CHI GUARDA LA TV FA MALE ALL'AMORE
Uno studio scientifico avverte: avere la televisione in camera da letto dimezza la frequenza dei rapporti sessuali.
di Daniela Mazzoli
Diceva il grande Nino Manfredi nel film "Operazione San Gennaro" a una seducente signorina che, nuda sotto le coperte, lo faceva riflettere su soldi, futuro e posizione sociale: “l'amore non vuole pensieri”. E così, nonostante l'eccitazione e la predisposizione ad avere il sospirato incontro con la bella Senta Berger, il guappo Dudù si riveste e abbandona l'alcova intristito e scontento.

Le ultime ricerche gli danno ragione: l'amore non vuole pensieri. Insomma, niente di peggio che mettersi a parlare del mutuo, del pil, dell'inflazione e dei delitti irrisolti nel momento in cui ci si appresta all'intimità coniugale. Il letto, che è il luogo dell'arena sentimentale ed erotica, non può allo stesso tempo rendersi utile come salotto del dibattito serale. O almeno non può essere le due cose contemporaneamente.

Ben sei milioni di coppie, tra quelle che guardano al tv a letto almeno un'ora ogni sera, vede calare in modo preoccupante il proprio desiderio sessuale, specie se il programma presenta argomenti violenti o favorisce l'aggressività.

Lo studio, promosso dall'associazione "Donne e qualità della vita", ha preso in esame un campione di 523 coppie: quelle prive di tv in camera da letto avevano rapporti fisici addirittura doppi rispetto alle altre.

Il punto chiave è che le trasmissioni televisive, specie di attualità, trattano temi che disincentivano il dialogo e il bisogno di affetti e accrescono invece emozioni di rabbia e impotenza.

Una coppia che guarda la tv parla mediamente 2/3 minuti a sera, contro una coppia che non guarda la tv in grado di sostenere almeno 15 minuti di conversazione sui temi della giornata. Non tutti i programmi, poi, hanno lo stesso effetto sul telespettatore. Sembra, infatti, che trasmissioni come "Porta a Porta", o in generale format che abbiano il talk-show come punto di partenza, siano meno impegnative, richiedano meno attenzione rispetto ad un reality: in quest'ultimo caso, infatti, la conoscenza dei personaggi per poter seguire le trame non sopporta interruzioni, scambi d'opinioni, telefonate impreviste.

Gli uomini, più che le donne, si lasciano influenzare dalla serata televisiva: un dibattito sui temi della guerra, ad esempio, disincentiva l'89% dei maschi ad avere rapporti sessuali. Le stesse alte percentuali si ricavano dalla visione di film violenti o dell'orrore.

Gli italiani ricavano, invece, qualche sollecitazione al rapporto fisico da indagini effettuate nel mondo notturno della prostituzione, dei trans, dell'industria pornografica. I dossier che trattano questi argomenti, il più citato resta Tv7, mentre affrontano argomenti di denuncia sociale e d'informazione suscitano, anche per via inconscia, l'accensione del desiderio, con una sottile sfumatura di perversione.

Tant’è: la tv condizione non solo gli umori e i malumori del nostro popolo mediatizzato ma anche i suoi rapporti più intimi. E d'altronde da almeno un ventennio il televisore in camera è considerato una gran comodità -forse perchè i divani diventano alla fine troppo scomodi o troppo stretti per due stanchezze accumulate. Il fatto più grave è che al giorno d'oggi per molti, sempre di più, la camera da letto coincide con l'intera casa: il monolocale è la conclusione inevitabile, un'altra estrema conseguenza, dell'impoverimento di questo Paese.

I volenterosi trentenni, disposti a tutto per un pò di autonomia, non solo saranno costretti ad accontentarsi di vivere in 30 mq in affitto malamente ammobiliato. Dovranno pure, e al danno si aggiunge la beffa, fare i conti con un'attività sessuale che nel pieno del vigore fisico non supera le 4 volte al mese. Unica alternativa: tenerla spenta, la tv, almeno un paio di giorni a settimana. Magari non succede niente di annotabile, ma vuoi mettere la soddisfazione di abbassare il numero di serate passate con Vespa?


(17/01/2006)