Ci sono narratori per i quali la poesia è l'altra faccia del loro scrivere in prosa, un lato della loro attività spesso meno conosciuto, ma non per questo meno affascinante. Di questa categoria di scrittori fa sicuramente parte anche Raymond Carver, l'autore statunitense morto nel 1988, conosciuto soprattutto per le sue raccolte di racconti ( un titolo per tutti: Di cosa parliamo quando parliamo d' amore ), la cui opera è da alcuni anni ristampata in Italia dall'editore Minimum Fax. Ultimo volume uscito della collana dei libri di Carver è la raccolta di poesie Blu oltremare ( titolo originale Ultramarine, testo originale a fronte ) del 1986. Tradotto con la consueta cura e precisione da Riccardo Duranti, Blu oltremare è, insieme ai già usciti Racconti in forma di poesia e a Il nuovo sentiero per la cascata, uno dei tre libri che esprime la fase più matura e profonda della poesia di Carver. I temi in gran parte autobiografici caratteristici della sua narrativa, come quello dell'amore che va in frantumi (qui presente in maniera memorabile nei versi di Speranza e di Il responsabile della sua rovina) o quello dell'alcolismo e della conseguente perdita di dignità verso di sé e verso gli altri ( Il televisore di Jean), assumono in queste pagine una concentrazione letteraria particolare, perché seppure fissati nella forma sintetica della poesia si aprono spesso al ritmo di un breve ed essenziale racconto. Questa scelta stilistica che tende a far sfumare i confini consueti che delimitano i generi letterari va a tutto vantaggio della leggibilità di questi versi che spesso sono contraddistinti da quella lucida sincerità spietata che i lettori di Carver conoscono bene. Ma accanto a questa sincerità che evidenzia le pieghe più intime e inconfessabili dei personaggi dell'opera di Carver, sono presenti in Blu oltremare anche toni più rasserenati, ma non per questo meno autentici, in genere inseriti in una forma più lirica ed immediata rispetto alle poesie citate. È il caso, per esempio, della splendida poesia d'amore Il momento più bello della giornata, e di alcune pagine francamente ironiche, come Dolce far nulla, la poesia che qui trascriviamo come invito alla lettura di questo libro in cui la vita, per dirla con il suo autore, "è una pietra che gira e affila" nel tempo i destini di chi cerca di viverla.
Dolce far nulla
Un attimo fa ho dato un'occhiata nella stanza
ed ecco quel che ho visto:
la mia sedia al suo posto, accanto alla finestra,
il libro appoggiato faccia in giù sul tavolo.
E sul davanzale, la sigaretta
lasciata accesa nel posacenere.
Lavativo!, mi urlava sempre dietro mio zio,
tanto tempo fa. Aveva proprio ragione.
Anche oggi, come ogni giorno,
ho messo da parte un po' di tempo
per fare un bel niente.
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