Il centro della movida torinese, in via Borgodora (Balòn) e nella suggestiva cornice del Cortile del Maglio (ex Arsenale Militare, ingresso da via Andreis 18), si trasformerà in un immenso palcoscenico, una prestigiosa scena su cui si presenteranno artisti di calibro internazionale.
Unico appuntamento europeo interamente dedicato alla musica Manouche, il 4° Festival
internazionale Django Reinhardt è intitolato allo straordinario personaggio che ha fatto da collegamento fra la tradizione musicale di uno dei ceppi più antichi del popolo zingaro, i Manouche appunto, e il Jazz dell’anima nera americana.
Il risultato è un’alchimia perfetta e coinvolgente conosciuta come “Jazz Manouche” o “Gipsy Jazz” proprio perché coniuga le sonorità del jazz degli Anni Trenta e la sua libertà di espressione con il valzer Musette francese e la virtuosità tzigana del fraseggio.
Il Jazz Manouche è una musica in evoluzione che si è sviluppata per tutto il Novecento e che oggi, a più di cinquant’anni dalla morte di Django Reinhardt, continua a rinnovarsi e ad affascinare un numero sempre crescente di appassionati.
A riprova del grande interesse suscitato dalla tradizione Manouche, la scorsa edizione del festival ha riscosso un notevole successo: tra le presenze più prestigiose dell'edizione 2004, basta citare Mandino Reinhardt, anche protagonista del film "Swing" di Tony Gatlif, Samuel Beker, prodigioso diciassettenne, David Reinhardt, nipote del grande Django Reinhardt e altri favolosi gruppi che hanno ammaliato e coinvolto centinaia di visitatori.
Il programma dell’edizione 2005, invece, propone altri grandi nomi del Jazz Manouche, che si esibiranno in concerti e jam session emozionanti, tanto da riuscire a far vibrare il cuore del pubblico. Ovviamente, non possono mancare i torinesi “Manomanouche”, divenuti ormai una sorta di “sigla” di presentazione del festival sia in quanto Torinesi quindi particolarmente cari al pubblico della città, sia perchè simbolo dell’anima manouche che vive a Torino tutto l’anno.
Per l’occasione i Manomanouche si presenteranno con una performance d’eccezione esibendosi insieme al pianista Alessandro Ambrosoli e al Coro dell’Università degli Studi di Torino diretto dal Maestro Sergio Pasteris.
Tra i grandi artisti che danno vita all’emozione del jazz manouche, il 4° Festival Internazionale di Torino si vanta di ospitare i francesi “Alma Sinti” con il chitarrista Patrick Saussois, i “Montmartre”, gli “Hot Quartet” con Fiorenzo Zeni, il “Tolga Emilio Trio”, il gruppo “Dorado Schmitt Quartet” e Peter Beets con gli olandesi “Basily”, il più famoso sestetto di cugini dei Paesi Bassi che suonano insieme sin dall’infanzia proponendo originali interpretazioni di Swing Gipsy come se fossero un unico elemento.
Ai concerti e jam session che animeranno le strade torinesi, si aggiunge l’appuntamento con una rassegna cinematografica dedicata alla tradizione zingara. Tra le pellicole che verranno proiettate si segnalano i film “Latcho Drom” di Tony Gatlif, “Appuntamento a Belville” di Sylvain Chomet e il film-documentario “Django Legacy” di John Jeremy.
Da non perdere, infine, l’occasione di vedere all’opera alcuni maestri liutai di fama internazionale che, per tutta la durata del festival, saranno presenti nel Cortile dei Ciliegi con un’interessante esposizione di chitarre manouche e laboratori a cielo aperto in cui mostreranno le particolari tecniche di lavorazione dello strumento.
Info per il pubblico:
Associazione JazzManouche – Torino
tel. 011/533.028
e-mail: info@djangoreinhardt.it
www.djangoreinhardt.it
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