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IL CROLLO DELLE ASPETTATIVE – SCRITTI INSURREZIONALI SU MILANO
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LUCA DONINELLI
“Milano, città cristiana come nessun’altra, è anche la città della resistenza e della rivolta. Lo ha dimostrato in tante occasioni, nel corso della storia. Il diavolo che ha in corpo dorme, forse, ma non si è dissolto. Questo libro è sicuramente figlio di quel diavolo.”
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di Nicola Francesco Dotti
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Tutti sanno cos’è una “città”, eppure è uno dei concetti più difficili da definire.
Apparentemente ovvia, l’idea di città è quantomai sfuggente ed inafferrabile all’interno di una definizione che sappia rinchiudere in maniera esauriente una casistica di fenomeni così variegati.
Chi studia le città sa che ognuna rappresenta un caso unico ed irripetibile. Ogni città è sia una città, idea quantomai sfuggente, sia un “caso” assolutamente specifico ed irripetibile: quante città hanno saputo costruire un Impero che si estendeva per tutto il Mediterraneo e su fino al Reno e al Vallo d’Adriano prima che esistessero tecnologie quali il telefono o la stampa?
Quante città sono state tagliate da un muro che ne ha segnato l’anima cittadina divenendo il simbolo della cortina est-ovest del XX secolo? Quante città possono vantare di aver dato i natali a poeti come Leopardi?
Ogni città ricopre una specificità che va a costruire un piccolo tassello della storia con un contributo per forza unico. Ma non solo.
Doninelli va alla ricerca, tutta esplorativa, di Milano, della sua specificità che la rende una città unica all’interno del panorama lombardo, italiano ed, in ultima analisi, anche europeo. Il profilo della città parte dalla figura di chi può essere considerato è il vero fondatore di Milano. Quell’Ambrogio, vescovo e santo, che ha forgiato la radice più profonda della "milanesità". Partire da Sant’Ambrogio per descrivere Milano è, oggi, una scelta tutt’altro che banale, ma dimostra una conoscenza profonda dello spirito meneghino.
Il libro si distende per quasi duecento pagine in una descrizione ricca, completa e mai noiosa di tutti gli aspetti più specifici di Milano. Partendo dalle ragioni che hanno spinto l’autore a scrivere questo libro, Doninelli propone un percorso a ritroso nella storia partendo dalle sedimentazioni che si trovano camminando per la città ed interrogandole con lo spirito (imprenditoriale) del milanese.
Il cammino per Milano non può non passare per i suoi luoghi simbolo (le cattedrali) come il Duomo (con la Madonnina, vera icona cittadina e punto di riferimento indiscusso di tutta la città) e la Scala.
Ma Doninelli non vuole fare un saggio storico della città, piuttosto si sofferma ad analizzare l’evoluzione della città nel suo passaggio dall’età industriale (la Bicocca della Pirelli o i gasometri della Bovisa) alla Milano anni ’80 fino ai giorni nostri, senza rinunciare ad un confronto col passato, con la Milano di Vincenzo Monti e di Parini fino, naturalmente, con quella del Manzoni.
Il viaggio in cui l’autore ci porta è guidato da un profondissimo disagio per la condizione attuale. Uno sguardo critico che spesso sfocia in un lamento di rabbia e dolore per com’è ridotta Milano, un urlo che a tratti non può non dare fastidio. Tutto il libro è una provocazione ai milanesi che, leggendolo, non possono non sentirsi a disagio o, addirittura, offesi.
Ma quella sensazione è ricercata: è la provocazione che vuole spingere all’insurrezione cittadina, è il coraggio dell’artista di saper toccare l’anima del lettore.
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La conoscenza così approfondita dello spirito milanese (quello vero e non quello dell’ago e del filo di Piazzale Cadorna) permette a Doninelli di toccare nel profondo questa città disegnandone un ritratto tutt’altro che banale e ricchissimo delle infinite sfumature di Milano.
Si riconoscono i personaggi che hanno costruito e forgiato questa città da Manzoni a Gadda, da Natta al Cardinal Martini fino ad arrivare a quel Berlusconi che viene presentato in un ritratto sociologico critico, capace di coglierne il senso storico, senza gli ideologismi politicizzati di parte.
Una galleria completa di personaggi milanesi che hanno saputo costruire e forgiare l’anima di questa città. Forse manca qualcosa (l’eredità del XXV Aprile) o qualcuno (come quel don Giussani su cui pure non è ancora sorto un giudizio critico maturo), forse alcuni luoghi sono sottovalutati (lo Stadio di San Siro), ma Milano c’è, tutta.
Il libro dà fastidio, disturba le coscienze di chi (milanese) lo leggerà.
Scritti provocatori che sanno dove toccare la coscienza cittadina e lo fanno con una chiarezza e profondità degna dei grandi scrittori. Scritto per provocare il perbenismo della borghesia cittadina, “il crollo delle aspettative” non è solo un libro di denuncia.
Il ritratto di Milano è una problematizzazione di questa città come poche altre. Doninelli ha la capacità (rara) di non essere banale, di non cedere all’effimera attualità, ma di contestualizzarla nella storia di medio-lungo periodo di questa città. Il libro si chiude con un manifesto propositivo per la rinascita della città scegliendo una personalità ed un luogo come nuovi simboli centrali di Milano.
Se Sant’Ambrogio rappresenta la matrice originaria di Milano, Leonardo da Vinci è sicuramente il punto di riferimento per la città che deve venire. Genio indiscusso, il maestro del Cenacolo è una personalità indiscutibilmente milanese (è qui che ha soggiornato di più per tutta la sua vita) e nella sua anima ingegneristica si ricollega al luogo simbolo della città. Non il Duomo, bensì il Politecnico, simbolo dell’industriosa anima cittadina.
Questa scelta è tutt’altro che banale, forse un po’ scomoda, ma sicuramente dimostra la consapevolezza profonda di cos’è Milano. Riferimento per personaggi come Gadda e Natta, Forlanini e la generazione d’Architetti e Designer degli anni ’60, il Politecnico si erge come cattedrale della laboriosità meneghina proprio di fronte alla piazza dedicata a Leonardo (da Milano).
A chi piacerà questo libro:
Sicuramente a chi ha a cuore Milano, a chi la conosce nel suo spirito più profondo o a chi, forestiero, voglia cercare di capirne i sussulti dell’anima.
A chi non piacerà questo libro:
Chi non conosce, o meglio chi non vuole conoscere Milano troverà questo libro un inutile vagheggiare. In particolare questo libro dispiacerà a chi ha di Milano un’immagine banale, superficiale: è un testo scomodo per chi sguazza acriticamente tra un salotto ed un happy hour.
Altri testi
M. Augé: “Un etnologo in metrò”. Ed. Elèuthera, Milano 2001.
Un libro di riferimento in materia, rappresenta una ricerca etnografica sulle metropolitane parigine, sulla loro vita con un’interessante parte sull’identità collettiva della città.
R. Florida: “L’ascesa della nuova classe creativa”. Ed. Mondadori, Milano, 2003.
Un altro testo molto importante che analizza le più recenti evoluzioni socio-economiche legate all’economia della creatività.
F. Oliva: "L'urbanistica di Milano". Ed. Hoepli, Milano 2002.
Un testo più di natura accademica che rappresenta la più recente e completa storia della città letta attraverso la sua evoluzione urbanistica.
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(06/09/2005)
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