CONVERSAZIONE SULLA LUNGA VITA DELL'ASPARTAME
L'informazione genera a volte più confusione che verità. Sull'aspartame sono state prese molteplici posizioni e dati pochi chiarimenti...Qualche informazione in più per potere scegliere con consapevolezza.
di Francesca Giomo
Sono molteplici e contraddittorie le fonti che, via cartacea o via web, trattano dell’aspartame. E mentre la querelle ha vita, l’aspartame continua a riprodursi indifferente alla critiche e felice di essere ospite ben accetto negli stomaci di tutto il mondo.

Chiedere la verità sull’aspartame sembra quasi eccessivo, quindi, cerchiamo almeno di dare evidenza a ciò che evidente non è, per lo meno alla maggioranza, visto il successo costante del prodotto. Viva, quindi, la libertà di scelta, purché sia una scelta fatta con coscienza.

In questa sede, vogliamo approfondire l’articolo già presente su Terranauta dedicato al dolcificante ”Aspartame? No, grazie” di Daniela Mazzoli. Capire cosa ruota intorno a quella sostanza che nel loro libro "Prescrizioni per una nutrizione sana", James e Phillys Balch segnalano come veleno chimico.

Di seguito, per esporre la questione è stata scelta la forma della finta – intervista, finta nel senso che chi fa la domanda è colui che risponde, una sorta di aspartame in pillole, facile da leggere e consultare in qualsiasi momento di dubbio …

D - Che cosa è l’aspartame?
R - L’aspartame, secondo l’Aspartame Information Center www.aspartame.org è un dolcificante, nonché componente importante di tutte le diete ipocaloriche, la sua sicurezza in qualità di prodotto alimentare, ci tengono a sottolineare in home page, è stata confermata dall’FDA per ben 26 volte in 23 anni. E’consumato da più di 200 milioni di persone e si trova in circa 6.000 prodotti tra bevande light, chewing gum, caramelle, dessert, surgelati, yogurt ecc ecc…

D - Da quanto detto sopra sembra più una pubblicità che una spiegazione di cosa è in realtà il prodotto…
R - Certo, infatti, questa è pura propaganda nonché le prime parole che si trovano sul sito “ufficiale”. Ma se cerchi, puoi anche imbatterti in notizie rassicuranti riguardanti la composizione del prodotto e una parte interamente dedicata ai Myths. Così, infatti, viene “beffardamente” definita la sezione in cui vengono descritte le accuse ricevute contro gli effetti collaterali creati dall’Aspartame da consumatori abituali e studi scientifici paralleli. Sono chiamate “mitologiche” perché probabilmente frutto dell’”immaginazione” di una moltitudine.

D - Senza perderci nell’analisi di questo sito, torniamo alla prima domanda, cosa è l’aspartame?
R - Secondo altre fonti, tra cui un articolo pubblicato sulla rivista Nexus n.3 e n.4, ripreso nel sito di Ivan Ingrilli, La Leva di Archimede, che a sua volta cita alcune importanti fonti web (vedi link segnalati) e Mark Gold, una “vittima” del surrogato dello zucchero che da vent’anni si occupa della questione, l’aspartame è un dolcificante completamente artificiale, creato in laboratorio…

D - Il fatto che sia composto da elementi chimici non è sufficiente per giudicarla una sostanza pericolosa o addirittura, in alcuni casi, mortale. Quali sono le malattie che è accusata di provocare o di enfatizzare?

R - Secondo ricerche scientifiche, di cui una fondamentale è proprio quella made in Italy del Prof. Morando Soffritti, sono da collocare tra gli effetti collaterali dovuti all’assunzione di Aspartame linfomi, leucemie, tumori al cervello, epilessia, sindrome di affaticamento cronco, morbo di Parkinson e di Alzheimer, ritardo mentale, difetti della nascita, fibromialgia e diabete.

