Secondo Legambiente, nulla è stato previsto per le opere più piccole, necessarie e rapidamente cantierabili (come richiesto anche dall’Ance), in grado di attivare da subito nuova occupazione e risolvere problemi; soldi a pioggia invece per opere faraoniche e inutili come il Ponte sullo Stretto di Messina e nuove autostrade.
“Le opere approvate oggi dal Cipe non servono all’Italia per uscire dalla crisi e non possono rispondere efficacemente alle richieste di mobilità del Paese”.
“Con le risorse stanziate dal Governo – ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale dell’associazione – non si aprirà nessun cantiere se non per pura propaganda, perché per il Ponte il piano finanziario che doveva garantire le risorse private è ancora tutto da scrivere e sperare in risorse private in un periodo di crisi delle banche è quantomeno improbabile”.
In particolare la scelta del Ponte condanna tutte le altre opere che da anni aspettano in Calabria, Sicilia, Puglia di essere finanziate: dal raddoppio della ferrovia Palermo-Messina a quello della Jonica, dall’Alta Velocità Napoli-Bari, all’acquisto di treni per uscire da un medioevo ferroviario fatto di convogli vecchi di 50 anni, linee a binario unico (il 90% in Sicilia il 70% in Calabria), linee non elettrificate (il 56% in Sicilia, il 53% in Calabria).
“In positivo – ha aggiunto Cogliati Dezza – dobbiamo segnalare però il finanziamento previsto per l’edilizia scolastica e la messa in sicurezza degli istituti scolastici che in molti casi versano in condizioni disagiate”.
5 Marzo 2009 - Scrivi un commento