ASPARTAME?
NO, GRAZIE

Dalle ultime ricerche condotte nell’Istituto Ramazzini di Bologna emergono risultati piuttosto allarmanti sulla potenzialità cancerogena dell’aspartame. Ecco cosa dicono gli scienziati.
di Daniela Mazzoli
Che l’aspartame non fosse proprio una mano santa per la salute lo si era già detto qualche anno fa. C’era, infatti, già allora qualche medico e studioso alimentarista che sosteneva cancerogena la sostanza in questione. Ma si diceva anche che il fattore di pericolo dipendesse dalla quantità introdotta nel corpo quotidianamente nel corso degli anni. Sembrava, insomma, un falso allarme, una cosa ridicola da prendere in considerazione.
Invece, così pare, il fenomeno è da rivedere e i risultati da riprendere in considerazione.
E’ certo che il dato più incisivo e più nocivo non è costituito dalla bustina che si mette nel caffè al posto dello zucchero. Il fatto è che sono più di 6000 gli alimenti attualmente in circolazione e a portata del comune consumo che contengono aspartame: gelati, yogurt, cioccolata ma anche farmaci e sciroppi per bambini. Non ci si pensa e quasi mai si fa caso alle etichette, ma questa sostanza viene assunta in maniera sempre più massiccia e sempre meno controllata.

Negli anni ’90 l’attuale direttore scientifico della Fondazione Ramazzini, Morando Soffritti, decise di analizzare, insieme all’aiuto di altri colleghi, gli effetti dell’aspartame, visto che era –già allora- il secondo dolcificante più usato al mondo. Gli studi condotti negli anni ’70 dalle industrie produttrici della sostanza non erano sembrati abbastanza precisi e avevano lasciato nel dubbio la comunità scientifica.

Così l’Istituto Ramazzini provò a condurre un esperimento che superava in termini di medie statistiche le cifre normalmente accettate per la credibilità degli studi scientifici. Ovviamente si è trattato di esperimenti condotti in laboratorio su topi, i quali pur essendo molto simili nelle reazioni fisiche e biochimiche agli esseri umani, lasciano aperto un margine di distinzione che potrebbe rivelarsi determinante. Di questi topi, a ogni modo, ne sono stati utilizzati 1800 (900 maschi e 900 femmine): alla loro dieta abituale, a partire dall’età di otto mesi fino alla morte naturale, è stato aggiunto aspartame nella dose normalmente tollerata. Il primo risultato è stato il rilevamento di un aumento significativo (triplicato) di linfomi e leucemie nei soggetti femminili.

Inoltre, cosa assai curiosa, si è notata una diminuzione di assunzione di cibo da parte dei soggetti trattati con aspartame senza che a questa diminuzione sia corrisposto un abbassamento del peso rispetto ai soggetti non trattati. Come dire che si mangia meno ma non si dimagrisce…

I risultati di questa ricerca saranno pubblicati sugli annali dell’Accademia delle Scienze di New York, ma intanto la Coca Cola ha già cominciato a organizzarsi con una nuova campagna pubblicitaria in cui promuove la bevanda con un nuovo tipo di dolcificante –lo splenda- pronto a sostituire l’aspartame. Come dire che nel dubbio è meglio correre ai ripari!


(16/08/2006)