D - Dicevamo, dunque, che l‘essere una sostanza totalmente chimica non fa dell’aspartame una prodotto per forza pericoloso. Se, però, può essere alla base della genesi o dell’enfatizzazione di tali malattie vorremmo conoscere con esattezza i suoi componenti, quali sono? Può descriverli?
R – I tre composti chimici sono l’acido aspartico,la fenilalanina e il metanolo.
L’Acido Aspartico ne costituisce il 40%. Il Dr. Russel L. Blaylock, professore di neurochirurgia dell’Università Medica del Missisipi, nel suo libro Excitoxins: The Taste that Kills, tratta dei danni causati da un apporto ripetuto di tale aminoacido. Viene catalogato come eccitotossina in quanto eccita alcuni neuroni, che a loro volta provocano un afflusso di calcio nelle cellule talmente alto da causarne la morte, attraverso un’esagerata produzione di radicali liberi. A rischio soprattutto i bambini, la cui barriera sanguigna del cervello che normalmente lo protegge dall’eccesso di aspartato e da altre sostanze dannose non è ancora del tutto sviluppata. Tra gli effetti perdita di memoria, udito, problemi ormonali ecc ecc

La Fenilalanina è, invece, il 50% della composizione dell’Aspartame. Normalmente questo aminoacido si trova anche nel nostro cervello, per questo un sovradosaggio porta a un abbassamento del livello di serotonina. Le conseguenze dirette sono disordini di diverso genere quali depressione, schizofrenia, maggiore suscettibilità all’infarto. Inoltre per chi è affetto da fenilchetonuria, ovvero l’impossibilità di metabolizzare la fenilalanina, il rischio di “morte” per la presenza di un eccessivo dosaggio della sostanza nel cervello è alto.

Infine abbiamo il Metanolo, che è solo il 10%, ma ugualmente dannoso. A proposito riporto un brano ripreso dall’articolo Aspartame…la scomoda verità di Mark Gold: ”Il metanolo viene liberato gradualmente nel piccolo intestino quando il gruppo metilico dell'aspartame incontra l'enzima chimotripsina. L'assorbimento di metanolo nel corpo è accelerato considerevolmente quando viene ingerito metanolo libero. Il metanolo libero si forma nell'aspartame quando viene riscaldato oltre i 30° C. Questo avviene quando un prodotto contenente aspartame viene immagazzinato e conservato impropriamente o quando viene riscaldato (per esempio, come componente di un qualsiasi prodotto alimentare).
All'interno del corpo il metanolo si trasforma in acido formico ed in formaldeide. La formaldeide è una neurotossina mortale. Una valutazione dell'EPA (Enviromental Protection Agency - Agenzia per la protezione ambientale - USA) sul metanolo dichiara che il metanolo "viene considerato un veleno ad accumulo, grazie al bassissimo tasso di escrezione una volta assorbito. Nel corpo, il metanolo viene ossidato in formaldeide ed in acido formico; entrambi questi metaboliti sono tossici." I ricercatori dell'EPA raccomandano un limite massimo di consumo di 7,8 mg al giorno. Un litro di bevanda dolcificata con aspartame contiene circa 56 mg di metanolo. I consumatori abituali di prodotti contenenti aspartame consumano fino a 250 mg di metanolo al giorno, 32 volte il limite massimo suggerito dall' EPA.”



D - Riguardo questo ultimo “ingrediente”, alle accuse sulla presenza di metanolo nell’aspartame è stato risposto con il fatto che è una sostanza che si trova anche nei succhi di frutta e nelle bevande alcoliche in piccole quantità…
R - E’ vero, ma Madre Natura pensa a tutto. Infatti, nei prodotti naturali la presenza di tale sostanza viene sempre accompagnata dalla presenza di altre che ne rendono nulli gli effetti, come, ad esempio, l’etanolo, un antidoto naturale contro la tossicità del primo.

D - Spesso si è letto che la quantità di metanolo che si forma nell’organismo con l’apporto di aspartame non è tale da causare preoccupazione
R – Infatti spesso si cercano giustificazioni vaghe e senza supporto. Se una sostanza è nociva per definizione, se ingerita per un tempo prolungato e continuativo anche in piccole dosi non può non avere effetti collaterali. Negli anni ‘70 sono stati fatti diversi studi sull’aspartame, solo in seguito si è scoperto che furono gravemente falsificati per rendere commercializzabile il prodotto. Esattamente come è avvenuto e continua ad accadere con gli Ogm. D’altronde se l’aspartame fosse realmente innocuo al 100%, perché parte della comunità scientifica continuerebbe ad interessarsi al problema?

