La bufala di "Freccia Rossa" è riuscita però ad albergare solamente fra i video e le pagine dei servizi sponsor e l'illusione è durata molto meno di quanto generalmente non accada alle altre strenne natalizie.
Contrariamente a quanto affermato dalla propaganda mediatica il TAV di rosso vestito non è infatti in grado di collegare Milano e Roma ad alta velocità, dal momento che per la maggior parte del proprio percorso (da Bologna a Roma) l'infrastruttura esistente lo costringe a viaggiare alla stessa velocità di un normale Eurostar. In conseguenza di ciò il tempo di percorrenza risulta essere di 4 ore (3.59 recita l’orario delle Ferrovie con studiata malizia che ricorda da vicino le offerte promozionali degli ipermercati), molto simile a quello che 10 anni fa e decine di miliardi di euro fa, sulla stessa tratta spuntava il mitico Pendolino. E il collegamento non sarà ad alta velocità neppure in futuro, quando fra un paio d’anni verranno inaugurati i 70 km delle gallerie della nuova linea Bologna – Firenze, tutte monotubo e prive del tunnel parallelo di soccorso (un vero esempio di archeologia delle costruzioni), all’interno delle quali i convogli saranno comunque costretti a procedere a bassa velocità per ovvie ragioni di sicurezza. Continuerà a mancare il nodo ferroviario di Firenze, dal momento che nessuno ha ancora iniziato a scavare per dare corpo al fantascientifico progetto di sottoattraversamento della città che prevede la costruzione della nuova stazione del TAV sotto il letto del torrente Mugnone e comporterà lavori per almeno 7 anni.
L’alta velocità non sarà la metropolitana d’Italia, al contrario rappresenta per forza di cose l’esatta antitesi del concetto di metropolitana, costituito da molte fermate funzionali alle esigenze dei viaggiatori. Per mantenere i tempi di percorrenza entro i limiti della decenza ed in linea con un normale Eurostar, il nuovo TAV è costretto infatti ad imporre fra Milano e Roma due sole fermate (Bologna e Firenze) pregiudicando in tal modo qualsiasi velleità di “servizio metropolitano” che qualche buontempone avesse intenzione di cucirgli addosso. Inoltre anche nei progetti futuri il servizio non sembra contemplare l’incremento delle fermate, al contrario sembra probabile l’introduzione di alcune “corse” dirette Milano – Roma senza fermate intermedie, unico escamotage possibile per abbassare di un poco i tempi, insieme ovviamente alla quantità di viaggiatori interessati a fruire del servizio.
Quello che invece sembra completamente sparito dai proclami di Moratti e della consorteria di giornalisti ed esperti al soldo della lobby del cemento e del tondino, è il servizio merci TAC, usato durante questi 15 anni per giustificare (più di quanto non sia accaduto con i passeggeri) la costruzione di un’infrastruttura faraonica che quando (e se) sarà terminata graverà sulle spalle dei contribuenti italiani con un costo che potrebbe raggiungere i 90 miliardi di euro. Che fine hanno fatto i treni TAC che avrebbero dovuto trasferire il traffico dalla gomma al ferro e dare all’alta velocità una patente “ecologica” oltre che una giustificazione di carattere economico all’opera?
Semplicemente non esistono e non esisteranno mai, dal momento che Moretti e tutti gli esperti di trasporti sanno benissimo che i velocissimi TAV ed i pesantissimi TAC non possono coesistere all’interno della medesima infrastruttura, se non a costo di pesantissimi costi di manutenzione dei binari ed altrettanto pesanti riduzioni del tempo di disponibilità della linea. A riprova di ciò nonostante la tratta A/V Napoli – Bari sia ormai attiva da anni, mai ad oggi un solo convoglio merci (TAC) è transitato sui binari al di sopra dei quali ora corre Freccia Rossa.
Come se non bastasse, solamente le prime 2 corse inaugurali, quelle affollate di politici e vip di varia estrazione, sono riuscite ad arrivare in orario, mentre tutte quelle successive hanno accumulato ritardi rilevanti, in alcuni casi addirittura superiori ai 30 minuti che non hanno mancato di fare rimpiangere il servizio esistente negli anni 90.
A concludere la frittata ci hanno pensato i vertici delle Ferrovie che nel maldestro tentativo di privilegiare "Freccia Rossa" nella gestione del traffico ferroviario, sono venuti meno agli accordi presi con la Regione Lombardia, mandando in tilt l'intero servizio regionale per i pendolari. Treni soppressi ed una sequela di ritardi mai sperimentata in precedenza hanno così provocato l'ira non solo dei comitati di pendolari, ma perfino del presidente lombardo Formigoni e dell'assessore alla mobilità Cattaneo che si sono dichiarati pronti a "fermare l'alta velocità" se le Ferrovie non risolveranno immediatamente il problema.
Freccia “Rossa" fino ad oggi dunque solo di vergogna, fra millantato credito ed operazioni di marketing prive di costrutto. L'alta velocità italiana, la cui costruzione, prendano nota i distratti giornalisti del TG5, è già costata svariate decine di miliardi di euro di denaro pubblico, ed altre decine ne costerà prima che venga terminata, continua a restare una fantasia relegata ai tabelloni degli orari ferroviari e riscontrabile solamente nelle tariffe del servizio, estremamente pesanti nonostante larga parte del costo venga caricato sui biglietti degli altri viaggiatori.
Moretti dopo avere per anni affermato che il TAV competerà con l'aereo oggi asserisce (forse in un anelito di realismo o semplicemente temendo d'incorrere nell'ira degli amici del neonato CAI) di volere fare concorrenza alle auto, ma l'unico termine di paragone per la bufala di "Freccia Rossa" continua a rimanere il Pendolino, dal quale lo separano molti, troppi miliardi sottratti ai contribuenti italiani e pochissimi minuti rubati al tabellino di marcia, quando non c'è ritardo.
29 Dicembre 2008 - Scrivi un commento