L’agriturismo non è solo ospitalità, offerta di prodotti tipici regionali e biologici, momenti di relax a contatto con la natura e con l’ambiente rurale. L’agriturismo è anche solidarietà, impegno civile. La Cia-Confederazione italiana agricoltori e Turismo Verde, l’istituto dell’agriturismo, hanno, infatti, avviato una serie di iniziative sociali tese ad aiutare i più deboli e chi soffre. È quanto evidenziato a Roma nel corso della conferenza stampa di presentazione della Guida estiva dell’agriturismo 2004, curata da Turismo Verde ed edita dall’Editrice Monteverde. All’iniziativa hanno partecipato il presidente nazionale della Cia Massimo Pacetti, il vicepresidente vicario Giuseppe Politi, i vicepresidenti Mino Rizzioli e Francesco Serra-Caracciolo e il presidente di Turismo Verde Andrea Negri.
L’agriturismo allarga i suoi orizzonti e non è più un “business”, un’integrazione al reddito degli imprenditori agricoli. Ha cominciato ad assumere particolari aspetti sociali. Infatti, già molte aziende agrituristiche della Cia offrono agli ospiti prodotti coltivati da agricoltori del Sud del mondo (Asia, Africa, America Latina). Così gli amanti delle vacanze in campagna possono gustare caffè, tè, zucchero di canna, pepe e altre spezie, che sono il frutto di quel “commercio equo e solidale” che in questi ultimi anni si è andato sempre più diffondendo nel nostro Paese. Un accordo in tal senso, del resto, era stato siglato, più di due anni fa, tra Turismo Verde e la società cooperativa “Commercio alternativo” che opera, appunto, per un mercato equo e solidale.
L’obiettivo dell’accordo è quello di consentire a tutti gli agriturismi associati a Turismo Verde di offrire agli ospiti prodotti che vengono da queste aree povere della Terra e aiutare così gli agricoltori di quei lontani luoghi. Vengono, comunque, garantite le norme igieniche e sanitarie e viene assicurata la provenienza.
In questo modo, l’agriturismo della Cia realizza un rapporto “locale-globale” nei confronti dei consumatori, privilegiando le produzioni agricole tipiche e tradizionali di aree diverse e lontane, idealmente ricongiunte sulle tavole delle aziende agrituristiche. Il “commercio equo e solidale” da tempo si sta ampliando sull’onda di una riscoperta dei sapori genuini e dei prodotti agricoli di qualità e, in molti casi, biologici che sono diventati il simbolo di un nuovo modo di produrre, di commercializzare e di consumare.
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