Ora ci chiediamo: dov’è la tradizione? Molti infatti sostengono che il Palio va mantenuto così com’è per preservare la sua antica tradizione, ma abbiamo appena visto che quello che il Palio è oggi non ha niente a che vedere con quello che era un tempo.
Come si può sostenere che sia giusto mantenere una corsa che ha provocato più di 48 cavalli morti dal 1970 ad oggi (fonte LAV)? Cosa spinge i contradaioli di Tartuca a festeggiare la vittoria mentre la carcassa di Amoroso, baio di 8 anni della contrada del Bruco, giace a terra calpestata sotto gli occhi di tutti?
E non solo Amoroso è morto, ma la corsa del 16 agosto 2004 è tutta costellata di incidenti: al primo giro, alla curva del Casato cadono i cavalli del Montone, Leocorno e Nicchio. Al secondo giro, alla curva di San Martino cadono il cavallo dell'Aquila e quello del Bruco, Amoroso appunto, che muore sul colpo con il collo spezzato. Ma il Palio non si può sospendere perché i cavalli sono lanciati a velocità folle e fermarli vorrebbe dire provocare un incidente più grosso di quello che è già avvenuto.
Movimento Una ed Animalisti italiani presenteranno denuncia per maltrattamenti agli animali, mentre la magistratura senese ha aperto un’inchiesta sulla morte di Amoroso. Giuste misure, ma questo è solo l’ennesimo provvedimento post-palio, un rituale che si ripete ogni anno, come non ha mancato di sottolineare il cronista della Rai in fare giustificatorio. Insomma, la morte dei cavalli fa parte del Palio di Siena così come il Palio stesso fa parte della tradizione, quindi chiudiamo gli occhi e godiamoci la festa.
E come non si può dar retta a chi sostiene il Palio per tradizione, così non è possibile dare ascolto a chi sostiene che il Palio è una corsa dell’uomo e del cavallo insieme, il fantino e il suo compagno che corrono per un obiettivo comune. I cavalli del palio vengono estratti a sorte pochi giorni prima della corsa. Quale feeling si può creare tra fantino e animale in una manciata di giorni, abbastanza forte da spingere il cavallo a correre incontro ad un pericolo mortale? Non saranno forse le frustate e le droghe a non fargli disarcionare quell’infame e sconosciuto uomo che gli siede in sella, interessato solo ad arrivare per primo al traguardo?
E il sindaco di Siena, Maurizio Cenni, ha anche il coraggio di affermare che la città è “all'avanguardia nell'attenzione ai cavalli, ed addirittura gli organizzatori delle corse ippiche vengono da noi per imparare”.
Dio ce ne scampi.
Conoscere la terra che abiti è benessere
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