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Ma gli "Animalisti Italiani" non sono soddisfatti. Presentiamo le loro argomentazioni riproponendo il loro comunicato stampa:

Grazie alla partecipazione degli Animalisti Italiani e della FNOVI e AMVI nella Commissione Randagismo, istituita per decreto dal Ministro della Salute, alcune modifiche apportate all’Ordinanza sono state accolte positivamente.

“Pur non condividendo il principio di fondo dell’Ordinanza”- dichiara Ilaria Ferri Direttore settore cattività e ambiente marino dell’ associazione Animalisti Italiani - “cogliamo la volontà di modificare in parte la vecchia ordinanza.

Innanzitutto non appare più la dicitura: “cani potenzialmente pericolosi”, ma si parla di cani “a rischio di maggiore aggressività”. La definizione di cane “potenzialmente pericoloso” si basa su a-scientifiche asserzioni perché la “pericolosità” di razze o tipologie canine non può essere individuata né aprioristicamente né genericamente. E’ necessario inoltre distinguere tra aggressività e pericolosità perché non necessariamente la prima sfocia nella seconda.

In ogni caso, difficilmente l’Ordinanza sarà un efficace strumento atto ad impedire il riproporsi delle aggressioni perché anche il nuovo testo non considera le cause che inducono pericolose reazioni da parte della specie canina. Non emerge, quindi, la volontà di affrontare concretamente le problematiche relative al precoce allontanamento dei cuccioli dalla madre, alla regolamentazione del mercato degli animali, al mancato riconoscimento delle loro esigenze socio-etologiche e alla corretta relazione tra uomo e cane: cause principali, queste, da considerare come importanti elementi scatenanti delle aggressioni. A tale scopo abbiamo redatto una proposta di legge: “Norme per il possesso responsabile della specie canina e per la prevenzione delle aggressioni”, con la collaborazione della Fnovi e del Sisca e dell’esperto cinologo Dott. Pierantoni, presentata dall’On. Luana Zanella. Ritengo che sia molto più efficace prevenire piuttosto che reprimere!

L’Ordinanza, ancora una volta, presenta delle sbavature nella lista in allegato delle “razze canine e loro incroci a rischio di maggiore aggressività”. Innanzi tutto i pit-bull non sono una razza né un incrocio delle suddette, ma una tipologia canina, non essendo infatti riconosciuti come razza dalla Federazione Cinologica Internazionale. Per pit bull forse il legislatore intendeva l’American pit-bull, per pit-bull mastiff un incrocio tra un pit-bull e un mastiff (bull mastiff, tibetan mastiff, spanish mastiff etc.), per pit-bull terrier forse si intendeva l’American pit-bull terrier. E l’American staffordshire terrier, il bull terrier, il bull mastiff e lo staffordshire bull terrier, che fine hanno fatto?


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