E ancora: «Per imparare gli esercizi dello spettacolo, gli animali subiscono addestramenti basati su violenze fisiche e psichiche che mortificano la loro natura».
Dall’altra parte, invece, l’Ente Nazionale Circhi continua a sostenere la bontà della presenza degli animali negli spettacoli e nel proprio sito Internet si può leggere un’apposita sezione dedicata alla questione, in cui è spiegato che le moderne tecniche di addestramento e le condizioni di vita degli animali utilizzati negli show sono orientate al loro benessere psico-fisico.
Riassumendo, l’Ente asserisce che dalla seconda metà del ‘900 in poi nei circhi di tutto il mondo è cambiato radicalmente il rapporto tra animali nati in cattività e addestratori. L’addestramento circense moderno sarebbe basato su una forma di rispetto reciproco e di collaborazione tra uomo e animale, come confermato dai più insigni etologi, veterinari e direttori di zoo.
Inoltre, si precisa a risposta di chi condanna l’innaturalità dei comportamenti a cui sono costretti gli animali negli spettacoli, quelli che si esibiscono sono nati in cattività da più generazioni e quindi hanno sviluppato un comportamento ed un’istintività diversi da quelli allo stato selvaggio. (Ma allontanare gli animali dal proprio habitat non va già contro la loro natura? – ci chiediamo noi).
A chi punta il dito contro lo stato di malessere in cui sono costantemente mantenute le bestie, viene ribattuto che le frequenti riproduzioni di animali come i felini o i ruminanti all’interno dei circhi testimonia il loro perfetto stato di salute fisico e psicologico; inoltre, animali in via d’estinzione, come le tigri, difficilmente si riproducono con tale frequenza come nei circhi.
L’Ente risponde anche all’accusa di trasportare da una città all’altra gli animali in condizioni di viaggio disagevoli ed estenuanti, assicurando che durante gli spostamenti agli animali viene garantito l’assoluto rispetto delle specie ospitate e consentito regolare riposo e movimento.
Riguardo poi all’argomento più scottante, cioè le crudeli tecniche di addestramento, si assiste ad una netta spaccatura. Da una parte gli ambientalisti denunciano metodi terribili, che vanno dall’induzione della fame e della sete a piastre e pungoli elettrici (ad es. per far alzare alternativamente le zampe ad un orso), dalle consuete fruste fino ad uncini metallici (per fare “sorridere” un pony lo si punge ripetutamente sul muso con uno spillone, in modo che durante lo spettacolo si ricordi il dolore ed esegua l'esercizio).
Dall’altra parte l’Ente Circhi ribatte che nell’addestramento moderno gli esercizi compiuti dagli animali si basano esclusivamente sui movimenti e posizioni conformi alla loro natura e al loro istinto, quindi assolutamente privi di forzature. Qualunque atteggiamento o postura dell’animale ai quali nel circo viene dato un valore “coreografico”, hanno una precisa rispondenza in natura. Per di più, le tecniche moderne avrebbero sviluppato una comunicazione evoluta tra uomo e animale: per sviluppare un tipo di riflesso o guidare una serie di movimenti, non si fa assolutamente uso della forza fisica; la frusta o il bastone restano nelle mani dell’addestratore solo come strumenti di guida e orientamento.
Riportiamo le sue parole: «La tigre è pericolosa perché, oltre a essere astuta, è vigliacca. La tigre ti attacca a tradimento, mentre il leone in genere è leale (...). La iena non la domi mai perché non capisce. Puoi punirla cento volte e lei cento volte ti assale e continua ad assalirti perché non realizza che così facendo prende botte mentre, se sta buona, nessuno le fa niente».
E ancora: «Le foche possono essere ammaestrate solo per fame e non si possono picchiare perché lo loro pelle, essendo bagnata, è delicatissima. Ma con un po' di pesce ottieni quello che vuoi».
Anche per insegnare alle tigri a salire sugli sgabelli, si usano la fame e le botte, continua la signora Orfei: «... poi ricomincia la storia con la carne, finché la belva si rende conto che se va su riceve dieci-dodici pezzettini di carne, se va giù la picchiano, e allora va su».
Adesso giudicate voi.
30 Marzo 2009 - Scrivi un commento
Perché rompersi tanto la testa?