Nel 60° anniversario della Liberazione Bergamo e la Gamec celebrano il tema della libertà conquistata in Europa con la fine della seconda guerra mondiale presentando cento opere di artisti internazionali che nell'arco del novecento si sono fatti portavoce delle diverse tematiche legate alla libertà e si sono confrontati con le problematiche sollevate dal conflitto e con i conseguenti mutamenti degli assetti politici, sociali e culturali europei ancora oggi in corso.
In ciascuna delle sale i curatori della mostra, Giacinto Di Pietrantonio e Maria Cristina Rodeschini Galati, hanno voluto accostare e far dialogare opere moderne e contemporanee per sottolineare come il contributo dell'arte alla comprensione dei fenomeni non possa venire limitato a uno specifico periodo ma rappresenti un processo ininterrotto, che continua sino ai giorni nostri. L'arte, infatti, durante l'intero arco della storia dell'umanità ha sempre dato un forte aiuto alla crescita della collettività e alla presa di coscienza delle evoluzioni storiche e sociali. In questo senso la scelta dei curatori di concepire il progetto attraverso confronti tra artisti vissuti in epoche diverse sottolinea profondamente l'attualità del tema affrontato. Gli accostamenti sono suggeriti dalle assonanze tra i diversi linguaggi artistici, dalla capacità di cogliere componenti di crisi della propria epoca e dall'intenzione di affermare nuovi valori.
Sono undici le sezioni tematiche che offrono una visione coerente e articolata del tema. Popoli di tutto il mondo unitevi è il tema della prima sala: il motto marxista "proletari di tutto il mondo unitevi" viene trasformato in uno slogan universale con opere che abbracciano tutte le nazioni e tutte le classi sociali, attraverso la rappresentazione di bandiere, simbolo delle nazioni e delle culture di tutto il mondo.
Degenerare-Generare, di seguito, presenta il rapporto tra arte e ideologia attraverso artisti le cui opere furono considerate dal regime nazista "arte degenerata" e colpite dall'intolleranza di Hitler - di cui verranno esposti due rari acquerelli - in quanto icone della modernità, e artisti contemporanei che invitano a riflettere su quanto la violenza perpetrata dai regimi dittatoriali abbia condizionato anche la nostra società.
L'orrore per le atrocità della guerra in Ostaggi è espresso da artisti che l'hanno vissuta e da contemporanei che riflettono sul dolore provocato da ogni perdita della libertà e sulle lacerazioni della dignità umana indotte dalla società attuale. Attenti! è il titolo della quarta sala in cui la tematica militare è affrontata di volta in volta come rappresentazione dell'ordine mondiale, oggetto da sottoporre a forte critica, motivo estetico e anche come simulazione di un gioco bellico.
Trincea dell'esistenza indaga le diverse percezioni della guerra e del suo impatto sull'animo umano che la vive ora come dramma personale ora come tragedia collettiva, denunciandone le atrocità.
Gli artisti inclusi nella sala La Rivoluzione Siamo Noi affrontano il concetto della rivoluzione facendosi portavoce di nuovi valori democratici considerando l'arte come uno strumento di libertà. In questa sezione è esposto anche il manifesto War Is Over-if you want it che Yoko Ono e John Lennon realizzarono nel 1969 contro la guerra del Vietnam e che venne affisso in dodici città del mondo tradotto nelle rispettive lingue.
In Protesta la dichiarazione di partecipazione attiva di alcuni artisti alle trasformazioni politiche e sociali sottolinea l'inscindibilità dell'arte dalla vita quotidiana. Le opere della penultima sala, Nel nome del Padre, testimoniano come nel passato così come nel presente la tematica religiosa sia spesso utilizzata per la sua grande efficacia simbolica come veicolo di atti di denuncia. La sala Il Bel Paese diviene una lente di ingrandimento attraverso cui gli artisti invitano a riflettere sull'immagine dell'Italia tra luoghi comuni e realtà. Nella sezione Ossessione della Storia sono presenti artisti internazionali contemporanei, ciascuno rappresentato attraverso un'opera video che ha per soggetto gruppi di persone o folle impegnate in dimostrazioni, manifestazioni o azioni comunitarie in grado di evocare l'idea di soggetto collettivo, sentimenti e umori della massa, nuove forme di esistenza comunitaria, traumi e desideri del sentire comune. La mostra si conclude con la sezione distaccata Orizzonte del futuro a Palazzo della Ragione in Città Alta. In essa sono presenti lavori dove il "tavolo" come oggetto diventa metafora della volontà di dialogo e negoziazione che supera confini, barriere e differenze.
Una sala è inoltre dedicata alla proiezione di un filmato composto da documenti cinematografici e televisivi d'epoca e attuali, realizzato appositamente per la mostra in collaborazione con La Storia siamo noi, il programma di Raieducational che ha messo il proprio archivio (oltre 200 ore annue di programmazione) a disposizione per WAR IS OVER 1945 - 2005. La Libertà dell'arte da Picasso a Warhol a Cattelan.
Informazioni utili
WAR IS OVER 1945 - 2005. La Libertà dell'arte da Picasso a Warhol a Cattelan
A Bergamo fino al 26/02/2006
GAMEC
Via San Tomaso 52
ORARIO:
Da martedì a domenica 9.30–13 e 14.30–17.45
Tel 035399528
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