Il convegno nasce dall’esigenza di fare informazione. Spesso, infatti, ci si accusa di fare contro-informazione, ma in realtà noi facciamo informazione e sono gli altri a fare contro-informazione, nel senso che dicono cose che non sono vere. Qualche mese fa, quindi, abbiamo deciso - insieme con il gruppo Macro - di incontrarci qui a Gambettola per un paio di giorni, convocando un po’ di addetti ai lavori per raccontare come stanno effettivamente le cose, in base a dei dati scientifici inconfutabili e dei fatti.
Volevamo dimostrare che quando i politici, i media o le istituzioni affermano che non è possibile fare una certa raccolta differenziata dei rifiuti o più in generale risolvere il problema dei rifiuti, sbagliano. Abbiamo portato qui a Gambettola delle persone autorevoli, assessori, professori, che ci hanno raccontato ciò che loro hanno fatto. Quindi, quelle che ci sono state proposte non sono ipotesi o teorie, ma fatti. Perché la nostra esigenza era quella di fare veramente informazione, quell’informazione che ci viene negata dai media tradizionali.
Noi siamo un po’ particolari. Mi riferisco ai relatori di questo convegno ma anche al suo pubblico. La stragrande maggioranza delle persone, però, non dà l’importanza dovuta all’ambiente e non lo fa perché pensa che il nostro pianeta sopporti qualunque insulto. Ahimè, è stato così per molti anni, ma ormai siamo arrivati a riempire questo vaso che è la Terra e che non ha più sfoghi. Questo perché la Terra è un sistema chiuso. E’ come se noi fossimo dentro una boccia di vetro dei pesci rossi. Se qualcuno mette una gocciolina di veleno non succede niente, ma quando queste goccioline di veleno (nel nostro caso le polveri sottili emesse in primis dagli inceneritori e dalle automobili) sono tante tutta l’acqua è avvelenata e noi, da pesci rossi che siamo, non riusciamo a schizzare fuori. E dobbiamo rimanere lì a morire o, peggio ancora (perché secondo me è peggio), veniamo afflitti da malattie molto gravi, come varie forme di cancro, ictus, infarto, trombo-embolia polmonare, fino alle drammatiche malformazione fetali. Queste polveri (nanoparticelle), infatti, passano da madre a feto generando forme di vita afflitte da malformazioni spesso incompatibili con la vita o, in alcuni casi, compatibili con una vita da non augurare a nessuno.
Quindi l’ambiente, i rifiuti, gli inceneritori, sono l’argomento in assoluto più importante. Molto più importante della crisi economica di queste settimane - che era tra l’altro una crisi economica prevedibile -, ma anche molto più importante della crisi politica che stiamo vivendo da anni o persino dell’ignoranza che stiamo spargendo ovunque. In Italia, infatti, abbiamo un sistema universitario scadentissimo, agli ultimi posti nel mondo civile e purtroppo spesso le istituzioni universitarie finiscono col diffondere ignoranza anziché cultura. Proprio la non conoscenza dei fatti, poi, innesca questa incapacità di fronteggiare i problemi che affliggono l’ambiente.
Quindi, a proposito di ricchi, quando il nostro Presidente del Consiglio dice che in questo momento di crisi non si può investire nell’ambiente non si rende conto che lui e i suoi famigliari saranno i primi a subire le conseguenze dell’inazione?
Queste persone non si rendono conto del male che stanno facendo a tutto il mondo e non si rendono conto che sono parte della stessa realtà che stanno contribuendo a danneggiare.
Per quanto riguarda il denaro.. I nostri politici dicono che non c’è denaro da investire nella lotta all’inquinamento e ai cambiamenti climatici. La cosa è molto strana.
Perché, mi chiedo io, c’è il denaro per fare gli inceneritori, le centrali a turbo gas o addirittura le centrali nucleari che sono la cosa più folle del mondo!
Le centrali nucleari, non si faranno mai in Italia, non sarà possibile perché ci impiegheremo oltre 20 anni e a quel tempo non ci sarà più uranio o quel po’ che ci sarà costerà come i diamanti, quindi noi non avremo la possibilità di usarlo. Però si faranno gli appalti, si esproprieranno i terreni, si daranno mazzette a destra e manca...
E ancora.. perché c’è il denaro per fare il treno ad alta velocità che non serve a nessuno e addirittura rallenterà i trasposti o per fare il ponte sullo stretto di Messina che è una follia che non serve a nessuno e si limiterà semplicemente a spostare il collo di bottiglia tre chilometri più avanti? Dei milioni di euro spesi o annunciati per queste “opere”nessuno discute. Per queste inziative ci sono. Per l’ambiente no.
Credo che alla fine il nostro problema principale, come diceva ieri Paul Connet, sia la carenza di una leadership politica.
A proposito degli interventi di questi giorni, ce n’è stato uno di cui sei particolarmente soddisfatto?
Ma ho trovato molto interessanti tutti gli interventi, perché erano tesi a dimostrare che si può fare non solo in teoria, ma anche in pratica.
A noi manca l’informazione, la conoscenza. Pensa se la gente sapesse che tutte le cose che i vari politici negano si possono invece tranquillamente fare...
Per quanto riguarda il tuo intervento, la cosa che colpisce di più è il fatto che queste nanopolveri che ci hai presentato e che sono emesse dagli inceneritori e dagli altri impianti inquinanti non solo creano danni gravissimi alla salute ma sono praticamente eterne! Una volta emesse nella nostra atmosfera, ci restano per sempre.. Cosa possiamo fare?
Non abbiamo via d’uscita per questo. L’unica possibilità è smettere di produrle o quanto meno limitare in maniera drastica la loro produzione. Quello che dico io, dell’eternità di queste polveri, si può trovare sui documenti della Comunità Europea. Invito chiunque voglia approfondire l’argomento a leggersi il rapporto. Sono poco più di cento pagine. Andate a leggerlo e ditemi se quello che io dico è vero o falso.
Quindi un individuo non ha possibilità di scampo, perché queste particelle sono ovunque? Non fa differenza tra città e boschi? Dove si possono crescere i figli in modo sicuro?
Il rapporto della comunità europea dimostra che queste particelle sono del tutto omogenee nelle grandi città come nei boschi della Finlandia, quindi ormai le abbiamo diluite e distribuite in modo omogeneo su quasi tutto il pianeta. Tra dieci anni non ci saranno più differenze tra New York e il deserto del Sahara. E considerate che quelle prese in considerazione dalla comunità europea sono le PM 2,5. Io guardo le PM 0,1, che sono enormemente più fini e, pur non avendo strumenti per dimostrarlo, sono certo che queste sono già omogenee in tutto il nostro pianeta.
Quindi l’unico obiettivo che dobbiamo e possiamo porci per il nostro immediato futuro deve essere smettere di produrle?
Assolutamente sì.
28 Ottobre 2008 - Scrivi un commento