D - Ma dopo tanti attacchi sulla sua “affidabilità” perché tanta ostinazione nel sostenere una sostanza considerata nociva e allo stesso tempo un consenso sulla sua produzione da parte degli organi ufficiali come, solo per citarne uno, l’FDA?
R – Alla base di tutta questa ostinazione e del conseguente “consenso” c’è la parola brevetto. Non a caso a scoprire l’aspartame fu nel 1965 un chimico della ditta G.D. Searle, Jim Schlatter, che stava conducendo una ricerca sull’ulcera gastrica. Questo nel 1965. La Searle venti anni dopo fu acquistata dalla Monsanto, la cara multinazionale creatrice di brevetti OGM, nonché esperta di mais transgenico. E quando si parla di Monsanto e di brevetti…

D - E la Food and Drug Administration fu subito d’accordo nell’appoggiare la produzione di aspartame?
R – Come prima ho accennato, nel corso degli anni Settanta furono fatti degli studi sull’aspartame. I risultati di tali ricerche provavano i danni, quali convulsioni e tumori al cervello, generati negli animali da laboratorio dall’apporto del dolcificante. Secondo la testimonianza e le ricerche di Mark Gold, l’FDA fino al 1981, a conoscenza dei risultati di laboratorio, non approvò l’uso della sostanza, scoperta ben sedici anni prima. Sembra che con la presidenza Reagan, il quale era molto “intimo” della G.D. Searle – Monsanto, il mandato del commissario dell’FDA che aveva disapprovato l’aspartame finì. Al suo posto ricoprì la carica il Dott. Arthur Hull Hayes. Sebbene l’opposizione alla introduzione del dolcificante fosse molto ostinata e decisa, Hayes riscì ugualmente ad approvarne la commercializzazione. Mark Gold continua affermando che lo stesso Hayes, dopo avere approvato l’utilizzo dell’aspartame anche nelle bevande gassate, firmò un contratto con l’agenzia delle pubbliche relazioni della G.D. Searle.

D - Attualmente anche l’Associazione Diabete Americana (ADA) consiglia l’uso di aspartame…
R – Il fatto ancora più assurdo è che secondo le ricerche del Dr. H.L. Roberts, specialista di diabete e di dolcificanti artificiali, nonché membro dell’ADA, l’aspartame non solo non risolve problemi legati al diabete, ma ne peggiora i sintomi.

D - Esiste un dolcificante naturale che potrebbe sostituire l’aspartame?
R – Sempre nell’articolo trovato su La Leva di Archimede si parla della Stenia Rebaudiana, un arbusto perenne della famiglia dei crisantemi, nativa del Paraguay. E’ 10/15 volte più dolce dello zucchero e una volta estratta dalla pianta sotto forma di polvere bianca è dalle 70 alle 400 volte più dolce dello zucchero. Inoltre non causa diabete, non contiene calorie, non altera il livello di zucchero nel sangue, inibisce la formazione della carie e della placca dentale, adatta alla cucina, non contiene sostanze artificiali e, soprattutto, non è tossica. Dagli indiani è utilizzata anche come medicinale per curare il diabete, l’obesità, l’iperattività, la pressione alta, la candida, inibisce la voglia di carboidrati e diminuisce il bisogno di tabacco e alcool. E questo avviene da centinaia di anni.

D - Eppure non se ne sente parlare, dove la si può trovare in Italia?
R – Succede che mentre l’ADA consiglia l’aspartame ai diabetici, l’SCF, il Comitato scientifico per gli alimenti, nel 2000 consiglia alla Commissione Europea di non inserire né la pianta né gli estratti secchi di Stevia nel mercato comunitario come alimento o semplice ingrediente. Forse l’unica cosa che manca a questa pianta è il brevetto?....

Fonti principali: La Leva di Archimede, Nexus n.3/4, www.disinformazione.it e consultare link allegati all'articolo.


(09/01/2006)