Arriva lo SCEC: riscoprire il vero valore della moneta

L’8 marzo si è tenuto a Rovigo il lancio ufficiale di Arcipelago Veneto, la sezione veneta dell'Arcipelago SCEC. Oltre che per conoscere questa interessante realtà in grande espansione, l’incontro ha rappresentato anche un’occasione per presentare analisi e proposte economiche alternative, in un momento storico in cui il fallimento dell’economia globale è sotto gli occhi di tutti.

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di Francesco Bevilacqua


La banconota di SCEC può essere utilizzata all’interno del circuito commerciale dell’Arcipelago per integrare il pagamento in euro
Provate a prendere la parola “denaro” e a invertire la prima vocale con l’ultima. Quello che viene fuori vi sembra un termine decisamente inconciliabile con quello da cui siamo partiti? Apparentemente sì, ma come spiega Pierluigi Paoletti non è affatto così! I due termini non solo sono conciliabili, ma addirittura possono essere visti come correlati, causali e consequenziali l’uno rispetto all’altro.

È questo uno dei suggestivi esempi che ha usato il presidente e socio fondatore dell’Arcipelago SCEC alla presentazione della nona sezione nazionale dell’organizzazione, quella veneta, per descrivere la filosofia che ha ispirato questa interessantissima esperienza.

Ma facciamo un passo indietro: che cos’è lo SCEC? L’acronimo sta per Solidarietà ChE Cammina e lo SCEC è, tecnicamente, un buono locale. Buono in quanto la banconota di SCEC può essere utilizzata all’interno del circuito commerciale dell’Arcipelago per integrare il pagamento in euro (per esempio, in una pizzeria di Arcipelago SCEC una pizza margherita invece di costare 5 € verrà – per gli aderenti all’Arcipelago – 4 € e 1 SCEC); locale perché il meccanismo – così come la filosofia che l’ha ispirato - è finalizzato a valorizzare i produttori e la produzione locali, con lo scopo di riallacciare i legami comunitari grazie al tessuto economico, senza lasciare che sia quest’ultimo a prevalere su tutto il resto, come avviene nell’economia globalizzata di oggi. Attraverso questa pratica passa infatti il recupero della sovranità monetaria, di cui le comunità locali e nazionali sono state espropriate dalle grandi oligarchie finanziarie e a cui si accompagnano altri tipi di sovranità: quella territoriale, quella alimentare, quella della salute.

Come sopra accennato, domenica 8 marzo si è svolta a Rovigo la presentazione ufficiale dell’Arcipelago Veneto, evento che tuttavia è stato solo una piacevole e significativa formalità che di fatto ha sancito la costituzione di una realtà forte e consolidata, che vanta centinaia di aderenti e le considerevole somma di 100.000 SCEC già messi in circolazione. Nella circostanza sono intervenuti alcuni dei più illustri rappresentanti dell’”economia alternativa”, un termine forse inappropriato ma che descrive efficacemente il sempre più vasto gruppo di studiosi, addetti ai lavori o semplici appassionati del mondo economico che hanno da tempo smesso di credere alle fandonie raccontate dal pensiero ufficiale, quello accademico, quello istituzionale, quello del mainstream mediatico e si sono solertemente attivati nel duplice canale dello smascheramento delle false verità e della diffusione di valide e corrette alternative.


L’8 marzo si è tenuto a Rovigo il lancio ufficiale di Arcipelago Veneto, la sezione veneta dell'Arcipelago SCEC
Ha introdotto la presentazione Tom Bosco della rivista Nexus New Times, che ha portato fra le altre cose un interessante contributo su un possibile colpo di scena sulla scena storico-economica mondiale, ovvero l’eventualità che gli Stati Uniti ripudino il dollaro e introducano l’Amero, una nuova moneta con corso legale in tutta l’area del NAFTA che varrà un decimo dell’attuale divisa – un’ipotesi inquietante sulla quale varrà certamente la pena di ritornare.

