Donald A. Norman, a sorpresa, apre il suo saggio “Emotional design” descrivendo la sua collezione di teiere (tre per l’esattezza), tutte dalla forma stravagante, precisando che le apprezza non solo per la loro funzione, ma perché sono opere d’arte: “Quando intrattengo ospiti o se ho un po’ di tempo libero, preparo il tè nella teiera ‘Nanna’, perché mi affascina, o in quella inclinata, per la sua efficienza. La scelta dipende dall’occasione, dal contesto e soprattutto dal mio stato d’animo.”
La storia delle tre teiere diventa per Norman l’occasione per illustrare in maniera sintetica ed efficace l’intero significato che ruota attorno all’idea dell’oggetto, e che egli sapientemente spiega in questo saggio. In breve la storia delle tre teiere, che il lettore avrà modo di leggere nel prologo del libro, illustra le diverse componenti del design di un prodotto: l’usabilità, l’estetica e la praticità.
E proprio questi tre aspetti inscindibili tra loro, che riguardano il design degli oggetti, vengono affrontati nel saggio attraverso un linguaggio morbido e ironico; oltre alle teorie classiche del design, vengono presentati anche interessanti e approfonditi riferimenti al mondo della psicologia, della sociologia, della moda, della musica, del cinema, della robotica, a dimostrazione che gli oggetti sono per l’individuo qualcosa di perennemente presente nell’ambiente che lo circonda. Quasi sempre si crea tra l’individuo e un oggetto un legame emozionale, che guida le nostre azioni quotidiane e soprattutto conferisce una personalità agli oggetti, che Norman, in un capitolo dedicato, spiega accuratamente.
Oltre a possedere una lettura scorrevole e coinvolgente, il saggio accoglie diverse immagini (in bianco e nero) di oggetti, i quali, sia per la loro storia che per il significato che racchiudono, fanno ormai parte dell’immaginario collettivo, e rappresentano spesso per l’autore lo spunto da cui partire, per delineare la funzione che il design svolge in un oggetto.
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