Tacito (scrittore e storico latino) scrisse:
”(Gli uomini del Nord) Danno molta importanza alla divinazione, più di ogni altro popolo. Il loro metodo per conoscere la sorte è semplice: tagliano un rametto di albero da frutta e lo dividono in pezzettini; incidono su ciascuno un segno particolare e li spargono a caso su un telo bianco. Poi, dopo aver invocato gli Dèi alzando gli occhi verso il cielo, il sacerdote della comunità, se la cerimonia ha luogo in pubblico, il padre di famiglia, se è privata, afferra tre pezzetti di legno alla volta e li interpreta in funzione dei segni che vi figurano”.
Edda
Raccolta di canti norreni (cioè scritti nell’antica lingua nordica occidentale) contenuta in un codice del XIII sec. scoperto nel 1643 in Islanda; lo stesso titolo è anche attribuito al trattato d’arte poetica dello storiografo islandese Snorri (1178-1241) che dell’Edda più antica ripresenta molti materiali.
Composti prevalentemente in Islanda, in un lasso di tempo che va dal sec. X al XIII, i 29 carmi dell’Edda offrono una testimonianza unica ed insostituibile della cultura nordica pre-cristiana. In particolare si devono ad essi le uniche testimonianze autentiche della tradizione epica germanica delle origini.
L’Edda comprende carmi mitici, gnomici ed eroici.
“Rimasi appeso all’albero del vento
per nove giorni e nove notti, ferito dal giavellotto,
consacrato ad Odino, io stesso a me stesso,
a quell’albero, che nessuno sa
da quale radice sia cresciuto.
Non mi dettero né da mangiare né da bere;
mi chinai,
presi le rune, le presi invocando;
poi mi chinai.
Cominciai a crescere bene e a prosperare,
diventai saggio;
la parola mi conduceva di parola in parola,
il lavoro di lavoro in lavoro”.
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