Il secondo intervento, affidato al professor Claudio Bianchini, è stato dedicato alla memoria di un personaggio storico nell’ambito di quella che ho definito “economia alternativa”, il professor Giacinto Auriti, scomparso nel 2006 e autore di numerosi studi su moneta e sovranità monetaria e promotore di un’esperienza rivoluzionaria in campo monetario quale fu l’introduzione - nel suo paese natale di Guardiagrele, in Abruzzo – del SIMEC (SIMbolo EConometrico di valore indotto) nell’ambito di un esperimento finalizzato a dimostrare che il valore della moneta è indotto, ovvero non stabilito aprioristicamente dallo Stato o dall’ente che la emette ma derivato dalla sua accettazione quale strumento di mediazione dello scambio da parte dei cittadini.

È poi stata la volta dell’avvocato Marco Della Luna, co-autore insieme ad Antonio Miclavez del best seller Euroschiavi, di “Basta con questa Italia” e del nuovo “Neuroschiavi” (scritto con Paolo Cioni), oltre all’interessante saggio “La moneta copernicana”, scritto a quattro mani con Nino Galloni. Fedele al suo approccio concreto e tagliente, Della Luna si è concentrato sull’analisi degli aspetti principali e più gravi della situazione attuale: il debito pubblico in continuo aumento, la politica scellerata – possibile grazie all’immunità giudiziaria – messa in atto dai dirigenti della Banca Centrale Europea, l’eccesso di credito generato dalle banche e la condizione di diffusa omertà e disinformazione che circonda queste situazioni e le rende possibili.

Il microfono è quindi passato a Nino Galloni, apprezzato economista con un passato professionale decisamente qualificante, che ha proposto un’interessante analisi della situazione economica americana, mettendo in evidenza una sostanziale continuità fra la politica economica di Bush e quella del nuovo presidente Obama che, nonostante l’aura di paladino dei diritti dei poveri di cui si è circondato, ha destinato metà dei 786 miliardi di dollari movimentati dalla manovra finanziaria in programma in aiuti alle banche.

paoletti
Pierluigi Paoletti, presidente e socio fondatore dell’Arcipelago SCEC
La chiusura è stata affidata a Pierluigi Paoletti, presidente di Arcipelago SCEC, che ha esposto le suggestive considerazioni che ho riportato in apertura di articolo, arricchendole con ulteriori analisi relative all’erroneità e all’instabilità del sistema economico globale, basato sulla scarsità artificiale, le cui due parole chiave sono avidità e paura, a loro volta generate l’una dalla concentrazione del potere economico nelle mani di pochi e dal primato di tale potere rispetto a tutte le altre sfere della società, l’altra dalla condizione di perenne precarietà della gente normale, la cui sorte è interamente in mano alle banche che detengono il credito.

Questa situazione ha portato alla progressiva smaterializzazione della moneta – si calcola che il 92% del denaro sia creditizio – e alla conseguente crescita del potere di chi questo credito ha il potere di emetterlo. Ancora una volta è stato rimarcato come le armi più efficaci di questo sistema siano l’ignoranza e la disinformazione rese possibili grazie alla censura di informazioni fondamentali, mentre quelle poche che vengono fornite sono presentate attraverso una terminologia volutamente complessa e ridondante, col chiaro scopo di confondere chi pure avrebbe la volontà di comprenderle e padroneggiarle.

In quest’ottica, dice Paoletti, lo SCEC rappresenta una chiave. Questa chiave serve per aprire la serratura della gabbia mentale in cui ognuno di noi è rinchiuso e compiere la scelta decisiva fra vivere da schiavi e riprendere in mano il proprio destino. L’economia deve servire a un solo e unico scopo: fornire a ciascuno ciò di cui ha bisogno.

Ma quali sono le caratteristiche fondamentali dello SCEC, della chiave per l’autodeterminazione economica? Sono poche, semplici ma importanti: aumento del potere d’acquisto, possibilità di non creare nuovo debito, capacità di trattenere e diffondere la ricchezza sul territorio, opportunità di lavorare in rete con le realtà locali.

Ecco quindi gli strumenti per combattere l’avanzata dell’economia globale e per uscire in maniera definitiva dalla crisi, non attraverso emissioni di credito e aiuti statali che ripristinerebbero solo la situazione che ci ha condotti sin qua, se possibile esacerbandola ulteriormente, ma grazie al recupero della sovranità monetaria, a un’offerta di moneta calibrata e all’adozione di un nuovo modello che valorizzi le economie locali.

