Se vagate per una libreria cercando una lettura divertente ma non inutile, arguta ma non supponente, di buoni contenuti culturali ma non noiosa, il libro di Severgnini è quello che fa per voi. Dopo averci fatti appassionare alle sue indagini antropologiche, ecco che l’autore torna ad analizzare i suoi compaesani in Italia dove, rivolgendosi ad ipotetici visitatori stranieri, cerca di svelare il mistero che attanaglia il turista, ma, infondo, anche lo stesso nativo, in Italia: cosa c’è nella testa degli italiani.
Con gli intenti di un vero e proprio saggio sull’italianità ed i modi spiccioli e coinvolgenti di un giornalista da tempo sulla cresta dell’onda editoriale, Severgnini descrive un’Italia che non ci aspettiamo e che ci stupisce, soprattutto in positivo. Abituati a lagnarci sempre e comunque, sembriamo spesso non accorgerci dei meravigliosi punti di forza che la nostra cultura possiede, e che, per un tutto italiano modo di essere una cosa ed il suo esatto contrario allo stesso tempo, sono anche le nostre debolezze.
Con uno sguardo veloce al passato ed una pregevole attenzione al futuro della nazione, Severgnini scava nelle abitudini di un popolo vanitoso e cordiale, organizzato in una complicatissima serie di società sovrapposte, un popolo che riesce, secondo l’autore, a trasformare ogni singolo individuo in un possibile stato a sé stante. Non solo scoprirsi italiani fra le righe di questo libro è assolutamente spassoso, ma è istruttivo, al punto che sarebbe socialmente utile rendersi maggiormente conto di essere un bel popolo.
Non voglio anticipare nessuna delle divertentissime descrizioni dei nostri più reconditi modi di pensare, nessuna delle analisi dei nostri più tipici comportamenti. Se però vi trovaste il libro fra le mani, cercate subito il pezzo sul cappuccino, a pagina 39. E’ emblematico, un capolavoro.
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