Si è scritto e discusso molto su questo programma che oramai accompagna da ben sei anni il panorama televisivo e sociale degli italiani.
Come dicevo si è detto e parlato quasi sempre in malo modo del Grande Fratello, definito come il male e l’archetipo di tutti i reality show trash, eppure…
Eppure analizzando la struttura del format è l’unica, o quasi, che cerca di valorizzare, almeno all’apparenza, la gente comune. Cosa rara visto che chi ha frequentato i salotti buoni dell’etere stenta a privarsene e cerca di rimanere, magari in mutande, ad ogni costo visibile alla massa nelle varie ospitate di turno.
Oramai la struttura del gioco si conosce, ma forse molte volte sfugge ai critici incalliti che si tratta di un programma ludico, GF non tende a fornire cultura o informazione ma “regala” puro intrattenimento.
I ragazzi sembrano tutti essere usciti da un centro estetico di alto costo, si contendono la leadership della casa più spiata d’Italia a colpi di amori falsi e fugaci, battute di basso rango e petti nudi, sia maschili che femminili, con pugnace strategia.
L’audience è arrivato alle stelle anche nelle prime puntate di questa edizione e Alessia Marcuzzi sembra tenere bene la botta dei soliti tormentoni da studio, ricordate "…della caaaasa", "ragazziiii…"; Marco Liorni è sempre lo stacanovista del collegamento fuori lo studio, intento a fomentare o placare gli animi delle posticce tifoserie dei concorrenti in odore di eliminazione.
Non mi voglio soffermare su chi è dentro la casa o su cosa faccia all’interno di essa, ma solo vorrei fare, anche se forse non mi è lecito, una tirata d’orecchie alla produzione che anche quest’anno non è riuscita ad incarnare la voglia di Molti, ovvero quella di vedere nella casa persone più vere e non ragazzi e ragazze perfette da sembrare modelli all’ultima moda.
Forse molti del pubblico volevano vedere: un poco di cellulite, una bella chierica maschile, qualche chilo in eccesso, meno persone costruite, insomma un ambiente più caldo e non algido come quello che si respira nelle due dimore allestite per l’occasione negli studi di Cinecittà.
Avrebbe fatto discutere? Già lo si è fatto? E’ vero… ma sempre con l’ottica dell’obiettivo televisivo, basata sull’innesco di attrito tra inquilini, mai con il puro scopo sociale di vedere la vera vita quotidiana di una dozzina di ragazzi normali.
Comunque sia, azzardo, non è vero che vedere il Grande Fratello fa male, se ponderatamente dosato e analizzato può fare anche accrescere l’animo e lo spirito, scoprite voi come.
Sicuramente è molto meglio dei tanti, e sono tantissimi, programmi che si accavallano e si copiano spudoratamente, manovrando i concorrenti, deboli vip che hanno in qualche modo calcato il palcoscenico e con una saccente superiorità fragile scimmiottano ciò che il pubblico incosciamente non vorrebbe mai vedere, ma dato il caso è costretto a subire.
Il Gf cerca di portare avanti l’immagine dei ragazzi chiusi in una casa, legati da un convivenza coatta, ma reale e leale, senza adoperare banali mezzucci per abbindolare il pubblico.
Queste poche righe, forse sprecate e forse di troppo, non erano assolutamente una rivalutazione del Gf, ma solamente uno sfogo contro chi trasforma una buona idea di partenza in un gioco visto e rivisto, sicuramente più vero degli altri reality o degli altri salotti “buoni” domenicali.
Una domanda allora deve sorgere in ognuno di noi, il Format olandese è continuamente bersagliato dalle menti supreme che governano i nostri pensieri, ma tutte le critiche che riceve sono giuste e costruttive?
(…)...Silenzio doveroso Silenzio!!!
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