16 Marzo 2009 - Scrivi un commento
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8 lettori hanno commentato questo articolo:
1/7/09 12:24, Francesco ha scritto:
domenico, provo a risponderti io anche se ti suggerisco di contattare direttamente i responsabili di arcieplago, persone gentile e disponibili che sicuramente chiariranno ogni tuo dubbio.

gli SCEC li ottieni semplicemente iscrivendoti ad arcipelago, 100 al momento dell'iscrizione e una quota fissa in seguito; questa quota - o la frequenza con cui viene elargita - è proporzionata alla diffusione dello SCEC stesso: in veneto per esempio, dove lo SCEC si sta diffondendo rapidamente e capillarmente, le emissioni di buoni fornite ai soci sono molto frequenti poicè essi hanno frequenti e abbondanti possibilità di spenderli. viceversa, in una regione all'inizio della sua esperienza (come l'emilia-romagna) dove sono ancora poche le attività che accettano SCEC e di conseguenza sono rare le occasioni per utilizzarli, l'emissione è per il momento fortemente contingentata per non dare ai soci troppi SCEC che rimarrebbero inutilizzati.

il discorso delle banche che fai tu è corretto ma poco calzante, diciamo; lo SCEC si basa infatti sul principio che la sua validità (attenzione, come già scritto nell'articolo ribadisco che tecnicamente lo SCEC NON è una moneta alternativa o complementare ma un abbuono praticato sul prezzo in euro) si basa sull'accettazione di chi la usa come mezzo di scambio (principio che in realtà DOVREBBE ispirare anche le monete ufficiali) e nel momento in cui è comunemente accettato il fatto che lo SCEC costituisce un buono strumento di mediazione dello scambio ecco che i problemi vengono risolti.
idelizzando il concetto si può dire che il controvalore dello SCEC è la fiducia nel sistema della gente che lo utilizza.

per entrare nel circuito basta contattare l'isola regionale (http://arcipelagolazio.org/)e iscriversi; sicuramente i resposnabili locali staranno conducendo una intensa opera di sensibilizzazione presso i produttori e i commercianti per invogliarli ad accettare gli SCEC.
in ogni caso, sul sito c'è un database con tutte le attività commerciali, divise per regione, che accettano gli SCEC.
30/6/09 19:43, Domenico ha scritto:
Io sono interessato al discorso, anche sa dalle mie parti non si è ancora sentita una cosa del genere.
Io abito vicino Roma.
Ora la mia domanda è questa come faccio ad avere qualche scec?
Il mio lavoro è statale e aihme percepisco ancora lo stipendio in euro.
Come posso entrare nel circuito e magari parlarne con i produttori locali, ristoratori locali e commercianti locali?
Chiaramente è impensabile dire che gli scec si possono stampare a seconda di quanti una persona ha bisogno, sarebbe tornare al discorso delle banche che stampano soldi senza copertura che hanno lo stesso valore del fondo monetario esistente e quindi diminuiscono il loro valore ogni volta che una banca emette moneta grazie al DIRITTO FRAZIONARIO.
In pratica la mia domanda è questa: In base a che cosa si stampano gli scec?.
Se ce ne sono, come ho letto, già 100000 in circolazione, che valore hanno?
Quella degli scec, vi assicuro è la più bella notizia che ho appreso negli ultimi tempi.
Vorrei solo che non fosse un'utopia e cercare per quanto mi è possibile di farla conoscere ache qui.
Spero qualcuno possa rispondere alle mie domanda.
Grazir
18/3/09 10:56, Giuliano ha scritto:
Caro Damiano,
concordo pienamente con Francesco.

Far "digerire" di primo acchito il "Signoraggio" al normale consumatore è pressochè... IMPOSSIBILE!!!!

Te lo dice uno che tutti i giorni è a contatto con produttori agricoli (ormai ridotti alla miseria) e consumatori (che faticano ad arrivare alla terza e quarta settimana).
Sia gli uni che gli altri, mi prendono costantemente in giro perchè insisto a parlare ed usare gli SCEC (con diversi produttori acquisto le loro merci con SCEC al 100%).
Ogni tanto, però a qualcuno si accende la "lampadina"!

Finalmente il "risveglio delle menti"!

Ecco che allora alcuni agricoltori comprendono la "potenzialità" dello SCEC ed allora esplode la loro curiosità ed ammirazione.

Purtroppo, i "poteri forti" sono TROPPO FORTI per essere affrontati inizialmente allo scoperto.

Io da anni parlo della "Strategia GULLIVER".

