LO STILISTA DEL FUTURO. INTERVISTA A ANTONIO MARTINO
La nuova generazione della moda: grande creatività, voglia di arrivare, studi alle spalle, cosa manca? Un finanziatore!
di Barbara Molinario
La voglia di sfondare c’è, la preparazione pure, ma questo mondo non è più fatto solo per i “bravi” ma per i “politici”. Eh si, bisogna fare i conti non solo con la propria arte ma con il costo dei materiali, delle sarte, della struttura, della pubblicità…

Le grandi aziende non assumono, propongono stage di sei mesi che poi rinnovano sistematicamente, o cambiano direttamente stagista. L’opportunità di poter diventare il direttore creativo di un’azienda è sottoposta all’obbligo della conoscenza.

Mettersi in proprio? Non è facile sostenere le spese dell’avvio di un’azienda. I tempi sono duri, ma è un peccato sprecare il talento di giovani che hanno tanto da offrire al Made in Italy.

Bisogna offrire maggiori possibilità ai giovani designers che escono dalle molteplici scuole di moda italiane. Non tutti potranno diventare Tom Ford o John Richmond, ma le possibilità di occupazione nel fashion system sono moltissime e possono moltiplicarsi ancora, con un po’ di impegno e serietà.
Questa è la nuova generazione di artisti-stilisti.

Uno stilista Italiano che sta muovendo i primi passi nel fashion system, con molta difficoltà ma con devozione, ambizione, preparazione, determinazione e amore è Antonio Martino, 30 anni, metà dei quali spesi prima a studiare, poi ad insegnare, ora a disegnare e promuovere la moda. Già, la nostra famosissima e orgogliosa moda italiana.

Questo giovane innovativo stilista auto-produce a Roma due linee di abiti: una di Haute Couture “Antonio Martino”, l’altra di Prêt a Porter “Lady Martino”.

Creazioni particolarissime, uno stile unico che non assomiglia a nulla di già visto in passato. Linee morbide, fluide. Tessuti sempre diversi: dallo chiffon alla lycra, dal jeans al pizzo, dall’organza al taffettà, dal Mikado al crepe. Abiti costruiti a mano, quelli dell’ Haute Couture, pezzi che possono far parte di una collezione privata e che possono resistere al passaggio delle mode nel tempo.

Abiti più unici che rari, pensati e realizzati su misura. Le sue clienti sono donne esigenti che amano il pezzo unico, che rispecchia a pieno la propria personalità e rispetta le proporzioni del corpo.

Lo abbiamo intervistato:

- Quando hai deciso che avresti fatto lo stilista?
Ho capito di voler fare lo stilista quando avevo sei anni e da allora non ho più avuto dubbi.

- Come realizzi le tue creazioni? Parti da un foglio bianco dove schizzi le tue idee o costruisci su manichino come i vecchi creatori di un tempo?
Spesso mi capita di partire da un foglio bianco dove progetto le mie idee, ma ancora più spesso gioco con dei pezzi di stoffa che improvvisamente prendono forma sul manichino.


- I ricami sono parte fondamentale dei tuoi capi. È un ritorno al passato, all’artigianalita’?
Arrivo da un’esperienza artigianale, per questo mi piace che in ogni pezzo delle mie collezioni si curino i dettagli. Può essere un ricamo, un’applicazione, che al di là della forma dia un tocco di originalità .

- Le mode passano talmente in fretta che non si ha il tempo di abituarsi ad un capo che sono trascorsi già sei mesi e bisogna cambiare l’armadio.
Beh, lo sappiamo tutti che la macchina della moda viaggia molto velocemente, ma sappiamo anche che a dettare legge nel mercato è il compratore, che ha imparato a scegliere prodotti di qualità. Oggi può spendere acquistando una griffe o risparmiare seguendo, ad esempio, la moda del vintage.

- Quali sono le difficoltà di uno stilista emergente?
La difficoltà maggiore è quella di trovare fondi che possano permettere la realizzazione di un’eventuale collezione. I costi di campionario, ma soprattutto di produzione e distribuzione sono molto alti…

- Il primo capo che hai realizzato?
A sei anni, un abito per la barbi di mia cugina , ma i miei primi veri abiti li ho realizzati a 17 anni per una sfilata.

- Cosa stai realizzando in questo momento?
Ho appena finito di disegnare una collezione di costumi da bagno per “Shebale”, concepiti per una donna chic che ama il mare e la vita in barca. Poi ho appena iniziato la progettazione di un abito da sposa, per una mia cliente “stanca di questi abiti tutti uguali”, così si è rivolta me per avere “una novità” come dice lei ......

- Un capo che vorresti vedere fatto?
Mi piacerebbe vedere realizzato tutto quello che disegno…

- Il colore perfetto?
Il colore perfetto non esiste. In realtà lo sono tutti, se abbinati e portati con classe.

- Uno stilista è un po’ come un pittore…
Con un vantaggio: quello di vedere le sue opere d'arte prendere vita, indossate con un corpo e un’anima.

- Da dove arriva la tua ispirazione?
Sono tanti i fattori che influenzano la mia ispirazione ma non saprei descrivere quello che mi accade quando creo. Spesso mi capita di stare fermo davanti ad un foglio bianco e improvvisamente comincia a prendere vita un abito e poi un altro e ancora un altro… non so spiegare… ma mi fa stare così bene!

- Hai un rapporto splendido con le tue clienti, diventano quasi delle amiche, come riesci a capire il loro gusto?
Creare abiti è la mia passione, forse è questo che trasmetto alle mie clienti senza mai costringerle in abiti che non riusciranno mai a farle sentire bene, a valorizzarle... noi parliamo molto. Cerco un po’ di esaudire il loro sogno proibito: quello di essere irresistibile. Non solo allo sguardo degli uomini, ma anche a quello delle donne perché, lo sappiamo tutti, il giudizio finale spetta alle donne e riuscire ad avere il loro consenso… è il massimo!

- Qual è il tuo progetto per il futuro?
Sarebbe bello continuare a fare questo lavoro più a lungo possibile.
- Un tuo sogno?
Creare i costumi di Madonna per il suo prossimo tour mondiale.


(23/03/2006)