questo profondo processo di rinnovamento che l’umanità sta attraversando, mai come oggi l’uomo ha la possibilità di vivere esperienze interiori e di attingere a conoscenze che fino a pochi anni fa erano appannaggio esclusivo di pochi privilegiati.

Egitto, India, America, Tibet... le culle delle più grandi civiltà e scuole interiori sono oggi raggiungibili in poche ore di viaggio, mentre soltanto nel secolo scorso occorrevano molti mesi.

Oltre a ciò, ed in funzione del singolare momento che stiamo vivendo, molti Maestri (Tra cui i tibetani) mettono a disposizione di chi è seriamente interessato a lavorare su se stesso una serie di conoscenze e di strumenti fino a poco tempo fa custoditi gelosamente dietro le alte mura dei monasteri. Tra questi strumenti spicca l’iniziazione al Mandala del Kalachakra, la forma più elevata del buddismo tantrico.

Kalachakra significa in sanscrito “ruota del tempo”: si tratta di un insegnamento buddista che appartiene al livello più alto del tantrismo. Sul piano simbolico, il Kalachakra ha tre livelli di interpretazione: esteriore, interiore ed alternativo.

Il primo è relativo alle leggi dello spazio-tempo (riferite alle conoscenze matematiche, astrologiche ed astronomiche). Il livello interiore definisce le caratteristiche e la struttura del corpo umano, sia in ambito fisico che energetico, ed i cicli energetici presenti nel corpo stesso, mentre il terzo aspetto è legato alla dottrina vera e propria che esprime le divinità del Kalachakra: è quindi un lavoro al tempo stesso micro e macrocosmico, mediante il quale viene operata una trasformazione sottile sia di ogni singolo partecipante che della realtà circostante.

I cicli individuali e quelli universali hanno uno sviluppo parallelo; sono guidati entrambi da impulsi energetici universali (il che rimanda immediatamente a “Come in alto così in basso”, assioma fondamentale di ogni pratica ermetica ed alchemica basato anche in questo caso sulla correlazione tra micro e macrocosmo).

L’iniziazione del Kalachakra propone di lavorare per liberarsi dalla dipendenza a tali influenze esterne o interne (influssi astrologici, bioritmi, caratteristiche biologiche, influssi karmici...). In tal modo, l’uomo ha la possibilità di diventare realmente artefice del proprio destino, conquistando Realmente il Libero Arbitrio.

Secondo la tradizione tibetana, il Tantra di Kalachakra è stato codificato circa 2800 anni fa direttamente da Buddha; per secoli esso venne conservato dai re di Shamballa, cittadella esoterica situata nel nord del continente asiatico (secondo alcuni a livello geografico, secondo altri su un piano più sottile); da Shamballa la conoscenza del Kalachakra tornò in India intorno al X secolo d.C., per poi giungere in Tibet due secoli dopo e diventare il nocciolo del buddismo tantrico tibetano.

Dal Kalachakra derivano gran parte degli insegnamenti astronomici ed astrologici tibetani, parte delle nozioni mediche (in particolare quella che oggi chiameremmo gemmoterapia), ed il calendario stesso.


A differenza di altre iniziazioni, il Kalachakra può essere conferita ad un numero elevato di persone nello stesso momento: la tradizione racconta che Buddha stesso iniziò il re di Shamballa ed il suo seguito di 96 governanti, che a loro volta la trasmisero a tutti gli abitanti di Shamballa.

La tradizione tibetana racconta inoltre che sul nostro pianeta si susseguono periodicamente cicli bellici che cancellano molto spesso la civiltà: al termine del Kali Yuga, l’Età del Ferro che stiamo vivendo, è prevista un’altra di tali battaglie tra forze della luce e forze dell’oscurità, ed in tale occasione gli abitanti di Shamballa interverranno a fianco di tutti coloro che lavorano per la Luce per scacciare definitivamente le te-nebre, dando inizio ad una nuova età dell’oro. Tutti coloro che hanno ricevuto l’Iniziazione al Kalachakra saranno pre-senti a tale battaglia, ci dice ancora la tradizione, per aiutare il trionfo delle forze evolutive.

Nella tradizione tibetana il Mandala (termine sanscrito che significa letteralmente disco, cerchio), utilizzato soprattutto nelle cerimonie iniziatiche, è un diagramma costituito da una sequenza di immagini disposte lungo una serie di cerchi concentrici, al centro dei quali troviamo l’immagine di una divinità. E’ proprio tale divinità, ovviamente a livello simbolico, a conferire l’iniziazione legata al Mandala stesso...

I Mandala possono essere realizzati con pietre preziose, fiori, riso, pietre colorate o sabbia colorata; la sabbia, ottenuta tradizionalmente dalla frantumazione di pietre preziose, è considerata il materiale ideale, dal momento che permette di sfruttare l’energia contenuta nelle pietre per l’esecuzione di un lavoro di maggior precisione.

Poiché ogni granello di sabbia accumula l’energia delle benedizioni rituali che precedono, accompagnano e seguono l’esecuzione vera e propria del Mandala, essa costituisce un vero e proprio accumulatore energetico capace di operare una profonda trasformazione in chi partecipa o assiste alla sua creazione.

La costruzione di un Mandala richiede circa un mese di lavoro, durante il quale i monaci aggiungono lentamente un granello di sabbia dopo l’altro fino a realizzare il quadro completo, che verrà poi distrutto nel corso di una cerimonia rituale, per sottolineare la precarietà e la caducità delle cose di questo mondo (impermanenza), ed invitare al non attaccamento nei confronti del risultato del proprio lavoro.

Nel mondo occidentale siamo abituati a dar valore soprattutto al prodotto dei nostri sforzi, mentre in questo caso l’attenzione si sposta soprattutto sul processo dinamico costituito dal lavoro stesso. Nel momento della distruzione la sabbia che ha costituito il Mandala viene dispersa al vento tra le onde del mare, in quell’istante tutta l’energia accumulata si diffonde nell’habitat naturale, portando i suoi semi energetici al di fuori del luogo nel quale il Kalachakra è stato sviluppato.

Il lavoro energetico del Kalachakra riguarda l’equilibrio fisico e la pace, sia individuale che mondiale, e questa è chiaramente una delle funzioni del lavoro svolto dai monaci nella loro instancabile opera di costruzione e distruzione del Mandala in ogni cerimonia iniziatica. Anche per questo, per contribuire alla diffusione di tale energia pacificatrice sul nostro pianeta, il Dalai Lama (già Premio Nobel per la Pace) si è assunto la responsabilità di diffondere gli insegnamenti del Kalachakra anche nel mondo occidentale.

Per informazioni sui seminari e le altre attività dell'Associazione Pachamama consultare il sito www.sciamanesimo.eu, scrivere a segreteria@sciamanesimo.eu o telefonare al 069032785 o al 3387255800.


(30/11/2007)