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MARK ROTHKO E I SUOI MULTIFORMS
Dopo 45 anni torna a Roma con una mostra monografica Mark Rothko, uno dei più grandi artisti del secolo scorso. Fino al 6 gennaio 2007.

Emanuela Graziani

Spesso classificato come espressionista astratto, l’opera di Mark Rothko va oltre il puramente percettivo abbracciando strutture di pensiero emozionanti e sentimentali. Noto al grande pubblico per le sue tele multicolore (Multiforms), dipinti enormi caratterizzati da macchie di colore e da un particolare effetto plastico-spaziale, Mark Rothko torna a Roma dopo una lunga assenza iniziata nel lontano 1970 quando una rappresentazione commemorativa fu presentata a Pesaro in occasione della Biennale di Venezia. La retrospettiva di Roma, promossa dal comune di Roma e dal Palazzo delle Esposizioni, organizzata e prodotta da Artemisia e Palaexpo Spa, mira a fornire un quadro generale del grande artista triste, morto nel 1970 per essersi tagliato le vene nel suo appartamento di New York.

L’opera di Rothko è oggi ricordata come una delle espressioni artistiche più apprezzate dell’arte contemporanea e di tutto il novecento. La mostra di Roma presenta oltre cento opere che raccontano le varie fasi della giovinezza del pittore, quando ancora era forte in lui la voglia di plasmare forme reali ed evidenti, e dell’età adulta, dove lo studio del reale venne invece abbandonato per l’astrattismo del colore piatto e lucente. L’epoca della maturità è infatti dedicata alla costruzione del suoi famosi rettangoli illuminati di rossi e neri fluorescenti, quest’ultimi detti anche Blackform, singole forme quadrate e spettrali che avevano come obiettivo l’azzeramento della luce e del fattore luminoso.

Nonostante i suoi ammirevoli lavori pittorici, Rothko rimase semisconosciuto per molti anni, sostenendosi insegnando arte, prima presso Brooklyn Jewish Academy Centre e poi alla California School of Fine Art di San Francisco. Regalando al nero una luce immediata e brillante, le tele di Rothko sprigionano un’energia silenziosa e commemorativa, molto lontana dall’assiduo movimento di corpi, immagini e oggetti che circonda la realtà di oggi. I grandi vuoti dei suoi quadri sono sospesi in uno spazio virtuale ed evocativo.

Si può senza dubbio affermare che il lavoro di Mark Rothko si concentrò maggiormente sullo studio delle emozioni umane di base, metaforicamente espresse riempiendo queste grandi tele di canapa con pochi colori intensi e solo piccoli dettagli appena percepibili. Per tale motivo egli viene anche considerato il precursore del movimento artistico dei pittori Color Field, oggi sviluppatosi in tutto il mondo.


INFO

Palazzo delle Esposizioni,
Via Nazionale, 194
Tel.06 39967500


(10/12/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


Amare l'arte è benessere

  
  
 
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