TERREMOTO ABRUZZO

L’Aquila un anno dopo: "immota manet"

A un anno dal violento terremoto che sconvolse l'Abruzzo causando centina di morti e la devastazione di interi comuni, Paolo Merlini ci parla di una città che riparte dalle persone, L'Aquila, e di una talentuosa mamma-scrittrice ofanese, Barbara Summa. Il suo libro “Statale 17. Storie minime transumanti”, ci offre una testimonianza delle eccellenze di questa terra. Una terra che, grazie ai suoi figli, ha già rialzato la testa. Un inno alla vita e alle tradizioni di questi luoghi.

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di Paolo Merlini

stemma citta
Proprio un anno fa la città de L'Aquila venne distrutta da un forte terremoto
Venerdì 2 aprile 2010. Oggi sono sulla Strada Statale 5 cioè la Via Tiburtina Valeria a bordo del bus Pescara – L'Aquila.

Come sempre, imboccata la S.S. 153, mi rapisce la bellezza dell’alta valle del Tirino, ma dopo Navelli il mio bus arriva a L’Aquila, direttamente all’autostazione di Collemaggio ed improvvisamente mi ricordo perché sono venuto qui.

Per circa un anno questa bella autostazione, vanto e orgoglio della città, è stata inagibile. Il terremoto ha intaccato anche questa moderna e solida struttura in cemento armato che era la base della scala mobile che sbucava direttamente nella centralissima Piazza Duomo.

Tutti conoscete Piazza Duomo. È quella che vedete da un anno a questa parte alla televisione con le sue belle chiese e i numerosi palazzi storici oramai sventrati e cadenti o nella migliore delle ipotesi puntellati da impalcature. Io no. Io sono uno di quelli che ricorda il variopinto mercato mattutino che si teneva tutti i giorni feriali ed animava questa bella piazza italiana.

L’autostazione di Collemaggio oggi è agibile, ma la biglietteria e gli altri servizi, “stazionano” nel piazzale dentro solidi e funzionali containers attrezzati. Sempre meglio dei primi mesi dopo il sisma nei quali tutti gli autobus transitavano per il vecchio capolinea di Fontana Luminosa. Anche dalla riapertura di un’autostazione si vede che la città sta ripartendo.

Vicino all’autostazione c’è l’omonima basilica che non ha avuto sorte molto diversa. Infatti, la struttura del 1200 non è riconoscibile perché la facciata è ricoperta da immani impalcature. Parte del tetto è crollata, ma è stata messa in sicurezza. Infatti l’autostazione è fruibile dai fedeli, tanto che oggi si terranno qui le funzioni religiose del Venerdì Santo.

barbara summa scrittrice
Barbara Summa, ofenese, è poliedrica e talentuosa, cardine della comunità Italiana di Amsterdam
Per arrivare in centro oggi bisogna incamminarsi per la strada che porta alla basilica e poi continuare a salire fino al’imbocco di Corso Vittorio Emanuele. Non ci si può sbagliare, ma io, che non sono mai passato di qui, chiedo un’informazione all’unico passante che percorre la strada nella mia direzione. Il passante è Marco Boccitto, storica voce di Radio 3 (ma anche redattore del quotidiano “Il Manifesto”) che io ascolto da quando sono entrato nell’età della ragione. È qui perché oggi Radio3 trasmette da Piazza del Duomo per ricordare il terremoto dopo un anno.

Ecco la ragione del mio viaggio a L’Aquila (non il primo dal 6 aprile 2009). Marco divide con me la strada fino in centro e intanto chiacchieriamo. Corso Vittorio Emanuele è tutto transennato, ma a Piazza del Duomo c’è una tenda con dentro una mostra fotografica e la redazione del quotidiano "L'Unità".

Proprio dietro il palco da dove vanno in onda tutte le trasmissioni c’è il camion di regia della radio. Marino Sinibaldi, il neo direttore, voce storica di Fahrenheit, condurrà questa puntata speciale. Non siamo tantissimi oggi qui in centro, ma la città rivive anche grazie alla radio.

Il caffè all’Antica Pasticceria dei Fratelli Nurzia, lo storico locale in stile liberty al civico 74 della piazza, è sempre buono, così come è sempre ottimo il pezzettino di torrone artigianale che da sempre viene offerto al banco di mescita.

Boccitto mi dice che assolutamente debbo cercare in piazza Orfeo Pagnani, titolare della Exorma Edizioni e vedere se per caso ha ancora una copia del libro di cui tanto si parla in piazza: “Statale 17. Storie minime transumanti” di Barbara Summa.

Trovo Orfeo, sua moglie Maura e Barbara Summa, l’autrice che in pochi minuti scopro essere un’ofenese doc trapiantata ad Amsterdam. Il paese di Ofena, insieme al “dirimpettaio” Capestrano sono due dei miei luoghi dell’anima.

Barbara è poliedrica e talentuosa, cardine della comunità Italiana di Amsterdam. Ha mille progetti in ballo, un marito olandese da vent’anni e 2 figli. Tiene un seguitissimo Blog, recita in una compagnia teatrale e gestisce pure un programma in una radio.

copertina libro barbara summa
La copertina del libro di Barbara Summa "Statale 17. Storie minime transumanti"
Parliamo fitto fitto per due ore circa e naturalmente compro il libro. In poco tempo imbastiamo sogni e programmi e complice un sole primaverile, in piazza la vita riparte, almeno per noi, ma è già ora per me di rimettermi sulla strada mentre loro salgono sul palco di Fahrenheit per l’intervista.

Una notte sola mi ci è voluta per divorare le pagine di Barbara. È il più bel libro che io abbia mai letto sulle tradizioni aquilane, vero e proprio passepartout per avvicinarsi all’anima di questa terra. È un libro fondamentale, assolutamente originale e gioioso che scivola via tutto in un sorso. Complimenti pure all’editore che non si è fatto scappare questa eccelsa narratrice. Diventerà un “libro di testo” per tutti gli aspiranti vagabondi del Dharma come me.

Il terremoto è la malaugurata occasione per raccontarci L’Aquila, la sua provincia, i suoi grandiosi abitanti di oggi e del passato unitamente a tradizioni che ancora vivono in questi luoghi incantati. Ne esce fuori una preziosa testimonianza delle eccellenze di questa terra che grazie ai suoi figli, dotati della stessa tempra di Barbara, ha già rialzato la testa. Non a caso il motto della città è: “Immota Manet”. Per una volta accettate il consiglio: leggetelo!

6 Aprile 2010 - Scrivi un commento
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