VENGO DOPO IL TIGGI’
ANALISI DEI MEZZI DI DISINFORMAZIONE ITALIANA

Passeggiando tra i vicoli ciechi dell’informazione televisiva
di Claudia Bruno
Circa un anno fa, mentre due tra gli uomini più ricchi del mondo si incontravano per decidere che le sorti del pianeta sarebbero dovute peggiorare, un memorabile servizio del Tg2 dondolava compiaciuto tra le scarpe e gli abiti firmati delle rispettive sorridenti signore, vestite a festa per un giorno tanto importante. Era forse uno degli allarmi più eclatanti di come stavano e stanno le cose. La nostra informazione, quella televisiva di sicuro, ha la febbre da troppo tempo.

Nessuno chiede più il silenzio per ascoltare, nessuno vede più attraverso l’occhio aperto sul mondo che ora sembra solo assonnato, spogliato dal ruolo originario di rappresentante. Così le immagini del tg scivolano tra le chiacchiere della credibilità, perduta insieme all’onore di essere stato il figlio più prodigo del radiogiornale di una volta.

Il tutto ha un nonsoché di medioevale, senza il fascino del medioevo. La notizia si ripiega su sé stessa, a seguito di chissà quali pressioni di chissà chì, abbondando in ricami e imprecisioni. Al pubblico non è concesso capire, solo afferrare nelle cianfrusaglie qualche frase, farfugliata male, tagliata a metà, bisbigliata confusamente. E poi sì, quest’anno l’estate sarà calda, già si affollano i litorali, ore di traffico per il rientro dal ponte del 2 giugno e tanta cronaca.

Talmente tanta che lo stesso telegiornale sembra essere diventato una caserma dei carabinieri: multe ai bagnanti per aver acquistato borse dai ‘vucumprà’, genitori e figli che si uccidono, incidenti stradali comunicati solo la domenica mattina, furti, rapimenti, violenze e criminalità. Addirittura ogni tanto muore qualcuno in Iraq, rigorosamente per attentati terroristici delle bande locali.


I migliori ciarlatani restano comunque Studio Aperto, Tg4 e Tg5, che preferiscono dedicare i servizi più lunghi alle vicende dei vip. Le notizie più importanti di oggi? Rassel Crow in manette per aver tirato il telefono in faccia al cameriere, le parole di La7: ‘Era frustrato per i problemi con il telefono. Nell’agosto scorso ha morso un orecchio ad una guardia del corpo, è troppo impulsivo, ma questa volta non è un film’. Poi Michel Jacson sostenuto dai fans nel processo per molestie a minori. La storia americana di un uomo obeso dimagrito andando allo stadio. Lo strano caso di una patente revocata per omosessualità. La discussione sull’euro: torniamo alla lira perché c’è troppa inflazione. Berlusconi che dice ‘Sembro preoccupato? No, Sto bene.’

Il servizio più lungo? Quello sulla festa per l’addio al celibato di Francesco Totti e la sua prossima sposa Hilary, in una villa Romana. Le interviste alle ammiratrici sfiorano il ridicolo tra i commenti su auto e acconciature: ‘Perché sei qua?’, ‘per Totti’, ‘Cosa vorresti dirgli?’, ‘eh… che è bono, dargli un’occhiatina’.
Poi Studio Aperto non rinuncia a dedicare ampio spazio alle veline di Striscia e al vincitore della Fattoria che ‘zappando e seminando ce l’ha fatta a raggiungere il traguardo’.

Quello che non si vede non esiste.
Quello che non si sente pure.
E mentre il Papa parla di voce propria dicendo no alla fecondazione assistita, Rita Levi Montalcini è doppiata dal cronista.
Non esiste il Terzo Mondo, non esistono i problemi del mercato aperto, non esiste l’Unione Europea…dopotutto l’Europa è crollata per il ‘no’ del referendum francese sulla Costituzione, almeno questo dicevano i titoli delle trasmissioni italiane. E poi chissà perché il referendum proprio in Francia..poi anche in Olanda, chissà come funziona. Ma non dovrebbero essere interpellati tutti gli Stati membri? Ma l’Inghilterra fa parte dell’Unione? Quanta confusione.

E’ questa la convergenza, il pluralismo obiettivo, il considerare utente lo spettatore? Per ora il caos resta sovrano, le opinioni ricadono nell’indifferenza di non sapere. Un’ignoranza promossa quotidianamente, insieme allo spirito di non partecipazione, di non coscienza, rendendoci una popolazione che si accontenta di luoghi comuni…la stessa che anni fa cantava in coro ‘Vengo dopo il Tiggì’.


(09/06/2005)