Solo dalla Svezia poteva venire le notizia di un treno alimentato a grasso e fegatelli.
Proprio ieri questo ultramoderno mezzo ecologico ha inaugurato il suo primo viaggio, percorrendo a 130 km/h gli 80 km della tratta da Linnkoeping (a sud di Stoccolma) a Vaestervik (costa est della Svezia).
I passeggeri, che condividevano l’esperienza nell’unico vagone del treno, sono partiti subito dopo pranzo (precisamente alle 14:42) e forse per questo non hanno avvertito l’odore di una bella grigliata in corso nel vano motore.
Ebbene sì: il treno va avanti a scarti di macelleria (grasso e interiora bovini provenienti dallo stabilimento di Linnkoeping, che non per niente si è guadagnato l’onore di assistere alla partenza del treno). Il processo di trasformazione del materiale organico in biogas prevede un mese di decomposizione dello stesso, in modo che da una sola mucca si ricavi biogas sufficiente a far percorrere al treno circa 4 km. In pratica, 20 mucche per andare dalla capitale alla costa est: c’è da chiedersi se i vegetariani compreranno mai un biglietto.
Responsabile dell’invenzione e della messa in atto del progetto, costato poco più di un milione di euro, è la Svensk Biogas, il cui direttore marketing Peter Unden ha affermato che in questo modo "i Comuni possono assicurarsi la propria produzione di energia”. Unden è molto ottimista, a ragione, riguardo agli sviluppi del nuovo combustibile.
Sebbene attualmente i prezzi del biogas siano circa del 20% superiori a quelli del diesel, infatti, si prevede che in futuro il caro petrolio possa essere un forte incentivo per il loro ridimensionamento.
Il biogas non solo rappresenta una fonte di energia veramente pulita, ma è anche del tutto rinnovabile e permette di ridurre il rumore e la puzza dovuti alla combustione della benzina.
Fra l’altro, sebbene molti di noi si nutrano di carne bovina senza problemi, il fatto di poter utilizzare anche i più piccoli scarti di macelleria per produrre qualcosa di utile per l’ambiente rende la pratica più accettabile anche da parte dei più sensibili a queste problematiche.
In Svezia evidentemente la pensano così da molto tempo, perchè l’utilizzo del biogas è arrivato già al punto da alimentare più di 800 bus e circa 7000 macchine. Negli ultimi anni il mercato è cresciuto del 15-20%, e si prevede che intorno al 2010 saranno alimentati in questa maniera ben 80.000 veicoli.
Il progetto (ormai una realtà) ha attirato l’attenzione di molti paesi, fra cui l’India (ma non erano Vacche sacre?) e la California, il cui Segretario di Gabinetto, Terry Tamminen, ha preso accordi con il Ministro dell’Ambiente svedese, Lena Sommestad, per un piano di istruzione ai tecnici californiani.
Il governatore Schwarzenegger, infatti, mira a ridurre le emissioni di anidride carbonica del suo stato dell’80% entro il 2050, e ritiene che le conoscenze svedesi in questo campo possano dargli, letteralmente, una marcia in più.
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Ma la Svezia non è l’unico paese europeo ad occuparsi della ricerca di un combustibile pulito e rinnovabile (sebbene sia l’unica a finanziare progetti che poi si realizzano davvero).
Anche l’Italia, incredibile a dirsi, si sta dando da fare.
Il 20 ottobre è stato inaugurato alla Stazione Termini di Roma il PVtrain, un treno alimentato anche a pannelli solari, realizzato grazie a Trenitalia e cofinanziato dall’Unione europea nell’ambito del progetto Life Ambiente. L’energia proveniente dal Sole servirà ad alimentare aria condizionata, illuminazione ed impianti di sicurezza (quindi niente treno se il meteo prevede tempo nuvoloso, mi raccomando...). Non si tratta di una quantità di energia tale da far viaggiare un treno, ma non è il caso di entrare in sottigliezze. Trenitalia prevede di fornire di pannelli solari circa il 30% del parco treni. Staremo a vedere.
Questo scetticismo di fondo non nasce da una sorta di pessimismo personale, ma dall’analisi di fatti analoghi, analoghe sperimentazioni inaugurate e poi abbandonate.
Già nel 2002 la EuroEnergy Group srl aveva finanziato la costruzione, nell’area di Crotone in Calabria, di una centrale elettrica alimentata a biomasse, in questo caso vegetali.
Pare che la centrale produca 106 GWh all’anno, per un risparmio di 24.500 tonnellate di petrolio annue. Perchè questa centrale, che appare altrettanto incredibile del treno svedese, non ha avuto altri sviluppi? Non sarà perchè in Italia, quando abbiamo una bella idea, finiamo spesso per fare tante inaugurazioni e poi lasciamo ogni progetto isolato, senza creare una vera rete utile?
Il progetto Svedese dà comunque buone speranze nell’ambito della ricerca di un nuovo combustibile pulito. Proprio in questi giorni Germania ed USA hanno affermato che i ghiacci polari si scioglieranno completamente nell’arco di questo secolo. Speriamo che una rapida conversione a fonti di energia non inquinanti possa arginare questo grave problema.
E nel frattempo...quando pulite il pollo ricordatevi di conservare gli scarti, non si sa mai...
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