Queste prime stazioni sono solo un assaggio: a settembre dovrebbero esserne operative 103, dislocate entro la cerchia dei bastioni, con 1.200 biciclette. Che, se la prima fase di sperimentazione andrà bene, aumenteranno.
L’assegnazione dell’appalto e la comparsa delle prime rastrelliere sono ottimi segni, masul bikesharing milanese pesano ancora alcune incognite. Non tanto per lo scarso senso civico italico che rischia di far sì che, delle biciclette prelevate, ben poche vengano restituite (già tanti anni fa un tentativo della giunta Tognoli era fallito proprio per questo motivo); ma soprattutto per la constatazione che Milano, comunque, non è ancora una città a misura di bicicletta: per la cronica mancanza di piste ciclabili, per lo stato pietoso in cui spesso si trovano quelle che ci sono già, per la difficoltà di integrare il trasporto in bicicletta con i mezzi pubblici.
Ma come funziona il bike sharing? In generale, sia con Clear Channel che con JC Decaux (che gestisce con grande successo il servizio a Parigi e Lione), si tratta di sottoscrivere un abbonamento di durata variabile (quello annuale si aggira sui 30 euro); viene poi consegnata una card che permette di sbloccare una bicicletta chiusa in una qualsiasi delle rastrelliere predisposte. A questo punto, si può pedalare gratuitamente per mezz’ora, per poi lasciare la bicicletta in un’altra stazione, con la possibilità ovviamente di prelevarne un’altra e ripetere l’esperienza. Chi ritarderà nel riconsegnare la bicicletta pagherà delle quote extra (a Milano si pensa a 0,50 cent per la prima mezz’ora, 1 euro per la prima ora, 2 euro per le ore successive).
Le biciclette sono pensate appositamente per la circolazione cittadina e sono ben riconoscibili nella forma e nel colore, in modo da scoraggiare eventuali furti.
Roma ha inaugurato a metà giugno i primi sei mesi di sperimentazione del servizio: si tratta per ora solo di 200 biciclette, dislocate in 19 stazioni in pieno centro – perlopiù in zone già a traffico limitato. Sugli stessi numeri si attesta un’altra città che ha creduto nel bike sharing, Brescia, con il progetto Bicimia, il cui abbonamento prevede l’integrazione anche con l’uso di parcheggi a pagamento dove lasciare l’auto prima di entrare nel centro storico.
Speriamo davvero che dopo le prime, faticose, pedalate, i progetti italiani possano iniziare a filare via agili nel traffico congestionato delle nostre città.
20 Luglio 2008 - Scrivi un commento