Eppure ci credo; credo che tutto sia andato esattamente come quegli studenti hanno raccontato. Anche senza consultare le cartelle cliniche dei quattro studenti finiti in ospedale. Anche senza ascoltare le loro testimonianze. Ci credo perché ho già sentito questo racconto; tutti l’abbiamo sentito, molte volte negli ultimi decenni. E soprattutto l’abbiamo letto sui libri di storia che ci hanno messo sotto il naso ai tempi della scuola.
Perché 90 anni fa è così che è cominciata: con bande di balordi vestiti a lutto che facevano le stesse cose che fanno oggi questi loro degni eredi nell’indifferenza, se non peggio, delle istituzioni e della gente “perbene”. E’ cominciata così, ed è finita con due dittature che hanno appestato l’Europa e una guerra con 50 milioni di morti.
Dubito che quegli studenti abbiano mostrato l’altra guancia; penso che abbiano reagito e che siano stati sopraffatti da gente che in quel tipo di “confronto” era molto più esperta e allenata di loro. Anch’io lo avrei fatto; anche Gandhi lo avrebbe fatto, e in più occasioni fu molto chiaro su questo punto. Ma nulla di tutto ciò autorizza a parlare di rissa, come hanno vergognosamente scritto vari giornali. Nulla autorizza a mettere sullo stesso piano aggrediti e aggressori.
Ma non è finita: il giorno dopo si replica, e di nuovo nella perfetta impunità. Uno studente di sinistra che si sta recando a una riunione del senato accademico di cui è membro si vede sbarrare la strada da numerosi squadristi. Racconta poi di aver avvertito telefonicamente chi era nella sala in cui la riunione era già iniziata e di averne ricavato un’indifferenza totale: la riunione andò avanti lo stesso, come se nulla stesse accadendo.
Il ripetersi degli atti di violenza organizzata nello stesso luogo ad appena 24 ore di distanza è probabilmente l’aspetto più preoccupante della vicenda. Nel migliore dei casi siamo stati di fronte a una totale incapacità delle forze dell’ordine nel tenere sotto controllo la situazione. E questo, ripeto, nel migliore dei casi. Ma comunque siano andate le cose, rimane il fatto di un’assenza totale dello stato, un’assenza che ha l’efficacia di una connivenza. Ed è in ciò che sta la vera gravità di questi fatti. Perché le bande di picchiatori di strada non sono altro che lo spicciolame del fascismo.
Esse non potrebbero esistere senza un altro fascismo, che si muove su gradini più alti, usando, anzi storpiando, i metodi e gli strumenti istituzionali. Anche questa è una storia che ben conosciamo. Perfino questo fascismo incravattato tuttavia non potrebbe esistere se non ci fosse qualcosa di ancora più pervasivo e potente che lo sorregge.
Trovo sconcertante questa perdita di memoria storica, espressa per di più secondo le modalità di un irresponsabile qualunquismo. Vietare ai fascisti l’accesso all’università: una richiesta che io trovo desolatamente moderata. Durante l’assemblea tenuta, sempre a Lettere, il 18 marzo il prof. Raul Mordenti è stato l’unico a ricordare che qualcun altro, prima degli studenti dei collettivi, aveva assunto posizioni ben più nette.
Questo “qualcun altro” si chiama Costituzione della Repubblica Italiana, quella Costituzione che non a caso proprio i gruppi neofascisti fortemente vorrebbero “riscrivere”. Quella Costituzione nata da gente che era appena sopravvissuta alla più spaventosa guerra della storia umana, di cui proprio i nazifascisti erano stati gli iniziatori, e le cui norme attuative (la nota legge Scelba) a ragion veduta definiscono reato l’apologia del fascismo, considerando tale non solo l’esaltazione «di esponenti, principi, fatti e metodi propri» di esso ma anche il solo compiere «manifestazioni esteriori di carattere fascista».
Ebbene, abbiamo visto in molti la profusione di saluti romani che caratterizzano gli incontri dei gruppi neofascisti, e di elementi tipici dell’iconografia fascista che caratterizzano il loro materiale propagandistico. E quanto ai loro programmi politici, ecco qualche punto tratto dal programma di uno di essi, scelto (non) a caso.
Innanzi tutto, l’idea di uno stato forte, che sovrasti, per fini e mezzi, gli individui che lo compongono: splendida, benché eufemistica, definizione del concetto di dittatura. Nessuna limitazione nel possesso degli armamenti, comprese le armi nucleari. La riesumazione del cadavere della festung Europa, “forte e autarchica”, attraverso la creazione di un “comando strategico europeo”. Ancora in tema di riesumazioni, ecco la “salvaguardia e lo sviluppo delle nostre radici elleno-romane”.
Mentre il prof. Mordenti parlava, a poche decine di metri una famigliola brindava e rideva festeggiando non so che, forse una laurea, chiusa nel suo piccolo privato e del tutto sorda a ciò che lì vicino stava accadendo. Ecco, questa immagine mi terrorizza più di un intero esercito di squadristi: è l’immagine del menefreghismo, dell’indifferenza spinta al massimo grado. E’ questa la forza potente e pervasiva di cui parlavo prima e che consente al fascismo, a ogni fascismo, di esistere. La famigliola che si accorge solo di se stessa, gli studenti che si scandalizzano per un cane all’università ma non per quanto è accaduto appena il giorno prima.
Ho già avuto occasione di citare in passato quella frase di non ricordo più chi: perché il male possa agire è sufficiente che chi può fare il bene non lo faccia. Ho già avuto occasione di porre l’accento sulla necessità della responsabilità individuale, del sentirsi sempre coinvolti in prima persona in quanto accade. Lo rifaccio adesso.
Infine vennero a prendere te; gridasti aiuto, ma non era rimasto più nessuno ad aiutarti.
Scegliere un Film 2009
Come i cinque precedenti volumi (2004, 2005, 2006, 2007 e 2008) di successo, scegliere un film 2009 è uno... Continua... |