KUKSO KOO: UN NUOVO MODO DI PENSARE LA MODA
Il giovane coreano Kukso Koo, italiano di adozione, debutta alla Camera Nazionale della Moda, proponendo una nuova visione di haute-couture.
di Francesca Giomo
Kukso Koo ha uno sguardo deciso, è silenzioso, ma le sue parole sono chiare, quando sorride sembra un ragazzino.

Ho visto la sua sfilata, nonché debutto ufficiale, durante la giornata d'apertura della Fashion Week milanese. Era tra le prime della giornata. Un battito di cuore continuo faceva da sfondo all'Ouverture del Flauto Magico di Mozart, la musica scelta da lui personalmente per la passerella.

Le luci si spengono, il battito inizia solo, quindi si aggiungono piano e misteriosi gli archi. Esce la prima modella, trasformata in giovane elfo, con un'elegantissima veste sopra il ginocchio, nera, con un cappuccio, che solo nel finale scopriremo essere leggermente a punta, come quello di Peter Pan. La favola, il racconto allegorico è iniziato.

Seguono altri due capi, l'elfo sta diventando più magico, ricco di dettagli, quasi fosse appartenente ormai ad un ordine superiore. Mantelle, seta bianca e seta a disegni giapponesi, arricchiscono l'abito e l'atmosfera diventa man mano più giocosa.

Quindi l'elfo si trasforma in giovane apprendista fata. La seduzione è leggera ed eterea. I colori sono eccentrici, sete gialle e violette si accostano a un lino grezzo bianco. Pantaloni bermuda sembrano gonne svolazzanti e una maglietta bianca di jersey di cotone diventa un top da sera.

Il racconto continua e ora è il momento dell fate vere, delle dee, delle antiche principesse e delle sacre icone senza tempo. Abiti lunghi di seta indiana violetta, di jersey di cotone grigio, di georgette di seta nera, di organza bianca e cashemire, si alternano sulla passerella. Impossibile trattenere gli applausi. impossibile descrivere la leggerezza con cui questi tessuti diventano abiti, senza pence, senza tagli.

Questa,infatti, è la vera arte di Kukso Koo, che gli abiti non li disegna, ma li fa direttamente sul manichino. Kukso che non cuce, se non per creare dei drappeggi, che fa vivere di vita propria il tessuto, il quale fluttua e diventa prezioso a contatto con i movimenti del corpo e della luce.

Questa è la sua nuova idea di moda, dove il corpo diventa un tutt'uno con l'abito.

I pezzi di questa sua prima collezione sono unici. Presto sentiremo parlare di lui, per questo vi invito a viistare la galleria fotografica della sfilata.


(14/10/2005)