Da non molto a cadenza semestrale, ecco ripresentarsi lo Sciopero dei telespettatori, sempre più diffuso nei comuni italiani e appoggiato da un numero sempre crescente di enti privati e pubblici.
Lo slogan che compare su locandine e siti che aderiscono al progetto è “ Il 24, 25 e 26 giugno si spegne la tv e si cambia programma”. Un cambio di programma di tre giorni, in cui si abbandona lo schermo e, muniti di telecomando, si vive in prima persona, partecipando a feste, concerti, mostre, eventi, oppure facendo shopping in negozi “telecomandati” (nel senso che solo sotto presentazione del malefico attrezzo si possono ottenere sconti).
L’intento di Esterni, l’associazione culturale milanese che, tra molteplici iniziative di “aggregazione urbana”, da dieci anni ha creato e ha creduto nell’evento, è quello di rilanciare lo spazio pubblico come luogo privilegiato di incontro e di creare un ambito, un momento della quotidianità in cui ci si possa permettere di riappropriarsi del proprio tempo e destinarlo ad altro (nel senso di non dedicarlo alla tv), di uscire dal torpore mentale e fisico provocato dal mezzo televisivo, di ritrovare il piacere del silenzio e della lettura, di incontrare persone, scoprire la città e le sue ricchezze.
Va sottolineato che quello di Esterni non è un gesto di opposizione rivolta alla tv in genere, ma al suo abuso, all’uso sconsiderato che se ne fa, sia da parte di chi lavora in e per la televisione, sia da parte di chi ne fruisce i prodotti.
Non solo però sono pericolosi, nonché inutili, alcuni degli ossessivi messaggi inerziali che spesso la tv, specialmente quella diurna, affibia ai propri utenti, bensì, estremamente dannoso, è lo stesso mezzo tecnico attraverso cui la tv opera: il video.
A proposito, vorrei citare una notizia trasmessa pochi giorni fa, tra l'altro, proprio in Tv. Uno degli argomenti trattati durante un programma di informazione medica riguardava il reale rischio di una precoce pubertà da parte di giovani soggetti esposti eccessivamente alle radiazioni del video.
Per arrivare a questa conclusione era stato condotto l’anno scorso uno studio su 74 bambini di un comune della Toscana, tra i 6 e i 12 anni.
L’esperimento durava due settimane, la prima in cui i bambini seguivano le loro abitudini quotidiane, la seconda in cui non potevano guardare la tv (né giocare ai videogames e usare il computer).
I risultati sono stati evidenti fin dall’inizio. Oltre all’entusiasmo avvertito tra i giovani partecipanti al test nel dedicarsi ad altre attività che non fossero cartoni e video-games, nell’urina prelevata prima e dopo le due settimane nei soggetti c’era una differenza notevole di presenza di melatonina, aumentata del 30% in più proprio nella seconda settimana, quella di astinenza dal “video”. La melatonina è una molecola naturale che, come spiega Roberto Tarquini, uno degli ideatori dell’esperimento e ricercatore della Clinica Medica dell’Università di Firenze, “è secreta dalla ghiandola endocrina pineale…molecola la cui secrezione decresce nell' organismo con l' avanzare dell'invecchiamento”.
Anche il suddetto esperimento era lungi dal demonizzare la Tv, bensì avvertiva delle possibili e concrete conseguenze di un abuso del mezzo video in generale.
Lo Sciopero dei Telespettatori fondamentalmente vuole dare l'opportunità di vivere momenti alternativi a quelli passati davanti alla Tv, che potrebbero diventare quotidianità. E’ la “gente” a dare una forma alla città che abita, il suo entusiasmo e la sua volgia di conoscere e conoscersi. La stanchezza, per cui la Tv è un’ottima panacea, troppo spesso è un’abitudine della mente, se vi sono alternative tangibili allo stare sdraiati su una poltrona davanti a un video più frequentemente del necessario, ci si abitua meno a questo “nebbioso” stato dell’essere e ci si scopre più consapevoli delle proprie scelte. Sapere dividere il nostro spazio e il nostro tempo in maniera cosciente è una “virtù”, che non basta mai semplicemente avere, ma che bisogna costantemente conquistare.
Consiglio di farvi una visita al sito di Esterni per avere ulteriori dettagli dello Sciopero.
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