Occorre "risvegliare" migliaia, centinaia di migliaia, milioni di consumatori ormai "imbelinati" e ridotti a guardare "Il Grande Fratello" o "La Fattoria" in modo che abbiano un cervello atrofizzato che non pensa più!

Ma sono... OTTIMISTA!!!

Questa gravissima crisi (un mio amico prevede che durerà anche un decennio), può essere risolta solo cambiando il mondo con qualcosa che renda il "vecchio" superato!

Ha ragione al 1.000% Pierluigi Paoletti e tutti i suoi "folli" amici!!!

Ormai la "nave è salpata" e la "rotta" è decisa e sicura!!!

Ti chiedo di aver fede ed aspettare a trarre conclusioni affrettate.
Ne possiamo riparlare a fine anno quando potremo analizzare quello che sarà successo nei prossimi 10 mesi?
Se provi a tornare indietro con il pensiero, di 10 mesi, ti accorgerai che tante sono le cose e le situazioni cambiate in questo poco tempo.

Comunque, GRAZIE anche a te perchè fai parte della "minoranza" che ancora non ha spedito il "cervello in pensione"!!!

Buona giornata,
Giuliano
18/3/09 07:37, francesco ha scritto:
parto dalla fine: nell'articolo non viene citato nemmeno una volta il signoraggio per il semplice fatto che si parla di SCEC e non di signoraggio.

damiano, il tuo punto di vista è assolutamente legittimo e sinceramente non saprei neanche come risponderti a tono dato che innegabilmente quello dell'arcipelago SCEC e il tuo sono approcci totalmente diversi e probabilmente incomparabili.

così come tu citi il professor auriti (che stimavo moltissimo e ritengo tutt'ora che abbia dato un contributo fondamentale alla caausa), io ti posso citare wendell berry, di cui ho parlato in un precedente articolo, che dice: "è inutile proporre grandiosi piano per cambiare il mondo, oggettivamente irrealizzabili; bisogna cominciare ad agire subito, in piccolo, nel quotidiano".

a tutti piacerebbe liberarci del giogo del cartello bancario internazionale - e chissà che un giorno non succeda - ma adesso bisogna fronteggiare una situazione che è divenuta insostenibile e che nel giro di poco tempo spazzerà via tutto e tutti (a parte i grandi finanzieri) con buona pace di chi sta ancora aspettando il momento buono per "fare la rivoluzione".
in quest'ottica ritengo che qualsiasi iniziativa sia, se non da sposare e sostenere, quantomeno da ammirare, soprattutto se mira a riportare l'economia al suo ruolo di mezzo per soddisfare i bisogni della comunità e alla valorizzazione della comunità stessa, esattamente come prevede il progetto Arcipelago SCEC.

un saluto!
18/3/09 07:14, Damiano Monaco ha scritto:
SCEC: ovvero come aiutare a prolungare l'agonia di un schiavo prossimo al suicidio da insolvenza. Lo scec non serve affatto a riprenderci la sovranità monetaria. La libertà non si conquista con un semplice buono sconto di solidarietà, anzi "ci saremmo pure stufati" degli "sconticini". E' una moneta statale di proprietà del portatore che ci serve! Non quella a debito degli usurai. Poiché lo SCEC non intacca minimamente questa moneta "satanica" dell'usuraio, possiamo tranquillamente affermare che sia una "boiata pazzesca".
E non mi dite: "e vabbè intanto...". Sveglia: L'UNICA SOLUZIONE SODDISFACENTE E' L'ESTENSIONE DELLA CONSAPEVOLEZZA A TUTTI I CITTADINI DI ESSERE TRUFFATI CON LA MONETA DEBITO, MEDIANTE IL SIGNORAGGIO.

E ricordate che "vie di mezzo non ce ne sono" - Auriti.

PS
Notare poi come sia stato fatto l'articolo senza citare nemmeno una volta il signoraggio. Complimenti.
17/3/09 16:58, Michelangelo ha scritto:
Grazie per la correzione e congratulazioni per l'articolo.
17/3/09 08:26, francesco ha scritto:
grazie della segnalazione, appena possibile correggeremo la svista!
17/3/09 07:34, Michelangelo ha scritto:
Il Professore Giacinto Auriti non e' deceduto nel 2002 ma l'11 Agosto del 2006.
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