Avremmo auspicato di poterci presentare davanti ai partner mondiali con un biglietto da visita impeccabile, che rappresentasse la serietà, l’impegno e la concretezza di un Paese che vuole affrontare l’emergenza climatica.
Proprio ieri al Senato il Sottosegretario Bertolaso ha dichiarato: “La situazione del nostro Paese è sicuramente cambiata da un punto di vista climatico. Nel resto del Paese abbiamo dovuto affrontare tante altre situazioni soprattutto a livello marittimo dove notiamo cambiamenti nella fauna ed anche nella flora sottomarina derivanti da un innalzamento delle temperature dell'acqua.
Più volte abbiamo ricordato che i fenomeni di precipitazioni violentissime estremamente localizzate, verificatisi nel corso degli ultimi anni nel nostro Paese, sono derivati sicuramente dall'arrivo di fronti freddi che si scontravano con situazioni marine, intorno al nostro Paese, di acqua particolarmente calda”.
Esplicitamente a nome del Governo ha affermato che “si tratta di situazioni che noi riconduciamo ai cambiamenti climatici e all'aumento delle temperature derivante da una serie di fenomeni naturali e probabilmente anche antropici”.
La posizione del Governo appare però contraddittoria. Da un lato infatti si ritiene di non dover intervenire con incisive politiche di mitigazione per la riduzione delle emissione dei gas serra nonostante gli accordi internazionali sottoscritti anche dal nostro Paese; dall’altro si ammette una situazione che non ha precedenti e si evidenzia come le politiche di adattamento, cioè di gestione del territorio per meglio gestire le conseguenze dei cambiamenti climatici, non decollano e, anzi, vengono depotenziate con una progressiva riduzione dei finanziamenti.
E così i piani di bacino, fondamentali per affrontare in modo sensato, organico ed incisivo le emergenze idriche, rimangono poco più che studi; un piano coste per la nostra fragile penisola, non esiste; il territorio viene costantemente invaso da insediamenti urbani ed industriali ed irrigidito, reso impotente a reagire ai cambiamenti in corso; e i sistemi naturali non sono oggetto di serie politiche di gestione e conservazione.
Ieri al Senato, dunque, si è tentato di negare che il cambiamento climatico nell’attuale accelerazione derivi per il 90% dalle attività umane, come documentato dal panel degli scienziati dell'ONU riuniti nell’IPCC. Una posizione molto grave, antistorica, oscurantista che nasconde la volontà di favorire la sopravvivenza di un sistema d’interessi consolidati che non ha né capacità, né il coraggio per rinnovarsi e giocare la sfida dell’ efficienza e dell’innovazione.
La mozione non e' sfuggita agli osservatori internazionali e quindi rischia di gettare discredito sul ruolo della presidenza italiana per il G8, proprio in un momento cruciale e mentre il Presidente Obama ha chiesto all'Italia di ospitare il Forum delle Major Economies per facilitare il raggiungimento dell'accordo per fermare i cambiamenti climatici nel vertice .
Sta ora al nostro Governo uscire nel migliore dei modi da questo “incidente di percorso” per assumere una posizione chiara e decisa, visto che anche i dati che provengono dal nostro territorio parlano chiaro e forniscono tutti gli elementi per poter imprimere una decisa sterzata al nostro paese.
1 Aprile 2009 - Scrivi un commento